Dopo un volo aereo durato un’intera giornata, sono atterrata in Giappone. Sapevo ben poco di come sarebbe stato il mio viaggio, e non mi sarei mai aspettata che questa sarebbe stata la più bella esperienza della mia vita.
Non avevo ricevuto molte informazioni né sul soggiorno né sulle mie famiglie ospitanti: sapevo solo che avrei passato il mese a Tamano, una città di 70.000 abitanti nella prefettura di Okayama, situata nella zona tra Hiroshima ed Osaka.
Arrivata all’aeroporto di Osaka ho trovato il signor Akano, un membro del Lions Club, che ha accompagnato me ed Elisa, un’altra ragazza italiana che aveva viaggiato con me, in stazione a prendere il treno ad alta velocità. Già in queste prime ore ho notato come il Giappone sia diverso dall’Italia, dalle bevande e confezioni di cibo eccentriche e colorate alla gente che si mette ordinatamente in fila per entrare nel treno. Durante il tragitto da Osaka ad Okayama, durato meno di un’ora, io ed Elisa abbiamo notato con un po’ di imbarazzo che eravamo le uniche persone in tutto il vagone a chiacchierare e fare rumore.
Una volta scesa ho trovato una grandissima sorpresa: entrambe le mie famiglie e i membri del Lions Club erano venuti ad accogliermi con tanto di bandiera italiana, cartelli e striscioni con scritto "benvenuta Francesca".
Dopo i primi abbracci e presentazioni e qualche mio tentativo di dire "Hajimemashite, watashi wa Francesca desu" (piacere di conoscerla, io sono Francesca) pronunciato molto male, ma che a loro aveva fatto molto piacere, abbiamo iniziato con le foto di gruppo, tutti rigorosamente con le mani posizionate a formare il segno della pace (cosa che, come ho in seguito notato, fanno quasi sempre in ogni foto sia i bambini che gli adulti e gli anziani).