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ITALIA: what else?

Non è facile scrivere un report di questo bellissimo viaggio di cui ci sarebbero troppe cose da dire e da raccontare, un'esperienza che fino a poco tempo fa non avrei mai immaginato di poter vivere.
Partiamo dal presupposto che ho vinto questo viaggio per caso, partecipando ad un concorso con la scuola e e vincendo grazie a un tema relativo al lavoro e alla disoccupazione. Inizialmente le paure erano tante: partire da sola per tre settimane senza nessuno che possa capire la tua lingua e cavarsela da sola cambiando due aerei in un paese straniero mi spaventava davvero. Inutile dire che già il primo giorno, appena incontrata la mia hostfamily e conosciuto il figlio della mia stessa età, tutti i miei timori erano svaniti completamente.
Infatti con loro mi sono trovata benissimo e sempre a mio agio, mi hanno resa partecipe di tutto quello che facevano e mi hanno permesso di incontrare già nella prima settimana con loro molti ragazzi del camp provenienti da ogni parte del mondo con cui ho potuto iniziare a stringere amicizia e confrontarmi sui nostri paesi e tradizioni fin dal secondo giorno.


E' stato triste salutare la mia hostfamily, a cui mi ero particolarmente affezionata, ma la partenza per il camp è stato l'inizio di una nuova avventura. I primi due giorni abbiamo visitato Berlino, poi a seguire altre città come Amburgo e Wolfsburg, alternate a musei, concerti, gite in barca e giornate dedicate allo sport all'insegna del divertimento, con attività come gare di canoa, calcio, pallavolo, arrampicata e parchi divertimento. Negli ultimi giorni è stata inoltre organizzata una serata intitolata “National Evening” in cui ogni ragazzo di ogni parte del mondo, di fronte a tutti noi e alle nostre hostfamilies, ha mostrato e spiegato le tradizioni e la cultura del proprio paese, coinvolgendoci anche in balli popolari o cucinando piatti tipici. Purtroppo però dopo tanto divertimento si è arrivati al termine del viaggio, e quelle tre settimane che prima di partire sembravano un tempo interminabile sono volate in un batter d'occhio senza che ce ne rendessimo conto. L'ultimo giorno al camp è stato davvero triste e al momento dei saluti tutti abbiamo pianto, anche i ragazzi e i team leader che, pur essendo le nostre guide, erano nostri coetanei e avevano condiviso questa esperienza con noi. 

Adesso, a distanza di quasi un mese dal mio ritorno a casa, sto mantenendo i contatti con tutti i ragazzi del camp e con la mia hostfamily, e spero davvero di poter continuare così per sempre perchè, quei 23 ragazzi che fino a poco tempo fa erano per me perfetti sconosciuti, sono ora diventati la mia seconda famiglia. Ringrazio quindi l'associazione Lions per avermi regalato questa bellissima esperienza, la migliore della mia vita, di cui conserverò per sempre un fantastico ricordo e tante nuove amicizie in giro per il mondo.