La mia terza esperienza in un campo Lions del programma Youth Exchange per gli scambi giovanili si è rivelata, ancora una volta, meravigliosa.
Oltre il confine ho conosciuto tantissime persone, che per la profondità dei rapporti che ho stretto con loro, posso ora praticamente considerare come una seconda famiglia. Ogni barriera di carattere culturale, ideologico o etnico viene superata, e persone che appartengono a contesti e realtà profondamente diverse, anche contrastanti tra loro, riescono a stringere profondi rapporti di amicizia, andando oltre ogni pregiudizio.
Il mio viaggio in Austria è cominciato con la consueta settimana come ospite in famiglia; ogni anno sono sempre più sorpreso dall’ospitalità, dalla gentilezza e dalla cortesia che incontro!
Io insieme ad un altro ragazzo ligure, Riccardo, abbiamo condiviso 7 giorni nei quali abbiamo visitato la cittadina di Wolfsberg situata in Carinzia, dove eravamo ospitati, e numerose città e luoghi interessanti dei dintorni, con annesse camminate in montagna e numerosi assaggi dei piatti tipici locali. E’ stata una settimana intensa, durante la quale abbiamo potuto veramente conoscere molti aspetti della cultura e del modo di vivere locale. Conclusosi con tristezza il periodo in famiglia, ci attendeva però la parte migliore della vacanza: due settimane con 34 ragazzi provenienti da 17 nazioni diverse.
E le aspettative non sono state per nulla deluse: il campo è stata un’esperienza fantastica, all’interno del quale si è creato un incredibile mix di personalità diverse che ha contribuito a rendere ogni giornata e ogni attività indimenticabile. Prima di tutto, il “campo”, la nostra base, era situato in un istituto superiore agrario, in una piccola cittadina di nome St.Andra, chiuso nel periodo estivo, provvisto di alloggi per noi ragazzi, con tanto di campo da calcio, palestra, biliardino e ping pong, dove trascorrevamo la notte e il tempo libero dalle attività.
Già dal secondo giorno, dopo il consueto benvenuto all’ arrivo, abbiamo cominciato il nostro avventuroso programma; tralasciando la prima uscita durante la quale abbiamo “esplorato” i dintorni su tre vagoni trainati da un lentissimo trattore (durante il ritorno la metà è caduta in un sonno profondo), abbiamo fatto veramente grandi cose: il terzo giornoci siamo trasferiti in una località di campeggio a tre ore da St. Andra e rimanere là per due giorni; l’esperienza più emozionante è stata quella del rafting, veramente impagabile, un canotto con sopra nove persone armate di muta e pagaia a dominare le fredde acque di un fiume in piena!
Durante una sosta sulla riva, abbiamo ben pensato di fare un tuffo da un ponte alto quattro metri nell’acqua gelida, circa nove gradi. E’ stato stupendo. Tra le altre esperienze fatte, la risalita di un torrente ripidissimo tramite un camminamento di legno attaccato alle vicinissime pareti di roccia scavate dal corso d’acqua, che si tramutava spessissimo in cascate suggestive; un percorso attrezzato a circa dieci metri d’altezza, dove, assicurati da moschettoni e corde si dovevano compiere determinati passaggi e oltrepassare alcuni ostacoli, il tutto a mezz’aria; la visita di un museo militare dove alcuni di noi hanno potuto indossare originali armature del ‘700 e “duellare” con scudo e spada; violentissime battaglie con sacchi a pelo durante una permanenza in una casa in montagna per un paio di giorni, con tanto di passeggiata nel buio più totale nel bosco a mezzanotte, e discoteca improvvisata con musica anni ’80; ripetuti bagni in un lago dall’acqua freddissima, con a seguire, puntualissimo, un uragano di pioggia e vento; visita a Salisburgo e a Vienna; osservazione di un falco in caccia, che tutti a turno abbiamo potuto prendere sul braccio; questo per citarne alcune.
Il tutto condito da un gran divertimento, un grande attaccamento degli uni con gli altri, un senso di appartenenza allo stesso gruppo, allo stesso insieme di persone, senza contare le notti passate insieme davanti al fuoco, le chiacchiere, le passeggiate insieme, i racconti sul proprio paese, le sfide in ogni tipo di sport. Ogni giornata è stata un piccola perla a sé stante, e giunti inevitabilmente alla fine della vacanza, come era prevedibile, l’addio (o l’arrivederci) è stato più difficile del previsto; in tanti hanno pianto e si sono commossi, e tutti ci siamo ripromessi di rivederci in qualche modo un giorno o l’altro.
L’esperienza di questo campo è stata indimenticabile, e rimarrà nella memoria di tutti noi per sempre!