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ITALIA: what else?

Come definire l’esperienza in Austria nel campus Lions “the sound of music” e la precedente settimana nella famiglia Neuhauser? Semplicemente indimenticabili. Non avrei mai immaginato di poter vivere in sole tre settimane un concentrato così denso e così indelebile di esperienze meravigliose, non solo musicali, ma soprattutto umane. 

L’esperienza nel campus è stata un’occasione per creare delle amicizie durature e con ragazzi provenienti da tutto il mondo, accomunati da un elemento coesivo e profondo che è la vera passione per la musica. Il condividere tutto ogni giorno, sempre armati di chitarra, voce e tanta allegria, ci ha permesso di diventare una grande famiglia unita che tutti ancora rimpiangiamo e a cui ripenseremo con un po’ di nostalgia e un sorriso. 

Prima di incontrarci nel campus a Linz, tutti noi ragazzi abbiamo fatto una settimana di “tirocinio” in famiglia, ed io sono approdata il 10 luglio in un paesino chiamato Weyer insieme a Hadar dall’Israele, Maiju dalla Finlandia, Astrid dalla Danimarca e Ata dalla Turchia. In alcune ore di viaggio da Monfalcone sono stata catapultata nel meraviglioso microcosmo della famiglia Neuhauser, composta… da tre donne: Hemma, l’energica madre, e le accoglienti sorelle Magdalena e Veronika, rispettivamente di due e tre anni più grandi di me. Le mie due sorelle adottive hanno spesso condiviso le varie escursioni con gli altri ragazzi nei luoghi ritenuti “Sehenswürdig”, ovvero degni di essere visti, come Amstetten, Waidhofen, Weyer in lungo e in largo, il monastero di Admont, Trattenbach e molti altri. Ma non solo. Con Magdalena e Veronika potevo condividere la comune passione per l’arte in tutte le sue manifestazioni, e ci sono state molte occasioni per dipingere, suonare e commentare opere d’arte insieme. 

Con loro una settimana è durata pochissimo… però abbiamo avuto modo di incontrarci di nuovo durante il campus alla “Nations’ Eve”, di cui parlerò più tardi, e ci siamo mantenute in contatto con la promessa di un “baldiges Wiedersehen”. Mai più avrei immaginato che non stavo lasciando un mondo destinato a mancarmi, ma che stavo andando in uno strepitoso crescendo. 

Nel campus le mattinate erano dedicate alle prove di coro e delle varie performance da eseguirsi ai concerti, mentre i pomeriggi a gite ed escursioni varie. Durante la prima settimana di campus a Linz abbiamo avuto modo di visitare la città, di vederla dalla suggestiva prospettiva del Danubio, e di passare un pomeriggio in uno dei suoi musei più spettacolari, l’Ars Electronica Museum. In quel periodo abbiamo anche avuto l’occasione di provare il tiro con l’arco in mezzo ai boschi dell’alta Austria e di assistere a un concerto a base di Lied di Schubert. Passando da Linz a S.Florian, che è stata la seconda base del campus, abbiamo passato una serata indimenticabile sul Blaa Alm, una baita sperduta nelle montagne, dove tutti noi abbiamo sfoggiato il Tracht tipico dell’Austria e della Baviera: le ragazze il “Dirndl”, i ragazzi i famosi “Lederhosen”, i pantaloni di pelle. Dopo la serata a base di giochi, jodel, danze popolari insegnateci da individui dall’alito “leggermente aromatizzato” dall’alcool e divertimento puro, e dopo la nottata passata tutte ventidue ragazze in uno stanzone attrezzato di letti a castello, ci siamo diretti a Salisburgo per una visita alla città, purtroppo sotto alla pioggia. 

Arrivati alla base di S.Florian, ovvero una scuola gigantesca e attrezzata di auditorium, abbiamo concretizzato la settimana di prove con la “Nation’s Eve”, la serata delle nazioni, durante la quale tutti i ragazzi dovevano eseguire un brano che rappresentasse al meglio il proprio Paese di origine. Il gruppo italiano, al quale ovviamente appartenevo, era il più numeroso e comprendeva altre tre ragazze e un ragazzo. E’ stata una lotta decidere quale brano eseguire… alla fine abbiamo deciso di rompere la tradizione del solito “Volare” e abbiamo optato per “Domani”, la canzone scritta da oltre cinquanta artisti Italiani per sostenere i cittadini dell’Abruzzo colpiti dal terremoto. La nostra performance è stata riservata come ultima, ed è stata un successo: è stata un’occasione per farci rivalutare un po’, data la scarsissima considerazione che avevano gli austriaci nei nostri confronti, solo in quanto ITALIANI. 

L’ultima settimana a S.Florian è trascorsa serenamente, tra le solite prove e le gite alle miniere di sale a Halstatt e a Vienna. E’ stata una settimana meno intensa delle altre: c’era parecchio tempo per provare le ultime performance per il grande concerto finale, per rilassarsi un po’, per stare insieme in allegria… peccato che tutti percepivamo la fine di questa esperienza meravigliosa, e la fine avrebbe comportato una nostra separazione definitiva, non saremmo più stati tutti insieme come in quel momento…WAAAAAAH! Questi pensieri ci facevano avvicinare ancora di più, e le ore di sonno diminuivano drasticamente… quindi alle prove della mattina si vedevano sempre più facce stravolte e l’intonazione spesso calava come calavano lentamente le nostre palpebre, con la disperazione del maestro Rudi, che invano tentava di trasmetterci la sua energia. Alla prova generale era davvero avvilito, però tutta la grinta che ci ha dato gli è stata restituita al concerto finale, che è stato il nostro exploit definitivo: il momento in cui la nostra unione si è concretizzata in un coro fatto di una unica, eterogenea, potentissima voce che ha lasciato il pubblico esterrefatto. Il concerto era molto lungo, in quanto comprendeva ventiquattro brani per coro e altrettante performance di gruppi vari, però è stato vissuto da tutti noi con talmente tanta intensità, che tutto il pubblico era vivo e non ha ceduto neanche per un secondo. 

Dopo questi momenti meravigliosi, con l’adrenalina ancora in corpo e con la volontà di non sprecare nemmeno un secondo di compagnia con gli amici che sarebbero a mano a mano partiti, è stato inevitabile passare l’ultima notte in bianco. 

Gli addii sono stati durissimi, e tornare al tran tran della quotidianità è stato abbastanza traumatico, però rimane la consapevolezza che in quelle tre settimane indimenticabili qualcosa è cambiato, e che si è costruito qualcosa che può resistere alle lunghissime distanze… e questo è la cosa più importante.