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ITALIA: what else?

La ma esperienza in Giappone è stata fantastica. Quando ho scoperto che sarei stata tre settimane nel paese del Sol Levante non avevo idea di cosa aspettarmi, quello che conoscevo di questo posto erano solo poche nozioni apprese dai manga e da qualche cartone animato. 
Sono arrivata il 21 dicembre all'aeroporto di Fukuoka, al Sud del Giappone, dove ho incontrato per la prima volta la mia famiglia. Non ho mai trovato delle persone così gentili e disponibili, così accorte ad ogni mia singola necessità o interesse. Con la prima famiglia ho visitato la città di Kumamoto e i dintorni, come il monte Aso e il famoso castello, ma la cosa che più mi è piaciuta è stato parlare con tante persone diverse, tutte molto entusiaste di conoscermi e di parlare con me. La mia famiglia cercava di farmi parlare con più persone possibili che conoscevano l'inglese, in quanto questa lingua non è parlata troppo da tutti i giapponesi. Ma anche se non parlavamo allo stesso modo c'era una certa intesa fatta di gesti e sorrisi. 
Nella mia prima famiglia c'erano tre bambini di tre, sei e nove anni, rispettosi e curiosi. Ho un bellissimo ricordo di Rui-chan, di sei anni, che ha preso il suo libro di scuola e si è seduto accanto a me per insegnarmi come scrivere i Kanji giapponesi. Questi bambini sono stati come dei fratellini per me, e mi ricordo la felicità quando mi chiamavano "onee-chan", ovvero sorellina. 

Ho partecipato a più cene Lions, specialmente la prima a cui sono andata per me è stata davvero una bella serata. Era una cena di benvenuto per me, ho parlato con tantissime persone entusiaste, curiose di me e dell'Italia e volenterose di raccontarmi un po' della loro vita. 
Mi è piaciuto molto lo spirito giovanile di tutti, il bingo che non manca mai, il gioco tra tradizione e innovazione, il sorriso nelle facce degli studenti quando parlavamo o quando mi chiedevano di fare una foto. 
Quando ho cambiato famiglia sentivo che una parte di me sarebbe rimasta a Kumamoto. 
Dopo aver lasciato la città mi sono recata in campagna, dove le risaie sono l'esatto corrispondente dei nostri campi di grano. Anche in questa famiglia mi sono trovata benissimo. La casa in cui ho abitato per gli ultimi dieci giorni era un tempio buddista, e il padre della famiglia era un monaco. Questo mi ha dato la possibilità di approcciarmi ad una nuova religione rispetto alla mia, una cosa bellissima perché conoscere una nuova realtà mi ha aiutato ad allargare i miei orizzonti culturali. 

La cosa più difficile è stata trovare la mia stanza, in quanto questa casa era davvero enorme, con corridoi stretti e stanze grandi, ma dopo i primi due giorni non ho avuto più alcun problema. Dopo aver passato n capodanno meraviglioso e un'altra settimana a visitare Nagasaki e altri posti, pensare di lasciare questo paese talmente ordinato, gentile, interessante, mi metteva già un senso di nostalgia.
Mi sono sentita sempre a casa, le famiglie, le persone che ho incontrato, l'atteggiamento sereno e cordiale della gente per strada, tutto è stato per me una grande possibilità di scoprire la vera vita di persone fuori dall'Italia, perché il bello di questa esperienza è stata di vedere proprio la vita di tutti i giorni, particolari che con una normale vacanza non è possibile percepire. 
Ho scoperto tante usanze nuove, assaggiato cibi colorati e buonissimi, indossato il tipico kimono, assistito a una interessantissima lezione di calligrafia giapponese: in tre settimane mi sembra di aver vissuto un'altra vita. 
Un grazie speciale ai componenti del Lions Club Comitato Campi e Scambi Giovanili MD 108 ITALY che si attivano per portare avanti questa iniziativa: sono stati per me disponibili, efficienti e con tanta voglia di farmi vivere un'esperienza particolare e unica.