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ITALIA: what else?

 

Il 2 Agosto è iniziata la mia avventura.

Non ero mai andato al di fuori dell’Europa e il mio primo vero viaggio mi ha portato a più di 16 000 km dall’Italia.

Non avevo quasi mai viaggiato in aereo e in questo viaggio ho preso circa una decina di voli.

In fondo è questo viaggiare: è un continuo mettersi alla prova con sé stessi, cercando di superare i propri limiti e, al contempo, di maturare.

Le persone che mi hanno affiancato in questa magica esperienza mi hanno fatto capire proprio questo.

Ho avuto la fortuna di trovarmi in una famiglia capace di non farmi mai sentire un ospite. Mi ha colpito in particolar modo la loro disponibilità a portarmi alla scoperta effettiva dell’Australia: ho infatti avuto modo di visitare quasi ogni giorno un luogo differente. Stupende inoltre le comunità Lions australiane, che hanno sempre organizzato viaggi ed esperienze, per farmi assaporare ancor più concretamente le bellezze di un paese eccezionale. Ho avuto anche la fortuna di comprendere l’importantissimo ruolo svolto dai Lions a livello di volontariato, per un’organizzazione che anche in Australia ha un peso specifico di estrema rilevanza.

 

Sono inoltre entrato in contatto con una cultura e con usanze talvolta estremamente diverse dalle nostre, e parallelamente ho cercato di condividere quelle che sono le consuetudini del mio paese, creando momenti di condivisione stupendi.

Sebbene abbia avuto la fortuna di trascorrere un mese in Australia il tempo è passato in maniera estremamente rapida, ma al contempo le giornate erano talmente piene che in un certo senso sento di aver vissuto là quasi una vita.

I viaggi da Nord a Sud, le escursioni nelle rainforest, le visite ai musei, le visite alle cascate ed allo zoo, la gita in barca sono state solo alcune delle molteplici attività a cui ho avuto la fortuna di partecipare.

Tre settimane magnifiche sono trascorse in un battibaleno, in una famiglia che ho percepito essermi stata davvero vicina.

Mille e altre mille volte riprenderei la mia valigia e ripartirei alla volta dell’Australia, anche se le difficoltà talvolta non sono mancate.

Un inglese ostico, il viaggio lungo e il misurarsi autonomamente con dinamiche diverse mi hanno fatto vacillare, ma l’affrontare le difficoltà ha fatto in modo che questo viaggio divenisse ancor più proficuo e mi ha dato la possibilità di maturare. Il mondo infatti è come un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina, ragion per cui mi sento fortunato ad essermi sentito cittadino del mondo.

Ugualmente eccezionale è stata anche la settimana finale nel “Camp Kanga”. Ho avuto la possibilità di conoscere tantissimi ragazzi di altre nazionalità con cui si è instaurato sin da subito un forte legame e con cui ancor oggi sono in contatto. Non eravamo un semplice gruppo di ragazzi ma una vera e propria famiglia che viveva assieme un’avventura mozzafiato. Dal momento in cui ci svegliavamo sino al momento in cui ci addormentavamo era una continua occasione di divertimento e di condivisione.

Mai nella mia vita avrei pensato di fare “sub” nei fondali della barriera corallina o sci sull’acqua, due sole delle attività che hanno animato questo campo che posso definire sicuramente come una tra le esperienze più belle della mia vita. 
A chi mi domanda perché ho deciso di partire per questo viaggio solitamente rispondo che so bene quel che lascio, ma non quello che cerco, ed io mi sono imbattuto in un’esperienza che mai dimenticherò.