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ITALIA: what else?

Dal giorno 07/07/13 al giorno 21/07/13 ho partecipato, per la mia prima volta a un campo Lions; il campo si è tenuto a Napa, una cittadina dell'isola di Cipro.
Sono partita con entusiasmo (e un po’ di timore, visto che avrei viaggiato per la prima volta senza i miei genitori) per conoscere ragazzi e ragazze di altre nazioni e culture e approfondire le mie conoscenze riguardanti la lingua inglese.
Il giorno dell’arrivo sono rimasta impressionata dal numero di ragazzi che avrebbero condiviso il campo con me e con i quali avrei trascorso due settimane estive diverse dal solito.
Quando mi sono resa conto di dover stare in camera con 7 ragazze straniere, ho capito che sarei stata obbligata a parlare solo l’inglese. Anche l'altra ragazza italiana, con la quale si è instaurato un ottimo rapporto, stava nella stanza accanto con ragazze straniere. A primo impatto ero spaventata, ma, dopo che ho rivolto la parola per la prima volta alle compagne di camera, ho capito che erano simpatiche e che sarei riuscita a comunicare senza difficoltà. È stato bello non parlare l’italiano per due settimane. Inizialmente mi sono sforzata di affrontare tutti gli argomenti in inglese, nella lingua che più amo, dopo la mia; anche quando parlavo con i ragazzi italiani, ho scelto di comunicare in inglese per permettere agli amici delle altre nazioni di comprendere i nostri discorsi. Dopo alcuni giorni, mi sono resa conto di pensare (e sognare) in inglese. 

In quelle due settimane ho fatto tante bellissime esperienze: gite in barca, visite ai musei, e ad altre città, compresi i negozi, i centri commerciali e le spiagge.
Sono stata molto onorata di presentare, con gli amici italiani, gli aspetti più importanti della mia terra e di aver fatto apprezzare agli amici stranieri la pizza fatta con le nostre mani e con ingredienti “di recupero”.
Gli scambi culturali ci hanno permesso di conoscere realtà differenti, ma anche aspetti comuni ai paesi di provenienza di ciascuno.
L’organizzazione del campo mi è piaciuta perché era basata sulla comunicazione tra i partecipanti, con i leaders e con le persone che abbiamo conosciuto durante le escursioni. Speravo tanto che fosse così e che non dovessimo partecipare alle “lezioni scolastiche”.
Gli aspetti negativi non sono mancati. Uno ha riguardato il mio apprezzamento del cibo che ci è stato offerto, ma penso sia un problema che mi riguarda da alcuni mesi. Forse sto cambiando i miei gusti. Infatti, non posso far ricadere la responsabilità su chi si è impegnato a preparare i pasti per tanti ragazzi con gusti diversi.

Negli ultimi tre giorni c’è stata qualche incomprensione tra noi, ragazzi e ragazze e i leaders. L'ultimo giorno abbiamo pianto perché l’esperienza si stava concludendo, ma anche per le discussioni con Anna, l'organizzatrice del campus.

Da quando sono rientrata, continuo a comunicare con i ragazzi e le ragazze con le quali ho instaurato i rapporti più significativi. Ho il desiderio di viaggiare nei loro paesi per incontrarli e non vedo l’ora di tornare a Londra, città che adoro, per avere l’opportunità di conversare in inglese. 

Il campus ha aperto la mia mente. Se fosse per me, ripeterei quest'esperienza altre mille volte!

Dalla mia Sardegna un grande grazie a tutti i Lions, in particolare ad Anna Giulia Solinas, Fabrizio Carmenati e Laura Schiffo.

 

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