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ITALIA: what else?

La mia avventura è iniziata il 16 luglio, giorno in cui sono salita sull’autobus che mi avrebbe portato a vivere la mia prima esperienza lionistica. Il viaggio è durato 18 ore, un sacco di tempo per poter pensare a quello che mi avrebbe aspettato in un paese tutto da scoprire, la Slovenia. 

Appena arrivata all’autostazione di Lubiana ho visto la mia host family correre verso di me per poi accogliermi con un caloroso abbraccio, inaspettato per il primo incontro. La prima settimana con loro passa in fretta alla scoperta di boschi, montagne, fiumi e nuovi sapori. Il momento dei saluti è il più tragico e le prime lacrime scendono tra le braccia della nonna che ogni mattina preparava uno strudel appositamente per me. Il viaggio tra Novo Mesto, il paesino in cui stavo, e Korte, prima location del camp, dura circa due ore; ore passate a ringraziarci a vicenda per la splendida settimana passata insieme… e anche qui non possono mancare le lacrime! 

 

È giunto il momento di lasciare Maja, Slavc, Rok e Nina per iniziare la parte più attesa del viaggio: il camp Catch the Rainbow 2015. Ad attendermi c’è tutto lo staff: Mirjam il camp director, Marko, Ana, Ema e Lea. Poi iniziano ad arrivare i 24 ragazzi provenienti da 15 paesi diversi e poco alla volta si forma un arcobaleno di colori, lingue e culture diverse. Basta la cerimonia di apertura e qualche gioco ideato dallo staff per fare subito amicizia (nonostante le difficoltà a ricordare e pronunciare i nomi dei vari campers!). 

 

I primi 5 giorni sulla costa passano in fretta tra visite guidate, spiagge, attività sportive, gite in barca presentazione dei vari paesi e… partieees! È quindi tempo di trasferirsi ad Ardegas, villaggio situato nella valle del monte Krvavec, dove si svolgerà la seconda parte del camp. Qui il tempo non è dei migliori, ma ciò non impedisce allo staff e ai campers di continuare il viaggio alla scoperta del Paese. Quindi partiamo tutti alla volta di Bled per visitare il suo castello ricevendo il grande onore di essere guidati dal sindaco della stessa cittadina. Ma essendo la Slovenia un paese ricchissimo dal punto di vista naturalistico e soprattutto di fiumi, è inevitabile conoscerne da vicino almeno uno; e quale sarebbe modo migliore se non quello di percorrerlo facendo rafting? Il giorno successivo finalmente ci rechiamo a Lubiana, la capitale, e la visitiamo in un modo alternativo, ovvero attraverso una caccia al tesoro organizzata alla perfezione dallo staff. Anche qui abbiamo l’onore di essere ricevuti dal sindaco il quale ci offre frutta, dolci e un piano per poter esprimere al meglio i legami creatisi tra i campers attraverso la musica. 

Dopo un altro workshop, un altro castello, lezione di balli tradizionali con musica dal vivo e un goulash preparato con le nostre stesse mani, la cerimonia di chiusura è alle porte e anche stavolta il tutto è decorato da litri e litri di lacrime. 

Prima di questo youth camp non avrei mai pensato che in Messico, dall’altra parte del mondo, ci fosse una persona così simile a me, che avrei trovato un’amica insostituibile in Macedonia, che avrei passato le più pazze avventure con una ragazza dell’Estonia, che avrei cantato a squarciagola canzoni brasiliane senza saperne una sola parola. 

Quindi a Mirjam, Ana, Lea, Ema, Marko, Primoz, Samuel, Mathilde, Søren, Taimi, Tellervo, Krista, Nina, Diana, Jonathan, Dorin, Lucrezia, Fabiana, Fabiola, Marija, Vladimir, Roberto, Octavio, Robert, Karolina, Jovana, Ana Isabel, Yigit, Emre, Ipek va il mio più sentito HVALA (grazie) per aver trasformato questo campo nell’esperienza più bella della mia vita. Ora ciascuno dei 16 paesi coinvolti in questo Catch the Rainbow 2015 conserva un pezzettino del mio cuore. 

Un ringraziamento ancor più grande va ai Lions, in particolar modo a quelli italiani e al distretto 108 YA per avermi selezionato e per avermi sempre affiancato prima durante e dopo il viaggio, al distretto 129 della Slovenia per avermi accolto. 

Senza di loro tutto ciò non sarebbe stato possibile.