Quando in primavera il responsabile degli scambi giovanili mi ha comunicato che la mia meta sarebbe stata la Francia, ho pensato che non sarebbe stata un'esperienza così interessante come quella vissuta l'anno precedente in Finlandia.
La Francia è una meta poco "esotica", è un paese che pensavo di conoscere bene e, soprattutto, è l'unica nazione la cui lingua officiale per gli scambi è il francese, che non praticavo da un pezzo.
Sono comunque partita per il mio soggiorno con una grande dose di curiosità per quello che mi aspettava: due settimane di campo e una di accoglienza in famiglia. Il 9 luglio sono arrivata a Vichy, città dove si sarebbe svolto il campo. Il direttore mi ha accolta alla stazione e mi ha portata al centro Omnisport, dove erano già presenti tutti gli altri ragazzi. Le attività svolte durante il campo sono state molteplici e di vario tipo: oltre a diverse opportunità per praticare sport particolari come tiro con l'arco o scherma, e alle visite ai diversi Lions club della zona, il programma prevedeva cinque giorni di campeggio sul vulcano di Tazenat. Qui era previsto che svolgessimo attività e giochi che ci avrebbero aiutati a conoscerci meglio, ma, purtroppo, a causa del vento forte abbiamo dovuto rinunciare a molti di questi. L'esperienza migliore del campo per me é stata la marcia con la bussola, una gara di orienteering in cui eravamo divisi a squadre. Con i miei compagni abbiamo avuto problemi di interpretazione delle indicazioni che ci erano state fornite e siamo finiti esattamente all'opposto di dove dovevamo andare. Nonostante la fatica della marcia è stata una bella occasione per conoscersi meglio a vicenda.
Alla fine di queste due settimane molto divertenti e anche un po' stancanti, mi sono trasferita insieme a Tcheyné, una ragazza siberiana che era al campo con me, presso la nostra famiglia ospitante. Si trattava di una coppia di pensionati molto gentili che ci hanno offerto, insieme al Lions club della città di Chatillon-sur-Seine, una accoglienza piuttosto particolare; infatti, ogni giorno veniva un diverso membro del club, che aveva il compito di accoglierci per tutta la giornata. Ogni ospite ha organizzato per noi attività uniche, come un giro aereo della regione o la visita di un allevamento di cani da caccia... È stata un'esperienza diversa dal solito, che mi ha permesso di conoscere molte famiglie e tradizioni diverse, ma al tempo stesso ho instaurato un bel legame com la famiglia ospitante, che era molto attenta e gentile nei nostri confronti.
Al ritorno, mi sono resa conto di come anche un paese che può sembrare poco interessante perché molto vicino all'Italia, sia in realtà ricco di tradizioni proprie e curiosità.
L'unico aspetto migliorabile lo posso ricavare dal confronto con il campo vissuto l'anno scorso in Finlandia. In quel caso c'era stata una maggiore cura dell'integrazione di ognuno e le attività erano organizzate in modo da favorire la conoscenza reciproca e nessun momento della giornata era lasciato all'improvvisazione.