Dal primo momento che sono arrivato in famiglia, ho capito che sarebbe stata una fantastica esperienza. Ti facevano sentire subito parte della loro vita quotidiana, come se niente fosse cambiato, permettendoti così di vedere e provare la routine di tutti i giorni.
Le visite alle città come Anversa o Lier, oltre a una veloce occhiata al mar del nord a Knokke, si alternavano a momenti in compagnia degli amici della mia host sister. L’attenzione per l’ospite era sopra a ogni cosa, tant’è vero che hanno organizzato una sera fra partecipanti allo scambio per farci conoscere prima del campo.
Finiti i primi 4 giorni in Belgio siamo stati trasferiti nel campo; qui c’erano ragazzi da tutto il mondo, dal Giappone al Perù (la maggior parte delle persone veniva dall’Europa). Le giornate passavano velocemente in compagnia, visitando città come Yeper, partecipando a festival, andando in un parco di divertimenti, per non parlare dei 3 giorni trascorsi in Lussemburgo. Conoscere tutti quei ragazzi che provengono da culture diverse dalla nostra, ma vedere quanto siamo comunque simili è stato sensazionale. È difficile descrivere il legame che si è creato fra noi ragazzi in questi giorni di vacanza. Da sconosciuti totali quali eravamo, in 2 settimane sembrava ci conoscessimo da molto più tempo. Quando c’è stato il momento degli addii la tristezza era palpabile, ma il pensiero comune è che comunque ci saremmo tenuti in contatto. Finito il campo ho trascorso gli ultimi 3 giorni in un’altra famiglia, accolto sempre in tutto e per tutto. Abbiamo visitato Brugge, Gent e Bruxelles, giornate anche queste molto intense.
Ringrazio il Lions Club che mi ha permesso di vivere questa fantastica avventura.