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ITALIA: what else?

E’ così complicato descriverlo. Il Giappone non si può semplicemente riportare sulla carta. Il Giappone va vissuto!
Appena scoperto che l’Hokkaido mi avrebbe fatto da casa per quei 34 giorni in Giappone mi sono sentita crollare. E’ l’isola più a nord, la seconda più grande, ma anche la meno turistica. Solitamente le prime mete che vengono in mente sono Tokyo, Kyoto ed Osaka e sembra scontato visitarle, ma non è stato così per me.
Ma sono contentissima di questa iniziale “sfortuna” che poi si è trasformata in fortuna perché l’Hokkaido è uno dei luoghi che da turista semplice non visiti. E’ una terra selvaggia e immersa nella natura e dove la cultura giapponese è molto forte.

C’è pure il MIGLIOR CIBO GIAPPONESE! Ci sono moltissimi porti importanti che vendono pesce freschissimo e buonissimo; essendoci anche molte coltivazioni i prodotti usati quali ortaggi, riso, patate ed altro provengono da là. 

Dopo 12 ore di viaggio Roma-Osaka e altre 2 Osaka-Sapporo un gentile membro Lions mi ha portato in treno per altre 4 ore fino a Kushiro, la prima destinazione. La prima famiglia Oshima è formata da padre dentista, madre e due figlie: una di 21 che studia a Tokyo e una di 17. Quasi tutte le mattine e parte del pomeriggio le ho passate al liceo con la mia host sister ed è stata un esperienza fantastica! A parte due giorni di lezioni un po’ noiose per me (non capendo niente tranne matematica) e molto imbarazzanti (ho dovuto fare un discorso davanti ad 800 studenti) le altre giornate sono state molto divertenti perché era il periodo del festival della scuola. Ho potuto confrontare la scuola giapponese a quella italiana e devo dire che sono veramente differenti, ognuna con i suoi pregi e difetti (le strutture scolastiche giapponesi lasciano senza parole per la loro efficienza). Con la famiglia ho partecipato a cerimonie del tè, fatto corsi di calligrafia, mangiato pesce, granchi, gamberi, ostriche e balene (non sono contenta di averle assaggiate) al mercato del pesce,visitato laghi, montagne, luoghi termali, templi e tantissime altre cose.
Dopo i primi 10 fantastici giorni con una famiglia gentilissima e ospitale, che mi ha riempito metà valigia di regali, è stato difficile lasciarli. 

La settimana successiva avevo il Lions Youth Camp ad Hakodate (altre 8/9 ore di bus), città dei calamari. Eravamo solo in 8 di cui 6 europei e 2 taiwanesi oltre ai ragazzi universitari giapponesi del Camp, ma ci siamo divertiti tantissimo. 

Dopo ho cambiato città nella quale sarei dovuta rimanere per 5 giorni nella stessa famiglia, ma dopo una notte la signora anziana che mi ospitava, non capace di parlare inglese è riuscita a farmi capire che avrei dovuto cambiare altre 2 famiglie in quei 5 giorni. È stato un po’ uno shock… la fatica di rifare i bagagli quasi ogni giorno, le giornate con programmi fittissimi, le cene di benvenuto mi hanno distrutta, ma è stato tutto positivo e grandioso.

La penultima famiglia ha una casa sul mare, un golfo protetto dalle onde e meta turistica per il bagno. L’acqua era molto limpida e piena di pesci, stelle marine e granchi che abbiamo pescato con un semplice bastoncino. Gli ultimi dieci giorni li ho passati ad Hakodate nell’ultima famiglia. È veramente una bella città ed ho avuto la possibilità di conoscere studenti universitari che mi hanno portato in giorno. Ci siamo divertiti un sacco! 

Uno dei principali problemi è la comunicazione: per i giapponesi l’inglese è molto difficile anche perché lo iniziano a studiare a 12 anni e le lezioni si basano sulla grammatica e mai sullo speaking. Ma alla fine a gesti o tramite gli smartphone qualcosa si riesce a capire.

Devo dire che le cose che mi mancheranno di più saranno il cibo e la gentilezza delle persone.

Il cibo è buonissimo: ho assaggiato un sacco di piatti e sapori nuovi mai provati in Italia. Il sashimi è uno dei miei preferiti, il pesce fresco che si scioglie in bocca è fantastico, ed anche il sukiyaki, carne cotta su una piastra con verdure e salse a base di soya. 

Poi c’è la disponibilità, la pazienza, la gentilezza dei giapponesi. Sembra di essere degli imperatori costantemente serviti; in qualsiasi negozio, treno o altro il personale è sempre, SEMPRE! sorridente ed ossequioso. È stato un trauma appena tornata in Italia relazionarsi con gente impaziente ed egoista.

Sono proprio contenta di essere andata in Hokkaido perché ora ho l’occasione di ritornare in Giappone a visitare Tokyo ecc. mentre se avessi fatto il contrario non mi passerebbe per la testa di andare in Hokkaido.

Spero che anche voi in un futuro non troppo lontano avrete la possibilità di visitare il Giappone e stupirvi nella Terra del Sol Levante.

Che dire……grazie cari amici Lions!!!!!!!!

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