Alle 10.30 del 19 luglio 2015 è iniziata per me un'avventura inedita e sorprendente; di lì a poco avrei iniziato un programma di scambi giovanili organizzato dal Lions Clubs International, premio di un concorso scolastico che con qualche meraviglia mi ero aggiudicato a gennaio!
Ero contento certo, ma allo stesso tempo timoroso; avrei dovuto parlare esclusivamente inglese con persone mai viste prima, in un Paese in cui non ero mai stato e che non conoscevo assolutamente: la Fionlandia.
Per fortuna, però, già all'aeroporto di Venezia e poi ancora ad Helsinki ho trovato altri ragazzi italiani con i quali avrei compiuto il viaggio.
Per fortuna, però, già all'aeroporto di Venezia e poi ancora ad Helsinki ho trovato altri ragazzi italiani con i quali avrei compiuto il viaggio.
Così tutti insieme siamo arrivati a Kuopio nel tardo pomeriggio ed abbiamo trovato ad aspettarci due dei nostri host fathers, tra cui il mio.
Così ho fatto la conoscenza di Rejo, che all'inizio mi è sembrato un uomo parecchio serio, ma che nei giorni successivi si è dimostrato un tipo simpatico e alla mano.
Con lui il Signor Asko Saatsi, amico di Rejo, sindaco di Nurmes, presidente del North Carelia Camp (dove sarei finito una settimana dopo) e componente di spicco del Lions Club locale.
Così ci siamo diretti verso quella che sarebbe stata la mia host family, ovvero la famiglia che mi avrebbe ospitato fino a fine mese di luglio.
Con piacere, poco prima di arrivare, ho appreso che un'italiana, Michela Segato, era stata sistemata nella famiglia di Asko, a solo un chilometro di distanza dall’abitazione della mia. Saremmo presto usciti la sera insieme ad un altro ragazzo ospitato da Asko, il giovane Ryan dall'Alaska.
Una volta arrivato nella famiglia a cui sono stato affidato ho fatto la conoscenza della tenera Hanna, la madre (moglie di Rejo), e dei loro figli: Helena di 16 anni, Reko di 19 e Sipi di 26.
Così ho passato una settimana e mezza con loro, uscendo qualche sera con Michela per i locali di Iisalmi, la cittá in cui vivevo temporaneamente: una bella esperienza che mi ha insegnato molto.
Devo dire però che, nonostante fossi capitato in una delle migliori famiglie tra quelle che potevo trovare, durante la mia permanenza ho dovuto trascorrere parecchie ore noiose in quanto gli interessi e i modi di divertirsi dei miei coetanei finlandesi sono parecchio diversi dai miei e da quelli dei giovani italiani in generale; la colpa non é certo stata loro, ma è dovuta semplicemente al confronto tra due culture particolarmente diverse.
Devo dire però che ho passato anche dei momenti molto belli e caratteristici: saune, bagni al lago, corse di cavalli e party del venerdì sera hanno compensato ampliamente quella piccola difficoltà.
Infatti al momento dell'addio mi è spiaciuto parecchio doverli lasciare e ho sperato che quello non fosse davvero un addio, ma un semplice "arrivederci".
Sono partito, dunque, alla volta del Campo che avevo precedentemente indicato come preferito e vi ho trovato una delle compagnie più simpatiche della mia vita.
Io sono arrivato tra i primi insieme a Michela e nelle ore successive abbiamo conosciuto man mano tutti gli altri ragazzi che avrebbero soggiornato con noi; provenivano da diversi paesi europei, ma anche dagli USA, dal Brasile e dal Giappone.
Tutti ragazzi diversissimi tra loro, ma di una simpatia davvero unica.
Dopo un primo giorno di conoscenze e parecchia timidezza da parte mia ci siamo aperti e dal terzo giorno eravamo giá come una grande famiglia.
Una settimana stupenda. Un'esperienza unica ed indimenticabile.
Io ho trovato altri 6 italiani, su 34 giovani partecipanti al Campo, e pertanto è stato molto facile per me anche se il mio inglese è pessimo perché trovavo sempre dei traduttori o comunque altri ragazzi che mi capivano e mi facevano comprendere anche agli altri. Effettivamente se uno non sa bene l'inglese non può godersi appieno questa esperienza; infatti ho visto anche altri ragazzi che non socializzavano mai perché appunto non sapevano bene l'inglese e non penso proprio che si siano divertiti come avrebbero potuto.
Superato questo ostacolo, l'unico problema che rimane é il cibo: pessimo davvero! Quasi ogni piatto era insipido o troppo saporito, cotto troppo o troppo poco e spesso asciutto. Se si ha un palato molto delicato è una tortura, ma se non si é troppo schizzinosi si sopravvive più che bene, anche perché si trova sempre tutto in grande quantità.
Detto questo non ho altre critiche da fare e non posso che lodare tutto il resto: le attivitá, i giochi, la compagnia ecc ecc.
Un'ottima esperienza insomma che consiglierei a tutti.
Se tornerei? Assolutamente si! Magari, però, preferirei restare più giorni al Campo.