Scrivo così di getto senza formalismi nè null'altro perchè sarebbe solo in più....innanzi tutto non conoscevo la realtà lions prima di questo campo e posso solo dire che è un'organizzazione formidabile tenuta in piedi da persone ancora più formidabili, con un pizzico di eccentricità, ma eccezionali. Abbiamo avuto attorno persone che hanno sacrificato tempo e molta molta pazienza solo per permetterci di vivere in maniera straordinaria queste tre settimane.
E questo è un urlo che dice grazie, dal cuore.
Cominciando dalla famiglia, è stato un po' pesante per me all'inizio dover attraversare tutta la Danimarca in treno per arrivare nella città della mia famiglia ospitante. Ma questa piccola fatica si è rivelata poi utilissima in quanto ho avuto la possibilità di conoscere più a fondo la nazione che mi ha ospitato; ci sono infatti due modi completamenti diversi di vivere tra lo Jutland, la parte peninsulare della Danimarca, e l'isola di Copenhagen: uno più tradizionalista e tranquillo, l'altro in perenne movimento e in continua apertura al mondo. La famiglia ha trattato me e lo studente finlandese che ospitava con me con tutto il riguardo possibile, non facendoci mancare niente, rendendoci partecipi della propria vita quotidiana, proponendoci attività per farci conoscere la realtà locale e lasciandoci anche dei sani e importanti spazi per noi stessi.
Il periodo in campus è quello che mi ha dato di più dal punto di vista umano. Già dall'inizio è stato tutto semplice perchè mi sono trovato a confronto con ragazzi nella mia medesima situazione, spinti solo dalla voglia di stare assieme e di conoscere. Il fatto che si sia creato un gruppo compatto ed entusiasta già dai primi giorni a mio parere ha contribuito in maniera decisiva alla qualità dell'esperienza. E' stato affascinante poter trovare nella lingua inglese il punto di contatto tra persone provenienti da paesi e realtà così diversi tra loro. Ho conosciuto persone fantastiche con cui sono tuttora in contatto e che difficilmente dimenticherò. Oltre al contributo di esperienze che hanno portato ragazzi di altre nazionalità, è stato positivo il conforto che ho avuto in alcuni momenti con gli altri due italiani del campus: fermarsi ogni tanto a fare una riflessione o a scambiare due parole senza avere addosso la pressione di farsi capire mi ricaricava ogni volta.
L'organizzazione del campus ci ha proposto diverse attività durante il giorno, ma a mio avviso è mancata la presenza di serate a tema e ci sono stati moltissimi tempi morti; la maggior parte delle sere era dedicata allo stare fra di noi semplicemente a parlare del più e del meno o ad improvvisare qualche gioco. Se da un lato questo tempo libero ha permesso un'espressione più libera di noi stessi nell'organizzazione del tempo assieme fra di noi studenti, dall'altro lato a volte ha portato un po' di noia.
Il giudizio generale comunque è positivissimo: non mi aspettavo nulla di ciò che ho trovato e spero di avere la possibilità di ripetere l'esperienza il prossimo anno. La consiglio a chiunque voglia capire che aprirsi a paesi diversi dal nostro è unicamente un arricchimento del patrimonio culturale e conoscitivo personale e può essere solamente utile per aiutarci migliorare in Italia ciò che non è ancora ai livelli a cui dovrebbe essere.