Sorvolando il territorio finlandese si rimane sorpresi e affascinati nell'incontrare come primo colore (che deve essere anche il colore nazionale, essendo riportato sulla bandiera) un blu di una intensità disarmante: il mare, il cielo, i laghi.
Alla vista di tanti specchi d'acqua su cui il sole si affacciava allegramente ho improvvisamente abbandonato tutte le preoccupazioni e i timori di chi viaggia da solo per la prima volta. E con la stessa solarità con cui questa terra mi ha dato il suo benvenuto, sono stata accolta dalla mia famiglia.
Entrarvi in sintonia non è stato affatto un problema. Si sono subito mostrati molto gentili e premurosi, facendomi sentire membro effettivo della famiglia.
Il giorno successivo al mio arrivo siamo partiti in macchina alla volta di Rovaniemi, la città di Babbo Natale, per cui passa anche il circolo artico. Assieme a noi vi era anche la host-family di Silvia, l'altra ragazza italiana proveniente da Vicenza. Infatti le nostre rispettive famiglie si conoscevano da moltissimo tempo ed erano grandi amiche. Il tempo passato insieme è stato quindi meraviglioso, puro divertimento: non ho mai riso così tanto in vita mia!
Nei seguenti giorni ho potuto visitare i villaggi circostanti a quello in cui vivevamo (Korsback) e la città di Vaasa, una delle più importanti della Finlandia. Ma soprattutto ho potuto vivere alla vera maniera finlandese, tra saune, pesca e lunghe passeggiate nei boschi. Io e Silvia abbiamo poi dato prova della superiorità italiana nell'arte culinaria organizzando una cena per entrambe le famiglie (ben 10 persone!) a base di lasagne, farfalle al pesto, patate al forno e fettine di vitello alla milanese; e per finire l'immancabile tiramisù. Risultato? Nonostante qualche nostro pasticcio e incidente in cucina, i finlandesi sono rimasti deliziati, noi soddisfatte, naturalmente.
Incredibile come la cultura passi anche tra forchette e padelle!
L'ultimo giorno in famiglia, il giorno dell' "arrivederci", come preferivamo chiamarlo, è stato difficilissimo. Sentivo di voler rimanere ancora un po' di tempo con la mia famiglia, ma allo stesso tempo ero tremendamente curiosa di sapere che cosa avremmo fatto al campo e di conoscere tutti gli altri ragazzi.
Infatti i primi giorni nel campo li ho passati nella malinconia poiché soffrivo veramente tanto la mancanza della famiglia. Poi fortunatamente la curiosità e l'interesse verso l'altro, tipiche della gioventù, hanno fatto andare tutto per il meglio. Non smetterò mai di ripetere quanto fosse incredibile avere quattro continenti in una sola stanza!
Ed è stata proprio la nostra diversità ad avvicinarci, tutti quanti, saldandoci in un meraviglioso rapporto di amicizia.
Un'amicizia duratura, tra l'altro, poiché ci stiamo già organizzando per un rendezvous a Praga, verso Gennaio.
Questo mi fa riflettere su quanto l'amicizia, il sentimento più nobile e sincero, vada aldilà di qualsiasi confine, fisico e mentale.