Il nostro sito fa uso di cookies per migliorare la tua esperienza di navigazione. Continuando a navigare accetti l'uso di questi file.

ITALIA: what else?

 

Il 26 giugno 2014 inizia la mia avventura alla scoperta dell’Australia, quel paese che fin da piccola mi aveva affascinato e che avevo sempre sognato di visitare. Dopo un viaggio lunghissimo – che a me è parso interminabile – eccomi arrivata alle due di notte all’aeroporto di Perth, capitale dell’Australia Occidentale dove ad aspettarmi ho trovato la mia host mom la quale fin da subito si è mostrata molto disponibile e gentile, disposta a rispondere alle mie infinite domande su tutto ciò che mi circondava. 

Durante le 3 settimane e mezzo trascorse nella Swan Valley a Perth, ho avuto modo di visitare tantissime realtà diverse da quella a cui sono abituata qui in Italia: mi sono bagnata i piedi nell’Oceano (solo i piedi, purtroppo.. Ricordiamoci che lì è pur sempre inverno!), ho fatto un giro nel deserto australiano e ho visto e accarezzato tantissimi canguri e koala. 

   

Inoltre ho avuto occasioni di andare all’acquario, allo zoo, al museo dei dinosauri, alla galleria d’arte e a fare un giro nel centro della città di Perth nella quale si stagliano grattacieli altissimi affiancati al tempo stesso da immensi parchi verdeggianti dai quali si gode di una vista sulla città che fa rimanere senza fiato. 

  

Ho gustato alcune specialità tipiche come la vegemite, le meat pies e la carne di canguro, ho mangiato il migliore fish and chips della mia vita al porto e ho assaggiato ogni tipo possibile di vino – dato che la zona dove abitavo era la regione più famosa di tutta l’Australia per le sue vigne.

Sono stata ospitata insieme a Mercedes, una ragazza messicana della mia età con cui ho immediatamente legato. Il fatto di avere sempre una spalla su cui contare, con cui ridere e scherzare, che condividesse la mia stessa esperienza in un paese così lontano da casa è stata decisiva. Sono sicura che la nostra amicizia sarà duratura, ormai Mercedes è diventata una vera e propria sorella!

Abbiamo anche trascorso 4 giorni a Geraldton, un’altra città importante dell’Australia Occidentale dove una delle figlie dei miei hostparents vive con la sua famiglia. Sono stati dei giorni fantastici, abbiamo avuto occasione di vedere il sole tramontare sull’Oceano Indiano direttamente dalla terrazza della loro casa che si trovava proprio in spiaggia. Sono rimasta a bocca aperta! 

Rimanevo sempre affascinata da ogni luogo che visitavamo, dato che i paesaggi erano davvero immensi e spettacolari, così diversi da quelli a cui sono abituata.

  

Sono riuscita persino ad abituarmi agli interminabili viaggi in macchina visto che è normale per un australiano dover viaggiare anche ore per spostarsi da una città all’altra. Addormentarsi in macchina è diventato un talento che sono riuscita ad acquisire in quelle settimane ;)

Il tempo volava e in men che non si dica mi sono ritrovata a dover fare la valigia – che per il troppo shopping si è persino rotta in aeroporto! – per andare a Sydney nelle cui vicinanze si trovava il Camp Kookaburra, dove avrei passato la mia ultima settimana in Australia.

 

Il camp è stato senza ombra di dubbio la rivelazione di questa esperienza dato che non mi aspettavo davvero di divertirmi così tanto. Eravamo in 32 ragazzi da ben 18 nazioni diverse: dalla Finlandia al Giappone, dalla Turchia all’India, dalla Spagna alla Palestina. 

Incontrare così tanti ragazzi da così tanti posti diversi, ognuno con le proprie esperienze, tradizioni e lingue mi ha davvero aperto gli occhi in quanto mi ha fatto capire quanto c’è del mondo che voglio scoprire, quanti posti voglio ancora visitare e quanta gente voglio conoscere. Al di là di ogni differenza, in fondo eravamo tutti ragazzi riuniti in quel bellissimo paese, accomunati dagli stessi desideri e sogni che superano ogni barriera geografica o linguistica. Ho stretto delle amicizie profonde che sono sicura dureranno anche in futuro!

Abbiamo visitato numerosi luoghi nei dintorni del camp ma decisamente la visita a Sydney è stata quella che mi ha affascinato di più: sono infatti rimasta stregata dall’Opera House, il simbolo con cui viene identificata la città. 

 

Non mi scorderò mai l’ultima sera al camp: dopo la festa e la musica, siamo rimasti tutti svegli fino alla mattina successiva, parlando e scherzando, consapevoli che sarebbe stata l’ultima notte tutti insieme sotto lo stesso tetto. Purtroppo la mattina è arrivata ed è stato il momento degli addii e delle lacrime che sembravano non finire. 

Il 28 luglio, durante il volo di ritorno in Italia, mi sono resa conto che il mese migliore della mia vita era volato e ho fatto una promessa a me stessa: prima o poi ritornerò in Australia, quel paese che mi ha rapito il cuore, e che sogno di rivedere il prima possibile!