La mia esperienza di viaggio coi Lions si è svolta in Austria,una settimana in famiglia e due settimane nel camping "discover Carinthia". Avendo io ospitato nelle due settimane precedenti, sempre per conto dei Lions, una ragazza Turca con cui è risultato difficile instaurare un rapporto sereno, per via della sua resistenza, più o meno conscia, ad adattarsi per il tempo dello scambio a realtà e stili di vita diversi dai suoi,non nego che al momento della mia partenza ero un pò timorosa riguardo alle prospettive dell'esperienza che stavo per affrontare. Arrivata in aeroporto, ero un pò agitata:e se non fossi riuscita a integrarmi nella mia famiglia ospitante?E se la realtà del camping si fosse rivelata troppo rigida e serrata rispetto alle mie abitudini?Ad alimentare le mie preoccupazioni contribuiva il fatto che Sarah, la ragazza Austriaca nella cui famiglia stavo per essere accolta,sarebbe partita a tre giorni dal mio arrivo per il Giappone -anche lei per uno Youth exchange-,cosicchè io sarei rimasta per il resto della settimana sola cn i suoi genitori,con cui la comunicazione sarebbe forse risultata faticosa per via del loro inglese vacillante.
Ebbene, devo ammettere di essermi ricreduta in pieno: Sarah è stata premurosa e piena di attenzioni fino al giorno della sua partenza, portandomi con sè e il suo ragazzo in escursioni sulle montagne e a salutare i suoi parenti, quandunque si trattasse delle sue utime ore a casa prima di un soggiorno extracontinentale di due settimane; nei restanti tre giorni in famiglia, i suoi genitori si sono manifestati altrettanto disponibili e prodighi di gentilezze nei miei riguardi. Non c'è stato giorno in cui non mi abbiano portata a spasso per le regioni Austriache, a visitare paesaggi caratteristici e città affascinanti del loro Paese. La loro gentilezza si è spinta al punto da attraversare l'intera nazione da un estremo all'altro, per accompagnarmi nell'ostello in cui aveva sede l'incontro dei Lions. Non intendo tratteggiare un quadro idilliaco o immune da discrepanze di quella prima settimana: è ovvio che non tutto può essere perfetto in questo genere di esperienze, dal momento che ogni famiglia ha consuetudini e regole proprie, cui adeguarsi, in certi ambiti, non è facile, tanto più se la diversità è accentuata dall'appartenenza a nazionalità diverse. Ebbene, vivere il confronto con questa diversità mi ha insegnato ad impegnarmi attivamente per comprendere ed andare incontro a persone e situazioni sconosciute, per trascorrere il tempo insieme nel più sereno dei modi, cercando sempre di raggiungere l' equilibrio più soddisfacente per ciascuna parte. Superfluo dire quanto mi sono affezionata alla mia hostfamily, con cui sono peraltro ancora in contatto e con cui, sono convinta, resterà sempre un rapporto speciale, vincolato da un calore che trascende le barriere della lingua e della distanza.
Le due settimane nel camping sono state indescrivibili:variegate, piene di scoperte, di attività,di incontri, di rivalutazioni insospettate, di allegria, ma anche di tempo per la malnconia come per la tenerezza dell'amicizia. Anche in questo caso le mie paure iniziali si sono rivelate quantoma infondate: il camping, per quanto regolato da alcune norme precise e salde, sul cui rispetto non hanno mai smesso di vegliare autorevolmente i campleaders -se così non fosse stato non si sarebbe tardato a precipitare in un caos ingestibile -, è stato coinvolgente e stimolante,senza essere spossante; fonte di inaspettate curiosità e di insegnamenti, senza sfociare nel pedante.
La mia passione per i viaggi e per l'incontro con culture lontane si è rafforzata ed arricchita con questa esperienza. Ogni popolo, addirittura ogni regione o località - e, se vogliamo, ogni inividuo - hanno da offrire un patrimonio unico e prezioso di tradizioni, comportamenti, gusti e caratteri, che invoglia alla conoscenza e all'esplorazione sempre più profonda del mondo.