Era la mattina del 29 giugno quando insieme alla mia famiglia, intrapresi in automobile, verso l’aeroporto di Milano Malpensa, quello che sarebbe stato il viaggio e insieme l’esperienza più gratificante della mia vita. Il viaggio, se devo confessarlo, è iniziato non molto bene. Era la prima volta che viaggiavo da sola, e diciamo che il “battesimo” dell’aria non è stato dei più esilaranti. Ad un’ora dalla partenza, cominciarono ad annunciare ritardi su ritardi, dovuti a problemi con l’aeroporto di Praga. Avrei dovuto, infatti, giungere a Tallinn (Estonia) alle ore 14.30, facendo scalo a Praga; ma effettivamente sono arrivata in quel della capitale estone alle 23.30, avendo fatto scalo non solo sono in Repubblica ceca, ma anche in Danimarca.
Fatta eccezione per il primo giorno con un lungo viaggio estenuante, il mio soggiorno presso la famiglia ospitante è stato meraviglioso. Ho avuto la fortuna di incontrare delle persone intelligenti, molto colte; parlavano l’ inglese in modo egregio. Ho condiviso con loro pensieri, progetti di vita e attimi di pura e assoluta felicità. Mi hanno mostrato lati nascosti della loro amata città, e sicuramente sono stata una viaggiatrice per quei 10 giorni, piuttosto che una turista. È stato emozionante andare alla scoperta dei segreti della città di Tallinn che ora porterò nel cuore per sempre, assieme al ricordo di individui straordinari.
Il giorno 9 di luglio sono arrivata in quel di una località chiamata Mooste,un comune rurale dell'Estonia sudorientale, nella contea di Põlvamaa,dove assieme ai miei compagni di avventura e alcuni Lions locali, abbiamo dato inizio a quello che sarebbe stato uno dei camp migliori della storia, o almeno a noi piace credere cosi. I primi giorni di convivenza sono stati assolutamente entusiasmanti, perché conoscere nuove persone e venir a contatto con realtà così differenti dalla tua eppure così simili a te, è un qualcosa che ti appaga l’animo. In “Polvamaa” ossia nella terra di Polva abbiamo passato altri 10 giorni indimenticabili.
Tra il tiro con l’arco, il canottaggio, l’hourienteiring, le camminate nei boschi, la scoperta di laghi, i nostri indimenticabili tuffi in acque dolci e le nostre serate passate tra saune e balli tradizionali…
Il legame tra noi campeggiatori è trascorso crescendo, nonostante il problema della barriera linguistica, che al contrario è diventato il nostro punto di forza, la nostra coesione più grande. Il nostro modo di affrontare le giornate, semplicemente cercando di esprimere noi stessi e donare un po’ della nostra esperienza, e quindi della nostra vita, agli altri.
Ruolo importante sicuramente è stato svolto anche dai nostri “camp leaders”, poiché è grazie a loro soprattutto se il nostro soggiorno si è rivelato un successo e ora sto scrivendo con la gioia di ricordi bellissimi. Il fatto che due di loro fossero nostri coetanei, e altri tre poco più longevi di noi, ha permesso la loro posizione venisse costantemente rispettata poiché in un certo senso condivisa. Siamo stati una squadra in quei dieci giorni, una squadra che se avesse partecipato ai mondiali unità di gruppo, avrebbe sicuramente vinto. O almeno, a me piace credere cosi. Ci sono persone nella vita di ognuno di noi, esperienze, momenti magici che riescono a colpirti, commuoverti e ti lasciano lì con la consapevolezza che tu non li dimenticherai mai. Per me, l’Estonia ha assunto un grandissimo significato ed è stata sicuramente l’esperienza più bella (e mi ripeto), anche se è riduttivo definirlo cosi, della mia esistenza. Per questo colgo l’occasione per ringraziare di cuore il Lions club che mi ha permesso di intraprendere questa avventura, perché senza di loro non avrei mai avuto un opportunità simile. Spero in futuro di poter ripetere l’esperienza e, perché no? di entrar a far parte del Leo club un giorno. Intanto vivo i miei giorni italiani con la consapevolezza di essere una persona sicuramente più ricca, ma non di denaro, no. Di qualcosa di inappagabile, che fa oramai parte del mio bagaglio personale, che a me piace chiamare “vita” e che ha il volto di tutte le persone straordinarie che ho avuto modo di conoscere durante questo scambio giovanile.