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ITALIA: what else?

   

Questo è stato il primo viaggio che ho fatto completamente sola, per di più all’estero. All’inizio avevo qualche preoccupazione, legate in generale al fatto che, se avessi avuto qualsiasi difficoltà, anche la più piccola e banale, come avere problemi in aereoporto con i bagabli, me la sarei dovuta cavare da sola. Ma i medesimi pensieri che mi preoccupavano erano allo stesso tempo quelli che, visti sotto un altro punto di vista, mi esaltavano di più: conoscere posti e persone nuove, culture e idee diverse con cui confrontarmi. Poi è andato tutto per il meglio, sia il viaggio in aereo che il mio soggiorno in Serbia, e credo che il fatto di dovermi arrangiare, avendo come punti di riferimento non più i miei genitori, ma altre persone che inizialmente conoscevo appena, mi abbia aiutata anche a maturare un po’ . 

Per quanto riguarda la lingua, dopo tre giorni in cui parlavo praticamente solo inglese, ho iniziato pure a pensare in inglese, e ad avere invece qualche difficoltà quando mi capitava di dover comunicare in italiano, almeno per i primi 20 secondi! :) In Serbia gli italiani sono molto ben visti: per la lingua, la cucina  e  le nostre numerose località turistiche. Quindi mi è capitato spesso di conoscere persone che parlavano la mia lingua perché erano stati in Italia per un certo periodo o perché avevano studiato italiano. Mi è successo più di una volta di sedermi a un tavolo in cui si parlavano tre lingue diverse contemporaneamente! ( serbo, inglese e italiano)

La famiglia, come le ho già accennato, è stata davvero accogliente ed ospitale. Ho potuto iniziare a comunicare tramite e-mail e facebook con Danijela, la ragazza  che m ha ospitata, mia coetanea, già un paio di mesi circa prima della mia partenza, e ho così stabilito un buon feeling ancora prima di incontrarci personalmente. In famiglia mi hanno fatto sentire come in una seconda casa, e tutte le persone che ho conosciuto si sono dimostrate molto socievoli, premurose e curiose di sentirmi parlare dell’Italia e dell’esperienza che stavo vivendo lì.

Novi Sad è una città sempre viva, in quasi ogni periodo dell’anno, e in qualsiasi giorno della settimana o orario del giorno e della notte.  Su un depliant che ho trovato nell’ufficio turistico, in un elenco di tutte le cose da non fare a Novi Sad, vi era citato: Partecipare all’Exit Festival è stata un’esperienza unica ed inimmaginabile.Quindi il divertimento non è mancato affatto, e non solo per quanto riguarda i quattro giorni in cui si è tenuto il Festival!

Oltre a Novi Sad ho avuto l’occasione di visitare un’altra città a pochi chilometri di distanza, dal nome imprununciabile: Sremski Karlovci, famosa per la residenza del Patriarca, il più importante edificio monumentale dal diciannovesimo secolo in Vojvodina, per la Cappella della Pace e per il Bermet, tipico vino locale. Inoltre Danijela avrebbe dovuto raggiungere Budapest quattro giorni prima della mia partenza, per prendere l’aereo per il Giappone(è stata lì un mese tramite uno scambio giovanile dei Lions), quindi ho potuto vedere anche la bellissima capitale dell’Ungheria!

E’ stato il più bel viaggio che abbia mai fatto fin’ora. Ho potuto confrontarmi con persone di un altro paese, lingua, cultura e religione, abbattendo i muri dei pregiudizi che purtroppo ognuno si porta sempre con sé, più o meno involontariamente: un ragazzo che ho conosciuto mi ha detto che in Europa consideriamo i Serbi come dei selvaggi che mangiano senza coltello e forchetta, ma che poi ogni persona che viene in visita nel loro paese si stupisce sempre di quantoi siano accoglienti e propensi a divertirsi. Personalmente ho notato che, nonostante le differenze di nazionalità, lingua e religione, conoscevamo tutti la stessa musica, gli stessi film e gli stessi libri, e avevamo tutti la stessa voglia di divertirci e di conoscere e imparare cose nuove. Ho stretto legami che non credevo potessero diventare così forti in un arco di tempo così breve.

Allo stesso tempo ho imparatato ad apprezzare maggiormente l’Italia, la sua lingua e la sua storia, a sentirmi italiana ed orgogliosa di esserlo, nonostante tutte le imperfezioni del mio paese e  le cose che potrebbero certamente migliorare.

Quindi ringrazio ancora per questa bellissima esperienza!

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