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ITALIA: what else?

Sono partita la mattina dell'undici luglio dalla mia casetta di Arceto, in provincia di Reggio Emilia, in direzione dell'aeroporto di Bologna carica di aspettative e, ammettiamolo, ANSIA.
Era la prima volta che sarei salita su un aeroplano come era anche la prima volta che sarei stata lontana da casa (da sola) per così tanto tempo, ma non ero spaventata: non vedevo l'ora di partire alla volta di questa nuova ed emozionante avventura.

 

Arrivai all'aeroporto di Billund verso le sei di sera dove la mia host-family già mi stava aspettando da qualche ora; ci presentammo e ci abbracciammo prima di salire in macchina per un viaggetto di un'oretta e mezza circa verso quella che sarebbe stata la mia casa e la mia città per la settimana a venire :                Sønderborg, nel sud della Danimarca.

La settimana passata con la mia host-family è stata fantastica! Molte persone sostengono che la gente scandinava sia fredda e distaccata, ma personalmente devo contraddirli. Certo, non siamo ai livelli dell'ospitalità italiana, sia chiaro, ma sono rimasta molto stupita dalla loro cordialità e dalle attenzioni che mi dedicavano!
Abbiamo fatto molte escursioni in bicicletta e devo confessare che ero TERRORIZZATA. I danesi amano tantissimo andare in giro in bicicletta (nelle grandi città è normalissimo vedere grandi strade riservate solamente ai ciclisti), e di conseguenza bisogna stare estremamente attenti al fine di non rischiare di essere travolti!

Oltre a questo, abbiamo visitato qualche città nei dintorni di Sønderborg, siamo andati in un parco a tema e insomma, è stato bellissimo!

L'adattamento è stato, inizialmente, parecchio difficile, soprattutto per quanto riguarda il cibo e gli orari dei pasti ( insomma dai, chi è che cena alle 5.30?! ), ma poco a poco ci ho fatto l'abitudine.
Ecco, forse l'unica cosa che rimprovero alla mia host-family e alla quale non mi sono riuscita completamente ad adattare, è stato il fatto che i miei genitori fumavano in continuazione anche dentro casa e diventava per me molto difficile passare il mio tempo con loro, soprattutto i lunghi pomeriggi in cui la mia host-sister doveva lavorare ; ma non ho detto niente : dopotutto, ero io l'ospite ed ero io che dovevo regolarmi e adattarmi ai loro stili di vita.

Le altre due settimane, dal diciotto luglio al primo agosto, le ho invece passate in un Leo Camp vicino a Kolding, nella Danimarca centrale ed è stato

TOTALLY A W E S O M E.

Davvero, l'esperienza in famiglia è stata bellissima, ma non si può neanche paragonare con quella del camp!
Eravamo 27 ragazzi provenienti da 20 paesi differenti: dall'America al Giappone o dal Messico alla Polonia, e lo Staff era formato da giovani Leo membri di tutti i diversi Leo Club danesi.
 
Un fattore che ci ha unito molto, sia noi YES che i ragazzi dello Staff, penso sia stato quello dell'età: eravamo essenzialmente tutti coetanei, dato che la ragazza più piccola aveva 17 anni e il ragazzo più grande 24!
Al Camp abbiamo fatto qualsiasi tipo di attività possibile!

Giochi di squadra, battaglie con l'acqua, ci siamo improvvisati pittori, ballerini, attori, cantanti ( terribili, ma hey l'importante è divertirsi! ) abbiamo visto come i Vichingi vivevano, abbiamo fatto canoa in mezzo ai cigni e abbiamo constatato a caro prezzo che non sono animali molto socievoli (si, ci hanno attaccato e ci siamo cappottati).

Due settimane sembrano tantissimo tempo, ma quando lo passi con le persone giuste, non ti accorgi nemmeno di quanto esse passino veloci.

Un giorno arriviamo e quello dopo bisogna già ripartire!

L'ultimo giorno di Camp è stato un totale disastro: abbiamo praticamente pianto tutta l'acqua che avevamo in corpo.
È dura lasciarsi con la consapevolezza che sicuramente qualcuno di loro non lo si rivedrà mai più, ma ci siamo lasciati con la promessa di tenerci in contatto il più possibile e di riorganizzare una rimpatriata fra qualche anno.

È stata un'esperienza fantastica e quando sono tornata a casa dopo una serie di disavventure (quali l'aver quasi perso l'aereo e l'aver smarrito la valigia) sentivo di essere cambiata per il meglio.
Se prima ero più timida e riservata quando dovevo fare nuove conoscenze, adesso sento di essere molto più aperta e di aver molte più cose da dire.
Inoltre questo scambio è stato molto utile anche dal punto di vista linguistico : modestamente, dopo aver parlato inglese ininterrottamente per tre settimane, vedo di aver fatto grandissimi progressi che mi saranno molto ultili nella mia carriera scolastica!

Quindi, in conclusione, vorrei ringraziare calorosamente il Lions Club di questo distretto per avermi dato la possibilità di vivere questa esperienza che mi ha veramente cambiato la vita: adesso ho amici in tutto il mondo e una valigia di ricordi ed esperienze che mi porterò per sempre con me.

TAK!


 

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