Mi è sempre piaciuto viaggiare, con la mia famiglia ho già visitato numerosi paesi europei ed extraeuropei.
L’esperienza con il programma scambi giovanili del Lions Club è stata, però, del tutto particolare.
Dovrei dire le esperienze, ad onor del vero.
Infatti, nel corso del 2012, ho potuto intraprendere ben due viaggi, in due grandi paesi immersi nell’Oceano Pacifico: in estate in Australia, in inverno in Giappone.
In un certo senso, si è trattato di un unico grande viaggio, in due tappe. Per altri versi, invece, di due viaggi molto diversi l’uno dall’altro.
L’Australia è un vero e proprio continente. Andarci è un’esperienza eccitante, se non altro perché ci si rende conto di trovarsi agli antipodi rispetto all’Europa. La qualità della vita in quel paese, oggi come oggi, è molto alta. Non è un caso che di questi tempi molti giovani europei desiderino andare laggiù, magari per studiarci o lavorarci.
Sono stato in Australia per un mese: la prima settimana l’ho trascorsa presso una simpatica famiglia di “farmers” di Echuca, un paesino del sud della grande isola, localizzato nell’entroterra, in quello che si chiama l’outback.
Il camp, insieme a tanti ragazzi e ragazzi miei coetanei e provenienti da tutto il mondo, era invece organizzato nel sud-est dell’Australia, presso la località di Newcastle. Ho passato le due settimane finali presso una famiglia del posto. E lì sono stato impegnato in un service Lions, che consisteva nello svolgere alcune attività di giardinaggio presso il locale parco.
A parte un po’ di fatica, mi sono divertito molto. Con me c’era un simpatico ragazzo inglese, di nome Sam, con il quale abbiamo trascorso insieme le ore di lavoro. Lavoro tutto sommato piacevole, salvo quella volta in cui ci siamo imbattuti in un ragno gigantesco. La paura è stata tanta, ma avevamo i guanti da lavoro, e malgrado le dimensioni spropositate, ci siamo infine resi conto che non si trattava di un grande pericolo…
Complessivamente, in Australia mi è sembrato un po’ come stare in Europa. Lo stile e la cultura degli australiani sono molto “europei”, e non soltanto perché i legami storici e politici con la Gran Bretagna sono ancora forti.
In Giappone sono andato un paio di mesi dopo, nel dicembre scorso, e sono rimasto fino all’ultimo giorno dell’anno. Qui l’inverno era veramente rigido. Al mio arrivo ho trovato montagne di neve, però immediatamente ho avuto la consapevolezza della gentilezza e ospitalità dei giapponesi, che mi hanno riscaldato il cuore. Per noi europei si tratta di un tratto dello stile di comportamento molto netto, e nello stesso tempo assai diverso dal nostro.
Sono rimasto colpito anche dalla precisione e dalla cura con cui i giapponesi, di diverse età, genere e professione, affrontano la vita e le sue dinamiche.
La prima settimana l’ho trascorsa con una famiglia di Kamioka, nella zona di Hida, nella regione di Gifu. Io non sapevo una parola di giapponese, ma la disponibilità dei miei ospiti e l’innata capacità italica di saper parlare “con le mani e coi piedi” mi hanno reso possibile comunicare, se non in
modo perfetto, comunque soddisfacente.
La seconda settimana l’ho trascorsa al camp, visitando con un altro gruppo di ragazzi e ragazze (stavolta la maggior parte di loro veniva dalla Malesia) Tokyo e Kyoto.
La terza settimana l’ho trascorsa presso una famiglia di Komono, nella regione di Mie, dove ho concluso il mio periodo giapponese rimanendo veramente impressionato da questo grande paese!
Malgrado abbia intitolato questo mio racconto “La mia esperienza coi Lions nel Pacifico”, francamente non ho trovato molti elementi in comune tra il Giappone e l’Australia. La cosa può sembrare ovvia e scontata, ma vorrei spiegarmi meglio, facendo alcuni esempi.
L’Australia è un paese dagli spazi enormi e con dei paesaggi diversissimi (tropicali, desertici, mediterranei) ma sostanzialmente abitato da bianchi. Si tratta di un paese occidentale, in fin dei conti è un pezzo d’Europa, anche se è lontanissimo da noi dal punto di vista geografico.
Il Giappone è invece un paese orientale, da capo a piedi. E il senso di Estremo Oriente, anche per chi, come me, lo viveva direttamente per la prima volta, lo si percepisce in pieno, nei colori, nei sapori, negli odori, ecc.
In Australia si mangia molto cibo confezionato, quando si usciva fuori a mangiare si trovavano i McDonald’s, le pizzerie, i kebab, insomma si trova il cibo più variegato possibile. In Giappone si mangia quasi solo cibo giapponese, buonissimo peraltro.
In Australia lo stile di comportamento è assai informale, mentre in Giappone è viceversa molto formale. Pensate che in Giappone sono stato invitato ad alcune serate dei locali Lions Club, così come in Australia, ma con delle cerimonie cosi formali che hanno persino fatto suonare l’Inno
d’Italia in mio onore!
In Australia la gente ama stare all’aria aperta e sentirsi sportiva. In Giappone sono più sedentari, più tranquilli, si spostano prevalentemente in macchina.
Il camp è stato organizzato dal locale Lions Club in modo impeccabile in entrambi i casi: in Giappone, però, l’organizzazione era perfetta, i rapporti gerarchici interni rigidi.
C’è però una cosa che mi ha colpito in modo particolare, direi stupito: il fatto che in Australia si trovi spesso l’immagine della Regina inglese Elisabetta, a cui evidentemente sono ancora molto legati, al di là degli obblighi costituzionali. Invece in Giappone non è mi mai capitato di trovare
un’immagine dell’Imperatore, oppure di sentirne parlare. E pensare che ho potuto visitare l’ufficio del sindaco e della locale polizia! Sarà che il rapporto col loro Imperatore è considerato riservato ai giapponesi soltanto, fatto sta che il loro capo dello Stato è molto poco rappresentato.
Insomma, un’esperienza duplice come questa, nel giro di poco tempo, mi ha consentito di confrontare due culture estremamente diverse e di viverle in pieno, nella quotidianità di famiglie del posto. Un’esperienza che vorrei augurare a qualsiasi giovane interessato a viaggiare, scoprire nuovi mondi, entrare in contatto con altre culture.
Grazie Lions!