Il tutto è cominciato quando la presidentessa del leo club della mia città ha presentato a scuola un progetto nel quale dovevamo disegnare una locandina inerente al periodo tra le due grandi guerre, che sarebbe stata usata anche per un convegno inerente appunto al tema della guerra.
Non fummo in molti a partecipare a questa iniziativa, tuttavia mai mi sarei aspettato di vincere! Quando ricevetti quella telefonata, che avrei vinto un viaggio in un paese europeo, ero al settimo cielo.
Poi però iniziarono anche i primi dubbi e le prime ansie, “ma ce la farò a stare via 3 settimane da solo?”, “sarò in grado di orientarmi in aeroporto?” “e se mi trovo male come faccio?”.
Finalmente arrivò la tanto attesa mail che mi comunicò che il paese che avrei visitato sarebbe stato la Finlandia. A dir la verità ero un po’ sorpreso, perché la Finlandia non è uno di quei paesi che “si visitano spesso”, eppure sapevo pochissimo su questa zona e ho iniziato ad informarmi, leggendo anche le recensioni sul sito dei lions.
Mano a mano che il giorno della partenza si avvicinava aumentava anche quella sensazione di curiosità e voglia di partire e di vivere questa esperienza, mista a quel poco di paura che si ha quando si affronta qualcosa di nuovo. Partire non significava soltanto esplorare un posto nuovo, assaporare una nuova cultura, ma anche mettere alla prova me stesso.
E così, arrivò anche il giorno della mia partenza. Dopo 8 lunghissime ore di viaggio (per via anche degli scali effettuati in vari aeroporti) arrivo finalmente a Turku. A causa di alcuni problemi dovuti a ritardi aerei e impegni della mia host family, ho trascorso la prima notte nella host family di un’altra ragazza italiana, Irene, anche lei parte del programma degli scambi giovanili.
Il secondo giorno conosco finalmente di persona la mia host family, la famiglia Hokkanen, persone gentilissime e ospitalissime (come anche la famiglia che mi ha ospitato la notte prima). Durante il tragitto verso casa, nella città di Kokemaki, abbiamo parlato di tutto e mi sono sentito subito a mio agio. Certo, il mio inglese (come il loro, tra l’altro) non era dei migliori ma già dopo qualche giorno mi veniva più facile e spontaneo utilizzarlo.
Durante la settimana di permanenza in questa famiglia ho fatto di tutto, ho partecipato alla loro vita quotidiana come se fossi stato un membro della loro famiglia (anzi, lo ero), spesso gli accompagnavo al supermercato o gli aiutavo a svolgere qualche lavoretto “fai da te” in casa (tutto di mia spontanea volontà, non mi hanno mai obbligato a fare nulla). Ho visitato una tipica foresta finlandese con il mio host father Jari che, appassionato e preparatissimo sulla flora locale, mi ha insegnato tante cose su varie piante e abbiamo anche assaggiato delle bacche. La mia host mother Kriistina era anche una brava cuoca e mi ha cucinato tipici piatti finlandesi, come varie zuppe e molti cibi a base di patate; anche io ho cucinato per loro gli spaghetti alla carbonara per fargli assaggiare i sapori italiani. Una delle cose che mi ha colpito di più è stato bere il latte a tavola, cosa totalmente inusuale per me!
Nel corso degli altri giorni ho fatto tantissime nuove esperienze, una gita in kayak, visite alla città di Kokemaki e Rauma, ho guardato una partita di pesapallo (sport simile al baseball), ho fatto molte saune, ho mostrato loro le foto dei paesaggi tipici della mia zona e ho trascorso anche un po di tempo assieme alla mia host sister Eljna e il mio host brother Mikko; purtroppo non ho avuto modo di vedere l’ultimo membro della famiglia, Lauuri, poiché era via per lavoro.
È stato incredibile come in così poco tempo mi sia trovato a mio agio con persone mai viste prima e come mi fossi ormai abituato a uno stile di vita che non era il mio (ormai bevevo caffè finlandese e bevevo latte a tavola come l’avessi fatto da una vita).
In un batter d’occhio arriva la seconda settimana e devo cambiare host family, un po’ a malincuore perché mi ero affezionato alla famiglia Hokkanen ma anche con la curiosità e la voglia di dialogare con la mia seconda host family, la famiglia Alanen.
Anche nella seconda famiglia mi sono trovato subito a mio agio, ho dialogato molto anche se ho fatto fatica a parlare con la mia host sister Minttu (10 anni) e il mio host brother Lukka (6 anni) poiché non conoscevano l’inglese, ma questo non è stato di intralcio a socializzare perché mi sono subito trovato fuori a giocare con loro e tutti i giorni mi cercavano per fare qualcosa in loro compagnia. Anche la settimana trascorsa con questa famiglia è stata formidabile, ho cavalcato un cavallo per la prima volta e ho visitato diverse volte Pori durante la manifestazione del Pori jazz Festival in compagnia di Irene; siamo stati pure intervistati da una radio locale che ci ha chiesto se ci piaceva la finlandia e cosa avremmo fatto nei giorni seguenti!
Arriva così anche il momento di salutare la famiglia Alanen e di partire per il campo a bordo del galeone Ihana, assieme a ragazzi e ragazze provenienti da tutta Europa. Il periodo durante il campo è stato a mio parere il più bello, abbiamo visitato numerosissime isole dell’arcipelago Mariehamn e passato dei bellissimi momenti assieme tra passeggiate, bagni in mezzo al mare, saune, musica, balli, la notte che sembra un tramonto infinito e moltissime altre esperienze indimenticabili. Ovviamente da bravi marinai toccava a noi ragazzi gestire la nave e quindi pulire, fare da mangiare e persino guidare era compito nostro (aiutati da mani esperte). L’unica scomodità è che eravamo in 20 ma i letti erano 10, perciò ognuno di noi era costretto a condividere il proprio letto con qualcun altro, ma nonostante tutto si era contenti di farlo poiché questo ci ha aiutato a socializzare molto e ad organizzarci in turni in modo che mentre uno dormiva l’altro “lavorava”.
La mansione più scomoda era forse quella di dovere stare svegli alla notte per sorvergliare il ponte della nave. Certo, a nessuno solo a pensarci piacerebbe l’idea di passarsi 2 ore di notte al freddo mentre potrebbe starsene al caldo a dormire…
E invece era uno dei momenti più belli, preferivano tutti parlare piuttosto che isolarsi al telefono, e il tempo passava talmente in fretta e piacevolmente tanto che quando era ora di andare a dormire quasi ti dispiaceva. Il paesaggio che ci circondava era veramente mozzafiato, con colori sovrannaturali, un’atmosfera che aveva del magico in sé.
Purtroppo anche questa esperienza è giunta al termine, ci siamo salutati tutti amichevolmente, qualcuno anche con qualche lacrima agli occhi perché affezionarsi tanto ad altre persone e sapere che sarà difficile rivederle in futuro per via delle distanze porta dispiacere… ma allo stesso tempo ci siamo scambiati i numeri di telefono per tenerci in contatto!
All’arrivo vi erano entrambe le mie host family che sono venute a salutarmi e mi hanno lasciato in dono alcune caramelle tipiche (i salami akki, di cui ne vado matto) e anche un libro.
Dentro in me vi era un misto di contentezza con quel pizzico di dispiacere poiché sapevo che stava tutto per finire. Dopo aver salutato la famiglia Hokkanen passo la mia ultima notte nella famiglia Alanen e inizio il mio ritorno in Italia.
È stata un esperienza a dir poco unica, ho solo bei ricordi di questo periodo e ho avuto modo di conoscere la cultura finlandese e di imparare moltissime altre cose sui paesi degli altri campers. Quando sono tornato a casa mi sentivo diverso, più sicuro di me stesso poiché avevo superato questa “sfida” di partire da solo, e con tanta voglia di viaggiare e di scoprire altri luoghi e culture nel mondo.
E tutto questo lo devo ai Lions.
Grazie di cuore!