Chi l’avrebbe mai immaginato che ha soli 18 sarei andata dall’altra parte del mondo da sola?! Io di sicuro no, e anche ora che sono tornata da questa bellissima terra, fatico a credere di esserci veramente stata.
La mia avventura è iniziata il 29 giugno quando sono partita dall’aeroporto di Milano; in realtà si può dire che il vero inizio sia stato in primavera quando mi è stata proposta questa destinazione, dico appositamente proposta perché io non avevo messo tra le mie scelte l’Australia, anzi le mie mete erano tutte europee e “vicino” a casa, per cui devo dire che è stato abbastanza spiazzante.
Nonostante l’esitazione iniziale e la preoccupazione per la distanza e la lunghezza della mia permanenza, ho accettato e ringrazio veramente tanto di non essermi lasciata fermare dalla mie paure che non mi avrebbero permesso di intraprendere questo fantastico viaggio.
Dopo la prenotazione del volo, il tempo è letteralmente volato e in men che non si dica mi sono trovata a fare la valigia, pronta per partire. All’aeroporto ho incontrato un gruppo di ragazzi anche loro diretti in Australia con il programma di scambi Lions e tutti assieme abbiamo preso il primo aereo per Dubai. Qui durante le ore di scalo ci siamo aggregati ad altri ragazzi italiani che erano partiti da aeroporti differenti ma anche loro sarebbero stati sul nostro stesso aereo. Una delle parti che meno voglio ricordare penso sia il viaggio in aereo, lungo, troppo lungo ma ahimè necessario. Dopo quasi due giorni, alla mattina dell’ 1 luglio siamo atterrati a Sydney dove, dopo i vari controlli di routine, siamo stati accolti da alcuni responsabili Lions che ci hanno indicato come raggiungere i terminal da cui partivano i nostri voli.
Qui ho preso il mio primo aereo da sola, circa 90 minuti di volo per raggiungere Coffs Harbour, in New South Wales, sulla costa orientale dell’Australia, nei cui dintorni avrei passato le prime tre settimane del mio soggiorno. In quel momento, ritrovandomi praticamente sola nell’aeroporto di Sydney devo dire che mi sono sentita un attimo spiazzata e il jet lag dovuto alle otto ore di fuso orario sicuramente non aiutava, ma fortunatamente questa sensazione se ne è andata in fretta, sostituita da una forte eccitazione per i bellissimi giorni che mi preparavo a vivere.
Finalmente nel primo pomeriggio sono atterrata a Coffs Harbour, in un piccolo aeroporto dove ad attendermi c’erano un fantastico sole , nonostante fosse inverno, e Rebekah, la mia “host mother” per la prima settimana. Molto comprensiva per la mia stanchezza dovuta al grande scombussolamento del viaggio e del fuso, siamo andate dirette a casa e dopo una tazza di thè e una tanto agognata doccia sono finalmente entrata nel letto.
Le prime tre settimane del mio soggiorno le ho passate in famiglia, in tre località del New South Wales non molto distanti tra di loro ma comunque diverse. Per quanto riguarda il clima, nonostante mi fossi preparata ad un clima invernale, ho piacevolmente scoperto che,a parte la notte, qui era molto più simile alla nostra primavera.
Dall’1 all’8 luglio sono stata a Bellingen, un paese molto pittoresco e colorato di cui già dal primo giorno, mi colpirono le case, le strade e le persone, sembrava di vivere nel secolo passato: ricordo che i primi giorni, quando descrivevo il paese ai miei amici il miglior paragone che potessi fare era con il villaggio far west o gli edifici dell’America anni ’20 costruiti nel parco divertimenti di Gardaland.
La seconda e la terza settimana invece, dall’8 al 21 luglio, avrei dovuto passarla a Nambucca Heads, una cittadina sulla costa, ospitata da Lorraine, responsabile per gli scambi giovanili con l’Australia, insieme ad una ragazza canadese; invece, a causa di alcuni problemi familiari,le è stato possibile ospitarci solo dal 15 al 21. Per questo motivo, sia io che Rebecca, la ragazza canadese già conosciuta all’aeroporto il mio primo giorno, abbiamo passato una settimana nelle campagne di Macksville con Tony e Cathie, entrambi in pensione ma molto attivi e disponibili nell’organizzare il nostro soggiorno.
Già durante la settimana, grazie ad una cena organizzata dal Lions Club locale abbiamo avuto la possibilità di incontrare Lorraine e Brain presso cui siamo state ospiti la terza settimana. A differenza di quanto stabilito però, a noi si è aggiunto anche un ragazzo danese che ha reso ancora più divertente il nostro soggiorno.
Con le famiglie ho fatto veramente tantissime cose ma soprattutto ho avuto la possibilità di vivere la loro vita, scoprendo le loro abitudini, la loro cultura, le tradizioni, la cucina, gli hobby e anche la semplice routine quotidiana.
Essendo stata sempre in paesi o comunque piccole città, non ho visto il lato “metropolitano” , ma sicuramente ho visto molto dell’aspetto naturale e ne sono rimasta affascinata, dandomi ancora di più l’impressione di essere veramente dell’altra parte del mondo.
Mi sono letteralmente innamorata della fauna locale, soprattutto dei koala e dei canguri, che sono davvero facili da vedere anche lungo comunissime strade e dell’oceano dove ho fatto anche surf, un esperienza davvero elettrizzante!
Ho fatto veramente tantissime cose, ho visto le balene, ho visitato paesini, località turiste e zoo, ho fatto canoa sul fiume, surf, ho visto le balene, sono salita su un cammello ( si,in Australia ci sono i cammelli! ) e ho vissuto esperienze di vita quotidiana australiana, ma penso che una delle cose più emozionante sia stata nuotare con i delfini, regalo fattomi dalla mia host mother per il mio diciottesimo compleanno.
Per quanto riguarda il periodo in famiglia non ho niente di negativo da sottolineare, ho avuto solamente qualche momento per come dire, di disagio, i primi giorni a casa di Cathie e Tony perché essendo con una ragazza canadese capitava spesso che parlassero troppo veloce o difficile per me, ma fortunatamente mi sono abituata in fretta.
Volate le tre settimane, ho ripreso l’aereo diretta a Melbourne dove ho passato una notte con altre ragazze che sarebbero state nel mio stesso Camp, forse il motel dove abbiamo alloggiato non era il massimo,anzi per niente, ma siamo state lo stesso accolte con calore dai membri del Lions club locale che oltre ad averci recuperato all’aeroporto ci hanno anche portato fuori a cena la sera.
Domenica 22 luglio, l’ultima domenica “australiana” siamo stati accompagnati alla sede di Deer Park, nella periferia di Melbourne da dove, dopo aver pranzato con gli altri ragazzi con cui avrei passato l’ultima settimana al Camp Koala, siamo partiti alla volta di Queenscliff, una cittadina sulla baia di Port Philip.
Qui nello stato della Victoria, a parte i primi giorni miti, il freddo era più insistente, anche se rimaneva sempre molto distante dalle temperature a cui sono abituata d’inverno; sicuramente però, tenendo conto che ero partita dall’Italia con 40 gradi, ritrovarsi a 10/12 è stato leggermente “traumatico”.
Bello il posto, accoglienti le strutture e ottima la compagnia! In questa settimana ho potuto fare amicizia con molte persone proveniente da diverse parti del mondo, conoscerne le abitudine e la cultura, e soprattutto scoprire che alla fine anche se parliamo lingue diverse siamo comunque tutti ragazzi con gli stessi interessi.
Camminate sulla spiaggia, gite in barca, giochi, serata organizzate, visite a pittoresche città, biciclettate e abbondanti pranzi hanno riempito le nostre giornate fino al 28 luglio quando abbiamo dovuto salutarci e ognuno ha preso la propria strada o verso casa o verso altre città australiane.
A mio parere l’aspetto negativo del Camp era il numero eccessivo di persone, infatti essendo quasi in 40 era abbastanza difficile fare davvero amicizia con tutti e magari un gruppo più ristretto avrebbe permesso una maggiore coesione tra di noi.
Nonostante questo è stata comunque una gran settimana e ho assolutamente un voto positivo per le due ragazze, Niki e Amy, che erano tra i leader del campo.
Purtroppo un mese è passato davvero in fretta e nella sera del 28 luglio, con altri tre ragazzi italiani, dopo una notte in bianco, sono partiti da Melbourne e superato le 20 e passa ore di volo sono atterrata a Milano con tanti, tantissimi ricordi, tutti bellissimi.
Grazie Australia! Sicuramente un paese dove spero di tornare molto presto.