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ITALIA: what else?

Il bilancio finale del viaggio è stato positivo, anche se sfortunatamente a Città del Messico per un ritardo aereo ho perso l'aereo successivo e il personale dell'aeroporto a cui chiedevo dei chiarimenti e delle indicazioni o non era qualificato o per una informazioni pretendevano la mancia e così alla fine ho dovuto passare la notte in aeroporto.

Nella sfortuna, io e l'altra ragazza italiana con cui ho fatto il viaggio, lì abbiamo trovato anche la terza ragazza italiana che doveva andare a Merida e così abbiamo passato la notte in aeroporto insieme.

La mattina seguente siamo riuscite a partire e ad arrivare a destinazione. 

Una volta a destinazione io ho passato 5 giorni con una famiglia, dove era presente anche una ragazza polacca che faceva parte del progetto dei Lions.

Con questa famiglia abbiamo visto molte cose interessanti come monumenti riferiti ai Maya e alla loro cultura, anche perché la nonna sapeva moltissime cose su tutto; ho anche potuto assaggiare piatti tipici e osservare nel loro habitat naturale le iguane e altri animali, ma stando in Messico ho anche visto molta povertà e questo mi ha fatto riflettere sulla fortuna che io ho in Italia.

La famiglia con cui ho passato i primi 5 giorni è stata molto gentile; la signora con cui abitavo voleva che la chiamassi nonna e lei mi trattava come se fossi sua figlia o nipote.

 

Dopo 5 giorni sia io che la ragazza polacca, siamo andate altri 5 giorni presso un'altra famiglia composta da una signora che guardava sua madre di 96 anni, aiutata da una badante, però aveva chiamato in più ad aiutarla sua sorella che sapeva anche molto bene l'inglese e tutti insieme siamo andati nella loro casa sulla spiaggia.

Lì non prendeva internet e ho passato 5 giorni di puro relax, senza la tecnologia, ma così ho potuto staccare la spina e dedicarmi ad ammirare la bellezza della natura, osservando l'alba e il tramonto.

Anche in questa famiglia mi sono trovata molto bene e ormai avevo preso più dimestichezza con il Messico e con lo spagnolo e mi sentivo sempre più a mio agio.

In questa famiglia ho potuto anche assaggiare delle specialità culinarie yucateche ed erano buonissime.

Per concludere l'esperienza, ho passato gli ultimi giorni nel campus che era situato in un hotel, insieme ad altri ragazzi di altre nazionalità.

Il tempo passato lì è stato molto costruttivo perché c'era un elevato scambio culturale, tanto che ho imparato delle parole in ceco e anche molte parole in cinese; ci siamo confrontati sul programma scolastico della propria nazione, sulle tradizioni locali e sulle credenze religiose, ma tutto questo ci è servito per scoprire qualcosa in più di ogni popolo e non per creare conflitti.

I ragazzi sono stati molto contenti di scoprire meglio l'italia, lo sport, il cibo e gli abbiamo insegnato anche molte parole italiane.

Il campus proponeva della attività e grazie a queste ho imparato a ballare la salsa, siamo andati a visitare Chichen itza di giorno e di notte, il museo dei Maya e altre strutture relative ai Maya e abbiamo potuto assaggiare dei cibi tipici del posto.

A mio parere l'unica pecca del campus era che il programma del giorno non veniva detto a tutti o non lo si scriveva su una bacheca, per esempio io le cose le scoprivo quando ero arrivata nel luogo e facevamo l'attività e molto spesso i pasti erano decisi da loro e se tu eri intollerante a qualche cibo al momento di pranzare eri obbligato a pagare di tasca tua.

Per il resto per essere il mio primo campus a me è piaciuto; in più noi ragazzi, visto che delle volte si ritornava presto in albergo e lì c'era la piscina, ci fermavamo a chiacchierare fino a tarda notte intorno ad essa.

Ringrazio molto tutti quanti per avermi permesso di fare questo viaggio, perché ho potuto superare i miei timori  ed esplorare e conoscere in fondo una cultura a me sconosciuta.