Ore 19.40 del giorno 11 luglio 2011, partenza dall’aeroporto di Venezia, destinazione Finlandia.
Durante il viaggio in aereo, a parte sperare che l’aereo non cadesse, iniziai a pensare a come sarebbe stato l’incontro con la famiglia che mi avrebbe ospitato. Dalle mail che ci siamo scambiati nei mesi precedenti alla mia partenza sembrava molto disponibile e cordiale, ma quando ti allontani da casa per soggiornare in una famiglia dagli usi e dai costumi diversi dai tuoi hai sempre paura di non riuscirti ad adattare.
All’arrivo all’aeroporto di Helsinki alle ore locali 23.30, dopo aver prelevato i bagagli mi sono diretta verso l’esterno dove ad aspettarmi vi era la famiglia al completo: la mamma Tiina, il papà Seppo, la figlia maggiore Vappu e quella minore Tuuli. Avevo già ricevuto delle loro foto, quindi non è stato un problema riconoscerli, anche perché sventolavano in aria un cartello con il mio nome. Da subito ho capito che le mie impressioni a riguardo della loro cordialità non erano errate, infatti appena mi hanno visto sono corsi ad abbracciarmi e a sollevarmi dal peso delle valigie.
Ci siamo diretti subito all’hotel che avevano prenotato per darmi l’opportunità di visitare la capitale, dato che il paese in cui vivevano, Kankaapӓӓ, era situato a quasi 4 ore di macchina a nord-ovest della capitale. A Helsinki abbiamo visitato un museo di arte moderna, uno incentrato sulla Lapponia e infine un museo delle scienze. La famiglia mi ha fatto da guida tra le strade della città, che conoscevano bene dato che entrambi i genitori vi hanno studiato e quindi ogni posto era legato a un aneddoto, che rendeva la visita ancora più interessante. Il terzo giorno siamo partiti per Kankaapӓӓ e durante il viaggio mi resi conto che io e le due ragazze avevamo molte cose in comune e che si sarebbe formato un bel legame tra di noi. Vappu ha la mia età, ossia 18 anni, mentre Tuuli ne ha 16 ed entrambe erano delle patite dello shopping ( il che non mi dispiaceva affatto ;) ) e avevano la passione dell’equitazione, che loro praticano una volta a settimana in un maneggio poco distante da casa. La casa era molto graziosa, situata a un kilometro dal centro cittadino, aveva un bel giardino circondato da cespugli di lamponi e come in quasi tutte le case finlandesi vi era l’amata sauna. La famiglia non poteva tenere animali a causa dell’allergia al pelo di animali di Seppo, ma in compenso avevano un acquario e una teca con due lucertole: Pilvi e Manta. Lo so che può sembrare strano ma mi sono affezionata tantissimo a queste due bestiole, soprattutto a Manta, che dalla teca seguiva sempre con lo sguardo i miei movimenti all’interno della casa. Le trovavo talmente graziose che ogni 4 giorni, quando era ora di sfamarle, con le ragazze andavo in un campo dietro casa e , armata di retino, mi cimentavo nella cattura di cavallette…credo di esser diventata una professionista!
Come ho già accennato le mie ‘sorelle’ praticano equitazione e, anche se non ci capisco proprio un bel niente a riguardo, sembravano molto brave. Ovviamente non potevo non provare anche questa nuova esperienza e così fu. Sotto stretto controllo delle due ragazze e del loro istruttore, cavalcai Kassu, che per mia fortuna era un vero ‘gentiluomo’ e andava piano forse anche a causa della sua pigrizia. A parte i primi 5 minuti in cui la paura più grande era quella di cadere dalla sella, devo dire che è stato bellissimo! Così come alla fine degli allenamenti aiutare le ragazze nel pulire i cavalli, dagli da mangiare e sistemare la stalla.
Le sere erano il momento delle riflessioni. Dopo cena, infatti, la famiglia si riuniva per bere il tè e mangiare dei biscotti e intanto discutevamo delle cose fatte durante il giorno e di quelle che si sarebbero fatte il giorno seguente. Questo momento, inoltre, ci serviva per paragonare le diverse tradizioni, e per entrambe le parti dare delle risposte alle curiosità riguardanti l’altro Paese. Infatti, i due genitori amano l’Italia e l’hanno visitata in più occasioni, sia da soli sia con le figlie e mentre facevano scorrere le foto dei loro viaggi in Italia alla tv, iniziava uno scambio di usi e costumi senza pari. Credo che il soggiornare in una famiglia sia il modo più facile per conoscere a fondo la cultura di un paese, in quanto si abbandonano gli stereotipi, come ad esempio quello secondo il quale i finlandesi siano delle persone fredde e poco aperte.
L’interesse della famiglia all’Italia era rivolto non solo alla cultura, ma anche al cibo, dato che sono persone di buona forchetta. Una sera hanno preso un libro di cucina che avevano acquistato nel loro ultimo viaggio a Roma, in cui le ricette erano divise in regioni e ho passato la serata a spiegare loro i piatti italiani più conosciuti. Ma la vera e propria conferma della loro ‘devozione’ per il cibo italiano l’ho avuta quando ho cucinato per loro gli spaghetti al pomodoro e basilico, che mi ero portata via dall’Italia assieme a dei cantucci e a una maschera di Venezia. A causa del mio mancato senso delle porzioni, ho fatto un kilo di pasta per 5 persone e obiettivamente era troppo, ma non fu un problema dato che se la sono letteralmente divorata tutta, facendo pure la scarpetta alla fine.
In fatto di cibo devo dire che ho mangiato veramente bene da loro! La mamma era una cuoca provetta, che ogni giorno preparava qualcosa di diverso e sempre squisito, così come gli amici e i parenti che ci hanno invitato a cena e dai quali ho avuto l’occasione di assaggiare la prelibata carne di renna, il cui gusto è particolare ma molto buono, all’occhio appare scura ed è molto tenera, tanto che per riuscire a mangiarla bisogna usare la forchetta come se fosse una paletta, altrimenti la carne si rompe tutta.
Durante queste tre settimane ho potuto visitare molte città e fare attività diverse. Ad esempio un giorno siamo andati al festival della sauna, in cui in mezzo alla foresta e attorno alle sponde di un lago erano situate i tre diversi tipi di sauna finlandese: quella saldata con il carbone, quella mobile con una capacità massima di 4 persone e infine quella scaldata con la pietra. È inutile dire che fare la sauna, in cui ci sono di media 90 gradi, e poi buttarsi nel lago, in cui la temperatura era di 19 gradi, sia un’esperienza fantastica e molto rilassante!
Un altro giorno siamo andatati a Pori, una grande città in cui aveva luogo l’annuale festival del jazz in cui si esibiscono grandi artisti internazionali tra i quali David Bowie e Elton John, e in cui è possibile ascoltare anche band finlandesi.
Un’altra città molto bella è stata Turku, quinta città per popolazione situata nel sud-ovest del Paese. In questa io e le ragazze ci siamo date allo shopping sfrenato ed è stato molto bello avere due ‘sorelle’ che mi consigliavano le cose che mi stavano bene e quali no, e anche consigliare loro e vedere che ci tenevano ad avere un mio giudizio mi ha gratificato.
Oltre a ciò ho provato per la prima volta lo sci di fondo, in un tunnel di un km di neve artificiale; siamo andati a pescare con la barca a motore, siamo andati in una palude, abbiamo raccolto i mirtilli nella foresta, siamo andate a una festa hawaiana in piscina, una mini crociera verso le isole Åland , un arcipelago situato tra la Finlandia e la Norvegia, e una sera noi ragazze e un’amica di Tuuli siamo andate a ballare. A questa serata è legato un aneddoto molto divertente. Infatti la serata era animata da un cantante che li in Finlandia è abbastanza famoso, Tommi Soidinmäki, chiamato anche ‘re del tango’; quando le ragazze decisero di andargli a chiedere l’autografo le ho seguite e quando venne il mio turno Tommi mi chiese il nome, io gli risposi in inglese e quando gli dissi che ero italiana iniziò a compiacersi credendo che fossi una sua fan e pensando anche di essere famoso in Italia, tanto che mi abbracciò e aggiunse al suo autografo un cuore. Quella sera è stata a dir poco esilarante!
Ovviamente la mia partenza per l’Italia è stata frutto di emozioni contrastanti, da una parte non vedevo l’ora di rivedere i miei amici e parenti, ma dall’altra non volevo lasciare delle così care persone che per 3 settimane mi hanno trattata come una figlia e che spero che l’anno prossimo mi vengano a trovare come miei ospiti in Italia!
Credo che non ci siano parole per ringraziare il Lions Club di questa fantastica esperienza, che mi ha fatto maturare come persona e che farà parte del mio bagaglio personale per tuta la vita.
P.S. Kitos! (grazie!)