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ITALIA: what else?

Comunicatami la possibilità di partecipare al Lions Student Exchange, la scelta della destinazione si è rivelata fin da subito difficile, è proprio vero che il mondo è grande!
Inizialmente avevo optato per un Paese europeo, una sorta di test anche per il futuro... ma quando mi è stata proposta l'Australia non ho saputo resistere!

Il giorno della partenza si avvicina , e l’emozione, mista ad un po’ d’ansia cresce… vista anche qualche difficoltà a mettersi in contatto con la famiglia, ma per il 28 giugno tutto si è sistemato al meglio. Non resta che sconfiggere la mia paura di volare e partire per un viaggio di 20 ore totali circa, con destinazione Melbourne, dove la mia host family e il mite inverno accolgono me e Melissa, altra italiana che abiterà a qualche chilometro di distanza, a cui diamo un passaggio. Nonostante il divertente inconveniente dei panni puliti dimenticati nel baule dell’auto, riusciamo a caricare i bagagli e in un paio d’ore siamo a casa. Mi colpisce subito la vastità della natura, il paesaggio è dominato da prati, piccole foreste e fattorie fin fuori dall’aereoporto. Le case basse, di legno e in alcune zone rialzate per contrastare gli allagamenti, paesini o piccole città distanti almeno un paio di kilometri tra loro… inizio a realizzare pian piano di trovarmi dall’altra parte del mondo.

Mi ci vogliono due-tre giorni per recuperare il fuso orario, appena in tempo per andare una settimana con Jensie, mia host sister, dai simpaticissimi zii appena fuori Melbourne, che mi fanno subito sentire a mio agio. La zia ha dei cavalli, animali con cui non ero ma entrata particolarmente in contatto, e mi dà qualche dritta per poter dare una mano a gestirli, e in seguito provare a cavalcarli. Essendo appena fuori città ne approfittiamo per un veloce giro a Melbourne e per visitare lo Zoo. Arriva anche il giorno del mio compleanno, che festeggiamo nel migliore dei modi in un lussuoso ristorante in città. La settimana passa in fretta, e torniamo a casa, dove Sandy, la mamma, è piuttosto impegnata nella gestione di un Pub appena aperto, e dove ho comunque modo di conoscere l’amore degli ‘Aussie’, così si definiscono gli australiani, per la birra e la compagnia. Nel fine settimana appuntamento allo stadio con lo sport nazionale, il Footy: un divertente mix tra calcio, rugby e football americano.

La terza ed ultima settimana in famiglia ricomincia la scuola. Il primo giorno sto con Jensie, nell’anno 11, equivalente alla nostra 4^ superiore, mentre i due giorni successivi decido di trascorrerli alla scuola primaria, dove insegna la host mother di un’altra ragazza italiana, che gentilissima riesce subito a mettere a proprio agio sia me che i bambini, un po’ spiazzati dal conoscere una ragazza che parla uno strano inglese e proveniente da un posto chiamato ‘Italy’. Bastano poche ed essenziali domande ("In italia avete il fuoco?") per entrare in confidenza, anche se l’ora di salutarci arriva inesorabilmente in fretta. La stessa sera tutti noi, famiglie e ragazzi ospiti del distretto, siamo invitati a cena dai Lions locali e ci siamo presentati agli invitati.

Mancano pochi giorni alla partenza per il camp, e ne approfitto per andare a Melbourne con altre ragazze tedesche, dove Hannah, host sister di una di loro, ci fa da guida turistica. Concludiamo la giornata salendo sullo Skydeck, il grattacielo più alto dell’emisfero sud, dove ci attende la spettacolare vista dall’alto della città in notturna.

Ho solo un giorno per rifare le valigie e conoscere papà e sorella di Jensie, appena rientrati dal Canada, sempre molto gentili e simpatici, per poi passare l’ultima notte con la numerosa famiglia di Melissa, che ci porta all’aereoporto il mattino seguente: destinazione Brisbane e poi Prosepine, Camp Kanga.

Il Whitesunday Airport si rivela una casetta quasi più piccola dell’aereo, e all’atterraggio si ha la sensazione di atterrare sulla foresta circostante. I responsabili ci attendono in pullman e in un’oretta siamo al camp, dove ritroviamo alcuni italiani già conosciuti il giorno della partenza e vari altri ragazzi europei e non. Gli alloggi sono vari piccoli bungalow, nel mio caso condiviso con una ragazza finlandese, Hanniina.

Il cambio di clima è evidente, e si cerca di attemperarsi a suon di granite. A ciascuno spetta una piccola sacca contenente, tra le altre cose, tim-tam e vegemite (entrambi prodotti molto popolari), oltre al programma, che si rivela subito entusiasmante: gita al lago di Prosepine con canottaggio/sci d’acqua, snorkeling sulla barriera corallina, visita alla foresta pluviale, rafting sull’oceano ecc.

Questo unito a varie attività serali, tra cui i giochi a squadre, le presentazioni dei nostri Paesi, la Bush Dance, molto divertente contrariamente a quanto mi aspettassi, Christmas in July, anche se ben lontani dall’abituale atmosfera natalizia, e molto altro, senza ovviamente tralasciare la variegata compagnia, tra cui ci sono ben 6 ragazzi australiani.

Peccato per il falò dell’ultima sera, annullato a causa di problemi tecnici, anche se tutti ne hanno approfittato per il classico firma-magliette. Asciugate le lacrime dopo la partenza dal camp, ci si appresta a volare a casa… e mentre vedi Brisbane allontanarsi ripensi a tutte le persone conosciute e ai posti visti in quel mese, passato decisamente troppo in fretta.

Grazie Australia, e grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questa fantastica esperienza

 

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