Eccomi di ritorno dalla mia esperienza finlandese!!! Inutile dire che è stata davvero fantastica! Ho conosciuto un’infinitàdi persone eccezionali, che porterò sempre nel mio cuore e che, grazie a Internet, potrò continuare a sentire!
Ma, dovendo stendere la mia relazione, andiamo con ordine.
Partenza alle 7.30 per Milano Malpensa, check-in, imbarco e saluti vari…
Alle 11.00 sono a bordo dell’aereo che miporterà in Finlandia! Sono eccitata, incuriosita, ma anche preoccupata perché non ho idea di cosa mi aspetterà una volta atterrata.
Il primo impatto finlandese è quello con il cibo! Accanto alla pasta individuo una specie di biscotto marronescuro… lo assaggio e mi rendo conto che si tratta di pane, il tipico pane nero finlandese, che avrei avuto modo diapprezzare nelle tre settimane seguenti. All’aeroporto di Helsinki-Vantaa mi attende il lions Riikka, con un cartellorecante scritto il mio nome: facile riconoscersi! Aspettiamo l’altro ragazzo italiano, Alessandro.
Riikka ci accompagna a Helsinki città e, dopo un tour veloce, carica Alessandro sul suo pullman e me sul treno verso Mikkeli. Il viaggio in pendolino dura solo 2 ore e mezza e al mio arrivo mi attendono il coordinatore del campo, Pertti Ruotsalainen e,ovviamente, la mia host family! Il padre, Heikki, simpaticissimo, che si cimenta con la lingua italiana, facendomi sentire a casa; la madre Mirja, dolcissima, parla solo finlandese, ma mi accoglie come una seconda figlia e riusciamosempre a farci capire l’una con l’altra; Ilona, la vera figlia, con cui c’è subito intesa e destinata a diventare compagna didivertimento per le due settimane successive!! Lungo il tragitto dalla stazione a Otava, il paesello in cui vive la miafamiglia, mi colpiscono la strada costeggiata su entrambi i lati da una bella foresta verde; il lago blu che si intravede trale piante; il fatto che sono circa le 21.00 e c’è ancora tantissima luce! Le strade sono ampie e vuote: la nostra autosembra essere l’unica! e sfreccia seguendo indicazioni in una lingua a me completamente incomprensibile…
Arriviamoa casa. Noto subito il vialetto, i cespugli, gli alberi nel giardino, ma soprattutto l’assenza di un cancello! Avrei prestoimparato che in Finlandia è assolutamente normale lasciare la porta di casa o la portiera della macchina aperte.
Altra abitudine curiosa è quella di lasciare tutte le scarpe all’ingresso e di girare per casa scalzi, e questo vale tanto per imembri della famiglia quanto per gli ospiti occasionali.
Mi mostrano la mia stanza, la toilette, e mi offrono subito damangiare: sono le 23.00 e stiamo cenando!! Avrei presto imparato che la mia famiglia non ha orari per i pasti: si mangiasempre e si tratta sempre di cose nuove.
La prima notte faccio fatica a dormire, con il fatto che ci sia luce e la presenzadelle zanzare (ce ne sono a milioni, soprattutto vicino al lago, e sono terribili!!), ma poi mi abituo anche a questo. Ladomenica partecipo ad una festa per la laurea di uno dei fratelli di Ilona, che mi avrebbe poi ospitato per un giorno. Homodo di conoscere l’intera famiglia.
La sera faccio la mia prima sauna!!Che dire? Ormai ci sono talmente avvezza chenon ricordo la prima impressione! Rilassante direi e anche un po’ spaventoso, quando ho iniziato a pensare che avreipotuto rimanere chiusa dentro, visto che la porta era a chiusura automatica!!! Il giorno dopo, prima visita a Mikkeli eIlona mi presenta alcuni dei suoi amici. Sono sorpresa nel constatare che non tutti sono timidi e riservati come si pensadei finlandesi; anzi, mi sommergono di domande e iniziano a parlare inglese anche tra di loro, per farsi capire da me.Chiacchieriamo amabilmente come se ci conoscessimo da sempre e mettiamo a confronto ogni aspetto della Finlandia edell’Italia. Nei giorni successivi ho parecchio tempo libero, perché Ilona ha un lavoro estivo part-time (vende fragoledavanti ad un supermercato!)… Ne approfitto per leggere i libri portati da casa, per guardare la tv (rigorosamente ininglese con i sottotitoli in finlandese) e per chattare con i miei amici e la mia famiglia in Italia. Spesso esco con lamamma, Mirja, e insieme passeggiamo, andiamo in bicicletta, facciamo la spesa…
Quando Ilona torna dal lavoro,andiamo a fare shopping o usciamo con i suoi amici.
Venerdì i genitori partono per una breve gita in Estonia (metamolto comune dalle loro parti) e io vengo ospitata nella casa sul lago di un fratello, che vive con la moglie e il figlio diun anno e mezzo. Mi diverto molto con il bambino e insieme tentiamo di imparare un po’ di parole in finlandese! Poi facciamo un barbecue in riva al lago.
Quando torno a casa dalla famiglia, mi cucinano le crépes con la marmellata fattada loro. Nel tardo pomeriggio esco con Ilona e un paio di suoi amici. Facciamo un pic-nic su un telo in un grande parcoa Mikkeli; poi andiamo in un locale messicano. La settimana seguente Ilona e il suo ragazzo mi portano a visitare ilmuseo di un manicomio (in una mail avevo scritto a Ilona che mi piacerebbe studiare psicologia e lei se ne èricordata!)!! Inquietante, ma interessante. Poi è la volta della zona panoramica di Mikkeli, da cui scatto foto a tuttospiano, riconoscendo dall’alto i luoghi visitati nei giorni precedenti. Una mattina i genitori mi portano in una specie diagriturismo dove si recano di solito ad acquistare fiori… L’ultima sera la trascorro al cottage del ragazzo di Ilona, doveprovo per la prima volta l’ebbrezza di alternare la sauna, al bagno nel lago gelato!! Sensazione stupenda, che avreiriprovato decine di volte al campo! La partenza è triste, ma so che rivedrò la mia famiglia prima di tornare in Italia.L’esperienza nel campo è altrettanto stupenda, per ragioni diverse. Circa 30 ragazzi (di cui ben 5 italiani!) da 19 nazionidifferenti, si incontrano e trascorrono insieme ogni minuto per 10 giorni, stringendo una forte amicizia. Mi hannolasciato la migliore impressione possibile riguardo i loro Paesi e spero di aver fatto altrettanto!! Insieme facciamo saunee bagni nel lago, cantiamo e suoniamo, chiacchieriamo, ascoltiamo la musica, ridiamo fino alle lacrime, giochiamo e cirilassiamo sul dondolo! Un giorno remiamo sul lago e un altro facciamo un giro di Mikkeli sotto forma di caccia altesoro con una serie di prove da superare (cantare con l’acqua in bocca, recitare di fronte ai passanti ignari, dare vita adun’opera d’arte con pochi oggetti, e tutto nel bel mezzo della città!!). Ci cimentiamo in complicati giochi a squadre. Unaltro giorno camminiamo nel cuore della foresta, imparando sottoforma di gioco a conoscere la natura finlandese.
Dormiamo in tenda, congelando nei nostri miseri sacchi a pelo, ma grazie al cielo dopo aver visto una splendida eprecoce alba scandinava sul lago. Di sera accendiamo fuochi un po’ ovunque. Prepariamo un piccolo spettacolo per iLions che si riuniscono nel campo la penultima sera. Poi aiutiamo ad allestire lo spazio in cui l’ultimo giorno si terràl’annuale Otava Happy Jazz festival, a cui parteciperanno anche quasi tutte le famiglie e in cui ci verrà chiesto diintrattenere un folto gruppo di bambini finlandesi!! Infine ci insegniamo a vicenda varie frasi e parole nelle nostrerispettive lingue e alcune finiscono per diventare dei veri cult! Il momento dei saluti è più traumatico del previsto.
Lamaggior parte di noi prende il pullman delle 9.00 per l’aeroporto di Helsinki, dove, una dopo l’altra, vedo partire tutte lesplendide persone con cui ho vissuto gli ultimi dieci giorni… Io sono l’ultima e da una parte preferisco così: rimastasola ho tempo di riflettere e inizio a desiderare di rivedere la mia famiglia italiana!! Sull’aereo comincio a sentirenostalgia per la dolce lingua finlandese e, appena scesa, vengo aggredita dal prepotente caldo milanese!!
ArrivederciFinlandia… con un po’ di fortuna forse un giorno tornerò!!
Grazie di cuore al Lions Club per avermi concesso questa splendida possibilità, che auguro a tutti i ragazzi che come mehanno voglia di conoscere il mondo!