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ITALIA: what else?

Tutto emozionato del viaggio, arrivai all’aeroporto di Amsterdam (Schiphol) verso ora di pranzo (circa le 12:00), era una giornata abbastanza soleggiata per il clima olandese, la famiglia, puntuale, aveva aspettato il mio arrivo all’ aeroporto. 
La mia famiglia olandese mi accolse subito e tra l’altro mi trovai anche bene, eravamo in cinque: Wim, Daphne, Gerben, Samuel ed io. Wim, mio padre, era un uomo d’affari, amante della cucina italiana e della cultura in generale, spesso infatti discutevo di arte o musica con lui. Daphne, mia madre, amante anch’essa della cucina, in particolare di quella italiana. Gerben, mio fratello, era un ragazzo di 15 molto alto per la sua età, molto simpatico, amante degli sport, infatti ebbi l’occasione di andare in piscina con lui e a giocare a tennis (lo sport che praticava).

Infine vi era Samuel: il ragazzo finlandese che doveva essere ospitato insieme a me, anch’egli come me doveva compiere i 18 anni proprio durante questo viaggio. Mi trovai subito bene con lui. 

da destra: Gerben, io, Samuel e Daphne

Dovevo stare con la famiglia dieci giorni e poi sarei andato al campo. I giorni in famiglia furono quelli in cui vidi la maggior parte dei musei e in cui ci siamo dedicati a vedere e comprendere al meglio la cultura olandese. 
Il primo giorno ci portarono a cena in un ristorante, dove ho potuto provare le specialità dolci-salate tipiche olandesi. Quel giorno ci accolse anche Kasper, il fratello maggiore di Gerben, che però la maggior parte dei giorni andava o a lavorare. 
Il secondo giorno si decise che sarebbe stata una giornata di pausa, perché era domenica e la famiglia aveva la tradizione di organizzare dei giochi di società di domenica, una scusa per fare in modo che tutti i membri possano ritrovarsi e vedersi almeno una volta settimana. Infatti in tale giorno si presentò Hilde, la sorella maggiore di Gerben. 
Il secondo giorno andammo a vedere “Madurodam” vicino a “Den Haag”, la famosa miniatura olandese dell’intera nazione e le sue principali attrazioni turistiche.
Da lì abbiamo stabilito il programma da farsi: 
Siamo andati a vedere il palazzo del Parlamento
Nei giorni successivi con un programma abbastanza ricco abbiamo visto il museo di Anna Frank, il Fellini Museum (The Eye), il Kroller-Muller Museum, e ci siamo poi soffermati ad ammirare i lavori ingegneristici olandesi. 


Qui abbiamo festeggiato i nostri 18 anni

Ci siamo soffermati sui lavori ingegneristici olandesi (kinderdijk)

 

Abbiamo anche visto Rotterdam dall’alto nell’Euromast (il palazzo più alto in Olanda), ed ecco l’esperienza finale: il Fellini expo al The Eye 

 

Dopo i primi giorni di permanenza presso la mia famiglia non potevo che ritenermi già soddisfatto del viaggio, ma il campo, senza dubbio, fu l’esperienza più bella che io abbia mai fatto. Lì ho avuto la possibilità di incontrare molti ragazzi della mia stessa età che venivano dalle più disparate e remote aree del mondo, oltre che vedere tanti altri musei (Groningen Museum e Rijksmuseum), erano tutti molto simpatici e avevano, come me, lo scopo di condividere la propria cultura. Io penso che l’esperienza con i Lions sia molto interessante e soddisfacente, ma lo è al massimo solo nel momento in cui le persone che si ha conosciuto le si continua a vedere, ed è proprio su questo punto che mi vorrei soffermare. La grande soddisfazione l’ho sicuramente avuta durante il viaggio, ma l’aspetto più bello è stato stringere amicizie con culture ignote e lontane, sapendo che un giorno si avrà modo di rivederle. Di questo non posso che essere debitore ai Lions. 

  
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