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ITALIA: what else?

Dal 12 luglio al 4 agosto 2009 ho avuto la possibilità di trascorrere tre settimane in Finlandia, grazie all’iniziativa di scambi giovanili del Lions club.

Partiamo dal viaggio. Fin dalla fase organizzativa non si sono verificati particolari problemi, a parte qualche piccolo intoppo riguardante gli orari dei voli, comunque risolto. Siamo arrivati al momento della partenza perfettamente consapevoli e preparati, ed io in primis. Prima del viaggio mi ero infatti messo in contatto con la famiglia Kuittinen, naturalmente, composta da due fratelli di 16 e 18 anni Henry e Tuomas e dai loro genitori Ossi ed Ejia, e con il ragazzo che poi sarebbe stato mio compagno di viaggio da Francoforte e di campo durante l’ultima settimana di soggiorno. Nessun problema con i voli, due, da Bologna a Francoforte e da qui a Helsinki. Arrivato là sono stato intercettato e accolto dalla famiglia che mi avrebbe poi ospitato nelle due settimane a venire.

Il soggiorno in famiglia ha tutta’altro che deluso le grandi aspettative e l’emozione che la prospettiva di questo viaggio mi aveva regalato. La loro cordialità, spontaneità, presenza  e perfetta padronanza dell’inglese mi hanno permesso di vivere l’esperienza con loro serenamente, senza alcun tipo di incomprensione. Mi hanno totalmente calato nella loro vita quotidiana, così ho potuto conoscere parenti e amici di famiglia, alcuni loro futuri progetti, tra cui la costruzione di una nuova casa estiva, e soprattutto gettare un occhio sulla loro realtà quotidiana, scoprendo attività e tradizioni diverse dalle mie. Alcune di queste le ho provate, dal cibo alla barca a vela alla sauna con relativo bagno nel lago. Abbiamo infatti soggiornato nella casa estiva della famiglia, una costruzione in legno nella foresta, in prossimità di un lago abbastanza lontano dalla loro abitazione di Helsinki. Città che mi hanno comunque portato a visitare più volte, insieme con un’altra cittadina poco distante, Porvoo, facendomi da guida e raccontandomi tutto della loro storia.

Ho potuto anche imparare molto sui loro problemi e sulla loro mentalità, di come siano molto più aperti di noi al mondo e, a livello più personale, di cosa pensino di questo e perché no, dell’Italia. 

Questo periodo è passato anche troppo in fretta, quando mi sembrava di essere arrivato era già ora di salutare la famiglia alla volta dell’hotel Siikaranta, dove avrei trascorso una settimana con altri trenta ragazzi da tutto il mondo.

L’ultima settimana nel campo rappresenta un’esperienza totalmente diversa da quella avuta nelle due settimane prima in famiglia. Qui ho infatti conosciuto trentadue ragazzi da venti paesi diversi che come me vivevano un’esperienza in un Paese nuovo e anche un po’ misterioso. Sin dal primo istante questo fatto ci ha legato facendo si che nessuno avesse problemi a socializzare o a farsi conoscere. Dal punto di vista organizzativo è stato tutto perfetto. Già dal secondo giorno siamo stati divisi in gruppi guidati dai ragazzi volontari dello staff, tutti più o meno nostri coetanei tra l’altro. Ogni giorno questi gruppi si scambiavano piccole responsabilità, come scrivere il resoconto della giornata o organizzare lo spuntino serale e ognuno di essi organizzava le attività per proprio conto, come preparare una piccola scenetta rappresentata poi davanti agli altri gruppi o partecipava ad attività collettive ma scaglionate consistenti in competizioni tra i vari gruppi. Durante la settimana abbiamo visitato la città di Helsinki e la sua università, provato attività come il golf, partecipato a una sorta di seminari sui prodotti tipici Finlandesi, artigianali e culinari. Una giornata è stata inoltre dedicata alla presentazione dei propri Paesi d provenienza. In definitiva durante questa settimana non ho imparato soltanto fatti riguardanti la cultura finlandese, bensì ho imparato a conoscere tante persone diverse figlie di culture diverse, per questo è stata un’esperienza importante. 

Dopo i tanti e tristi arrivederci, con la promessa, mantenuta, di tenerci in contatto tramite internet, è giunta l’ora del ritorno, condiviso per la prima parte con Marco, il mio già compagno di viaggio d’andata, e due dei quattro tedeschi conosciuti al campo: Anja e Felix, viaggio anche questo conclusosi nel migliore dei modi.

In conclusione, questa esperienza è stata a dir poco formante, dal punto di vista umano e delle mie conoscenze, dell’inglese ma non solo. Mi ha permesso di conoscere tante persone con cui resterò in contatto e di cui porterò sempre il ricordo, il tutto senza problemi rilevanti e rilevabili.