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ITALIA: what else?

Era un giorno di metà marzo, ero in classe, ora di buco. I ragazzi non prestano mai attenzione alle circolari, me compresa, figuriamoci durante un’ora di buco. Quel giorno però l’ho sentita, anzi ho sentito solo tre cose: “riservato ai maggiorenni del quarto anno”, “necessaria la conoscenza dell’inglese e del francese”, “tre settimane di viaggio in Francia offerte dal Lions Club”. Sarà che ognuna di queste tre cose mi toccava da vicino - avevo appena compiuto 18 anni, proprio il settembre precedente avevo deciso di cominciare a studiare il francese come terza lingua e adoro viaggiare -, ma sta di fatto che mi sono risvegliata dal torpore dell’ora di buco e mi sono fiondata in segreteria a fare domanda - poco speranzosa, la fortuna non è mai stata il mio forte. Dopo soli due giorni ricevo contemporaneamente una convocazione dal preside ed una telefonata dal sg. Fabrizio Carmenati, membro Lions, che si congratulava con me per aver vinto il concorso.

Beh non mi sembrava vero, ho cominciato a realizzare l’assurdità di questo viaggio e il mistero che lo avvolgeva (sapevo solo il nome della famiglia e il luogo del campo) solo il giorno prima di partire. 

“Camp d’Arras, 3 – 17 Luglio”, così recitavano tutti i documenti riguardanti la mia partenza. Il nostro è stato un campo “particolare”, unico nel suo genere, poichè era composto da sole 8 ragazze di 6 diverse nazionalità che inauguravano la prima “edizione” del campo ad Arras (regione Nord-Passo di Calais), organizzato dal sg. Eric Gilles, alle prese con la sua prima esperienza da organizzatore di Scambi Giovanili Lions. Perfettamente riuscita, oltre ogni aspettativa.

Eravamo in 8 (due ragazze finlandesi, una turca, una tedesca, due spagnole, una russa ed io), avevamo a disposizione un’intera struttura scolastica nel centro della cittadina di Arras dove non ci mancava assolutamente niente, parlavamo tutte l’inglese e il francese (ma abbiamo parlato praticamente sempre in francese fra di noi, migliorando incredibilmente la conoscenza di quella che per tutte noi non era né la prima né la seconda lingua) ed eravamo accomunate dall’amore per i viaggi. Con il nostro minibus guidato dal simpaticissimo Sebastien, siamo state scarrozzate per tutta la Francia del nord per due settimane, visitando una città al giorno e incontrando decine di amici Lions che ci hanno mostrato le bellezze della loro regione, la sua storia, le sue tradizioni e i suoi divertimenti, con una gentilezza e una disponibilità infinite, pronti ad esaudire immediatamente e brillantemente ogni nostra richiesta.

La nostra responsabile del campo, Cecile Lemaire, era una ragazza adorabile di poco più grande di noi. Quello del Camp d’Arras era per lei un lavoretto estivo, e non avrebbe mai pensato di vivere una tale esperienza in nostra compagnia, e neanche noi potevamo mai immaginare che avremmo stretto con la nostra responsabile rapporti non meno saldi di quelli che avevamo stretto fra noi. Dopo aver rotto subito il ghiaccio, siamo diventate tutte praticamente sorelle, condividendo tutto 24 ore su 24 per 15 giorni, scherzando, ridendo, imparando molto sulle tradizioni dei nostri vari paesi, prendendoci allegramente in giro sui clichè di ogni nazione, sedendoci anche spesso a tavolino a imparare le parole base di ogni lingua… (So dire “grazie”, “buongiorno” e “buonanotte” in almeno 10 lingue ora!)

Il giorno della partenza per le nostre Host Families è stato terribile, ed è toccato a tutte presentarsi alla propria famiglia ospitante con gli occhi ancora un po’ rossi di lacrime, che devo ammettere sono sparite dopo poco, in quanto per tutte noi (che abbiamo continuato a tenerci in contatto via Facebook per tutta la settimana) l’esperienza della famiglia è stata altrettanto magnifica.

La mia famiglia ospitante, la famiglia Sedard, abita ad Eu, una cittadina in Normandia, sul mare. Era composta dai miei due “genitori” ed avevo due “fratelli” di 21 e 18 anni e una sorellina adorabile di 5. Più un cane, un gatto e due pesci rossi! Ho abitato nella loro enorme casa nel bel mezzo della foresta, tutta vetrate e con panorama sulla campagna francese per 6 giorni. Il mio “padre ospitante” era presidente Lions del suo distretto ed ho conosciuto quindi numerosi altri Lions che si sono prodigati per farmi conoscere in breve tempo le bellezze della Normandia. In più, sono stata molto fortunata poiché sono un’amazzone e la mia famiglia è stata gentilissima nel portarmi più volte alle scuderie di alcuni loro amici per fare delle passeggiate a cavallo ogni volta diverse e sempre emozionanti (terra di cavalli, la Normandia!).

Nondimeno sono stati gentili e disponibili con me anche gli amici dei miei “genitori” e dei miei “fratelli”, riuscendo brillantemente a non farmi mai annoiare. Ciliegina sulla torta, la mia famiglia ha organizzato per me e la mia compagna dell’ultima settimana un breve soggiorno a Parigi di un giorno e mezzo, che non era previsto nel programma, ospiti di un ragazzo figlio di loro amici, che è stato bravissimo a mostrarci Parigi in meno di 24 ore in modo più che esauriente. Un grande grazie anche a lui.

Il 23 luglio non ho realizzato che la mia avventura era finita finchè non mi sono trovata in coda al check-in con il mio biglietto per Roma in mano. Lacrime inevitabili, mentre nella mia mente rivivevo con intensità tutti i più bei momenti passati con le ragazze del campo, con Cecile, con tutti gli amici Lions, con la famiglia Sedard.

Un viaggio organizzato alla perfezione, indimenticabile, che è trascorso per noi ragazze in un ambiente sempre familiare, una vera e propria avventura alla scoperta non solo del posto dove sono stata, ma anche dei paesi di tutte le ragazze con cui ho condiviso questa esperienza, e nondimeno alla scoperta anche di se stessi. Un viaggio che fa anche sentir crescere, lo giuro, l’orgoglio per l’appartenenza al proprio Paese e la voglia di mostrarlo al resto del mondo.

Una nostalgia fortissima mi assale nello scrivere queste poche pagine, ma se è questo quello che si prova dopo uno Scambio Giovanile Lions, allora voglio scrivere altre mille pagine e sentire questa nostalgia altre mille volte. GRAZIE di cuore, a tutti voi che siete stati dietro le quinte di quest’avventura e che l’avete resa indimenticabile.