Se devo essere sincera, l'idea di partire per la Romania non mi entusiasmava per niente, forse perché non sapevo ancora che sarebbe stata l'esperienza più bella della mia vita.Il mio soggiorno rumeno si può suddividere in due fasi, l'una molto diversa dall'altra: l'esperienza in campo, e quella in famiglia.
Sono partita il 5 luglio, e dopo aver dormito una notte a Bucarest con persone che poi sarebbero diventate carissimi amici, parto per la Transilvania. Non nascondo il fatto che all'inizio mi sentissi abbastanza spaesata, e le due ore e mezza di camminata per arrivare al rifugio dove avremmo alloggiato per 12 giorni di sicuro non hanno contribuito a migliorare la situazione. Eravamo 20 ragazzi, 10 maschi e 10 femmine, con età compresa tra i 19 e i 22 anni, per cui (sebbene con qualche difficoltà iniziale nel parlare inglese) abbiamo tutti stretto amicizia molto in fretta. Il "topic" del camp era la montagna, per cui il nostro programma (eccetto qualche giorno di relax all'acqua park) includeva giochi nei boschi e scalate sulle vette della Transilvania (quel temutissimo hiking), roba alla quale non ero minimamente preparata.
All'inizio è stato difficile, perché non è cosa da tutti i giorni giocare a mosca cieca in mezzo alla foresta e arrampicarsi a 2000 metri d'altezza con il diluvio universale, però non mi rendevo conto che tutte queste cose rendevano sempre più compatto il nostro nuovo gruppo; venivamo dall'Italia, dal Messico, dalla Romania, dalla Bulgaria, dalla Danimarca, dalla Turchia, dal Taiwan e dall'Iran, e in 12 giorni siamo diventati un'unica, grande famiglia, perché abbiamo imparato che era l'unione a fare la forza, che la condivisione è il più importante gesto di amicizia, che quando si fa qualcosa "o tutti o nessuno", che tutti abbiamo
qualcosa che ci rende unici nel gruppo, e che non è vero che chi fa da sè fa per tre, ma tutto il contrario. Ho
stretto amicizie che sono sicura che dureranno tutta la vita, ho imparato a parlare inglese molto meglio, e ho imparato a conoscere altre usanze e altre culture. Il distacco è stato tragico, e tra pianti e abbracci mi sono spostata con la mia host family al nord della Romania. Ho avuto la fortuna di capitare in una famiglia splendida, che mi ha permesso di visitare le bellezze della Romania e di farmi divertire il più possibile. È stata un'esperienza indimenticabile, che mi ha permesso di crescere e aprire la mente, e di sicuro in Romania ci tornerò, perché ci ho lasciato tanti affetti e tanti ricordi.