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ITALIA: what else?

L'ansia era davvero tanta ma la gioia per l'imminente partenza aveva un che di incontenibile.
Questa avventura è iniziata la mattina del secondo piovoso giorno di agosto, quando la mia famiglia mi ha salutata all'aeroporto di Venezia augurandomi delle tranquille undici ore di viaggio.
Non posso certo dire che siano state le ore più rilassanti della mia vita ma l'incontro con la famiglia all'uscita dall'aeroporto di Detroit è stato qualcosa di magico che ha compensato l’agitazione.
Ad aspettarmi c'erano Odette, la madre, e il figlio più grande, Sameer, e non appena ho visto il foglio con scritto il mio nome ho provato un senso di riconoscimento spaventosamente piacevole. 

Entrambi mi hanno abbracciata ed ho subito capito di essere già entrata in sintonia con la host family.
Le due ore di macchina per arrivare a casa sono trascorse tra chiacchiere di conoscenza, risate e musica condivisa, probabilmente la ricetta migliore per dei rapporti solidi e duraturi.
Entrata in casa, Sami, il pater familias, mi abbraccia calorosamente dandomi il benvenuto in Michigan, sancito ufficialmente soltanto dal primo morso al panino dall'aria tutta americana che mi attendeva nel piatto; a tavola si sono presentati anche gli altri due fratelli, Alex e David, uno di 22 e l'altro di 13 anni, e non c'è stato il tempo per dire nient'altro perché una tempesta si è abbattuta su Sebewaing e città adiacenti facendo saltare la corrente e spaventando tutti.
Credo sia stata una specie di benedizione visto che, non essendoci stata connessione internet, ci siamo seduti tutti attorno al tavolo in salotto a giocare a carte e raccontarci la storia della nostra vita; è stato così che ho scoperto che sono originari della Palestina, che gestiscono un supermercato e che le due sorelle sono già sposate e vivono fuori casa con figli piccoli; ero emozionata all'idea di sperimentare due culture così differenti in un'unica volta.
Il legame con i ragazzi è stato molto forte da subito, tanto da coinvolgermi nei loro scherzi notturni praticamente dalla prima sera.


Le giornate non trascorrevano mai senza che ci fosse qualcosa per cui ridere di gusto, o essere profondamente grati: aiutare in negozio e conoscere la gente del posto, imparare a cucinare qualche piatto tradizionale arabo, un giro in quad con i fratelli, una serata in spiaggia fino all'alba o una partita di basket senza esclusione di colpi.
Io e Odette abbiamo partecipato alla gita di quattro giorni a Chicago organizzata dai Lions e così ho avuto la possibilità di conoscere anche gli altri exchange students; un'esperienza decisamente diversa.

Fa sempre bene vedere altre realtà come le grandi metropoli, in questo caso ho capito che non potrei mai vivere tra grattacieli e monumenti di marmo, ma è stata una gita parecchio divertente.
Probabilmente i ragazzi che partono per un viaggio, specialmente in America, si aspettano di visitare molto, vedere un sacco di cose diverse, e non stare mai a casa.
Io sono profondamente felice di essere stata ospitata da questa famiglia, che ha risvegliato in me il gusto per le piccole cose di tutti i giorni e mi ha reinsegnato il significato della parola "gratitudine".
Ognuno di loro ha lasciato dentro di me qualcosa di ineguagliabile, dall'amore per la cucina, alla semplicità di un giro in bicicletta di sera, passando attraverso qualche lezione di guida improvvisata e una quantità indescrivibile di abbracci.
Oggi, a quasi una settimana dal mio ritorno in Italia, parlo con l’intera famiglia su Skype all'incirca ogni giorno e c'è in programma di incontrarci in un futuro molto prossimo.
Non avrò visitato molto del Michigan, però ho imparato che la famiglia non si limita soltanto alle persone che ci circondano e con cui conviviamo ogni giorno, ma che persino dei perfetti sconosciuti possono essere definiti "fratelli".
In conclusione posso certamente dire che è stata l'esperienza migliore che mi potesse capitare, se non altro quella che finora mi ha insegnato meglio come "essere una persona" a tutti gli effetti. 
E’ a questo che serve il viaggio, no?
Grazie di tutto cuore a chi ha reso possibile questo scambio.