Il mio soggiorno in Bulgaria con il progetto Youth Exchange dei Lions è stato inaspettatamente sorprendente per moltissime ragioni. Scrivo inaspettatamente perché come potrebbe essere evidente, la meta che avevo scelto non era assolutamente questa. Dopo aver designato la Danimarca, la Germania e l’Olanda come Paesi in cui trascorrere qualche settimana con il Lions Club, la Bulgaria era l’ultimo dei miei pensieri, ma forse anche il migliore, in fondo. Trovarsi in un Paese in cui pochi parlano l’Inglese e hanno abitudini completamente diverse dalle nostre è stato uno shock all’inizio, ma un arricchimento sia culturale che sociale alla fine del mio soggiorno.
I legami con la mia host family e con gli amici di Antoana, la mia host sister, sono diventati forti con il passare dei giorni e, venuto il momento di dirsi addio, è stata una catastrofe doversi salutare. La città in cui mi trovavo, Svilengrad, era sul confine, tra Turchia e Grecia (meta di un viaggio di un giorno al mare), un crocevia di religioni, lingue e culture affascinanti e sempre da scoprire. Abbiamo visitato moltissimi luoghi e assaggiato i piatti tipici del luogo.
Ciò che questa esperienza mi ha aiutato a capire è stata, inoltre, la definizione di “varietà”. Il mio viaggio in Bulgaria è stato assolutamente vario, sotto tutti i punti di vista. Dalla cucina alla religione, dalle usanze più disparate ai balli tradizionali (che ho anche sperimentato), tutto è stato un continuo scoprire come la varietà sia ciò che rende bello il mondo, ma non perché lo divide in compartimenti stagni separati a seconda delle differenze riscontrabili in uno Stato piuttosto che in un altro, ma perché è il risultato di storie, culture, usanze in “continuo movimento”, che si mescolano in ogni istante. Il viaggio in Bulgaria è stato un valido aiuto per superare la rigidità causata dai pregiudizi che molte volte si hanno nei confronti di un Paese straniero. Provare, assaggiare, mettersi in gioco sono stati un ottimo stimolo per la mia crescita personale e per imparare ad aprire la mente alle novità che si presentano ogni giorni anche qui in Italia e verso cui siamo scettici nella maggior parte dei casi.
L’unico punto debole del soggiorno è stata la mancanza di un campus, che non viene organizzato in Bulgaria, dato che i ragazzi che la visitano sono pochissimi. Penso che il campus sarebbe di grande aiuto per i ragazzi, anche per allungare la propria permanenza in questo bellissimo Paese, forse sconosciuto, ma ricco di sorprese e fonte di emozioni uniche.