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ITALIA: what else?

Fare un breve resoconto o relazione del mio viaggio in Australia mi risulta molto difficile in quanto è stato pieno di belle esperienze e belle persone.Incominciamo dall’inizio del viaggio.
Bisogna dire che era incominciato molto male. 
Causa mal tempo su Frankfurt il mio volo e il volo di due ragazzi fiorentini non sono potuti decollare in orario, causando quindi la perdita della coincidenza con il volo per Singapore. Comunque dopo mille travagli e un complessivo di 64 ore di viaggio, sono finalmente giunto a destinazione: Brisbane.

Al mio arrivo ho incontrato il figlio della mia ‘Host Family’ il quale m’ha accompagnato a casa.Famiglia stupenda. Molto aperti e accoglienti. 
Non m’hanno fatto mancare nulla. Con il fatto che lavoravano tutti, il giorno lo trascorrevo in un’altra famiglia che ospitava altre due ragazze degli scambi, Alexandra dalla Polonia e Martina dalla Repubblica Ceca, entrambe del camp Kanga, mentre la sera uscivamo tutte e due le famiglie insieme.
Già in una settimana il mio inglese era migliorato visibilmente. 
Ero così pronto per partire alla volta del camp Kookaburra.Credo senza esagerare che il camp sia stata l’esperienza più bella di tutto il soggiorno in terra australiana.
Prima di tutto la location. Il campo si è svolto in un campo Scout all’interno di una valle tra Newcastle e Lake Macquarie. Più precisamente a Glenrock. Alle spalle avevamo un bosco enorme mentre dall’altre parte avevamo a meno di 100 mt l’oceano. 
Già da subito il rapporto tra noi ragazzi/e è stato fantastico. Sembrava ci conoscessimo da anni. Già da subito i Lions hanno fatto di tuttoper metterci a nostro agio e per intrattenerci con ottimi risultati.Dopo la cena e le presentazioni ufficiali nelle attività del campo la serata di noi ragazzi è continuata all’insegna del conoscerci e del capire un po’ come funzionasse il campo.
Risultato: con meno di tre ore di sonno abbiamo incominciato la prima vera giornata a camp. Le attività diurne sono state svariate. Escursioni di tutti i tipi. Dalla spiaggia alla ex prigione di Newcastle. Le due giornate più belle sono state il mercoledì a Belmont dove abbiamo partecipato tutti come aiuto equipaggio per una regata organizzata solo per noi. 
L’altra è stata la gita a Sydney.Beh c’è poco da dire su questa giornata. O meglio, ci sarebbe troppo da dire ma diventerebbe un poema.Per quanto riguarda le attività notturne organizzate dai Lions, si passa da confronti a squadre riguardo vari problemi sociali e ambientali a una pseudo discoteca finita alle dieci di sera (vabbeh non si può pretendere la perfezione), tornei di ping pong un po’ rivisitato da noi ragazzi, e i fantastici tornei di poker Texas hold’em, ovviamente con le fishes da casinò.
Bisogna dire che le luci si spegnevano teoricamente alle 11pm. Bisogna dire che sono stati estremamente comprensivi. Ci hanno dato la massima libertà riguardo alle attività, diciamo, ‘profondamente notturne ’, l’importante era che non facessimo rumore e che la mattina fossimo puntuali. Del resto gli interessava poco in quanto si sono fidati di noi. Di tutta risposta noi abbiamoagito cercando di non disattendere la loro fiducia. A quanto pare ci siamo riusciti.
Mi sembrerebbe scontato dire che l’ultima mattina è stata abbastanza triste in quanto ci dovevamo salutare. Ognuno in famiglie diverse in parti diverse dell’Australia. Divisi per zone limitrofe ai vari centri ospitanti i nostri services.Avendo io scelto di lavorare con gli animali sono rimasto nella zona di Newcastle, più precisamente a Lake Macquarie. Per quanto riguarda il lavoro, dovevamo ricreare l’habitat per un tipo particolare di anatre in via d’estinzione. Lavoro fisicamente difficile ma estremamente gratificante.
Beh, la seconda famiglia è stata fantastica, Anna e Bruce. La situazione è un po’ particolare.
Inizialmente sarei dovuto andare in un’altra famiglia, Down e Neville; per vari motivi il governatore australiano Ann Ryan ha ritenuto opportuno cambiare la mia destinazione. Risultato avevo anche qui due famiglie. 
Devo dire che hanno fatto di tutto per farci divertire. Ci hanno portato a surfare, ai go-cart, al cinema. Insomma, già con il lavoro eravamo impegnati dalle 8am alle 3.30pm, poi dopo il lavoro via in spiaggia con i surf. Spesso abbiamo cenato tutti insieme. La famiglia iniziale con i due ragazzi, Thomas Holubovsky(Austria) e Làszlò Hajtman, e la mia. 
Ho anche cucinato per tutti. Non hanno lasciato  neanche un rigatone o una pennetta.L’ultimo giorno, per chiudere in bellezza, Bruce ed io siamo andati a pescare con ottimi risultati.Quale modo migliore di finire un viaggio del genere se non parlando e tirando le fila dell’esperienza vissuta? 
Beh, armati di canna da pesca e birre abbiamo passato il pomeriggio in riva all’oceano. Non so quanto abbia fatto bene ma ancora ricordo il colore di quel sole e di quell’acqua.
La notte della partenza i miei Host Parents mi hanno detto che con la mia partenza mi portavo via un pezzo di loro. Onesto, io ho lasciato un pezzo di me.
A quasi un mese dal mio ritorno in Italia ancora mi sento come se fossi li. 
E’ stata un’esperienza unica.

     
   

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