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ITALIA: what else?

Ancora non riesco a capacitarmi del fatto che sono stato in Giappone, in poche parole un sogno diventato realtà.
E’ difficile mettere per iscritto ciò che si è provato in un’esperienza del genere, perché le emozioni che si provano mentre si è li sono talmente tante e forti, che ti risulta davvero difficile metterle per iscritto.
La mia avventura è iniziata il 13 Luglio 2013 ed è durata per un lungo mese, quanto basta per sentirsi in famiglia, perché è proprio così che mi sono sentito ,in Famiglia. Le persone che mi hanno ospitato sono state di una gentilezza e di un’attenzione che secondo me si può riservare ad un figlio ed è per questo che non finirò mai di ringraziare le famiglie Karasaki e Mithani.
E’ strano come qualcuno che non ti conosce e che ha usi e costumi totalmente differenti dai tuoi ti possa comprendere e venire incontro. Ed è proprio questa ospitalità il punto forte del Giappone e delle famiglie che si rendono disponibili all’accoglienza.

Inoltre, attraverso quest’esperienza, ho compreso la profonda differenza che esiste tra la nostra cultura occidentale, profondamente individualista, e quella orientale, di natura collettivista, che è orientata alla condivisione e all’inclusione.
Ad esempio ho partecipato all’organizzazione di molti festival, dando un aiuto nel preparare i vari “stand” e cucinando per le persone che vivevano quell’evento unico e meraviglioso. Ho partecipato, divertendomi, attivamente alla vita della comunità di Numakuma, sono andato in una scuola elementare come “chef”, per cucinare pietanze italiane per i bambini, insomma ho fatto cose che non potevo mai immaginare di fare.
Per questo raccomando quest’esperienza a chiunque desideri farla. Ammetto che all’inizio ho avuto un po’ di paura, ma, credetemi, non c’è nulla da temere, anzi il problema sarà ritornare da un’esperienza così bella, che ti pone di fronte a mille difficoltà (lingua, cibo, culture diverse), ma che al tempo stesso ti fa crescere più di qualsiasi altra cosa.
Il Giappone è una terra magica, ricca di tradizione, onore, ma al tempo stesso è una terra nuova e moderna e ciò lo si può notare anche nell’organizzazione delle città, dove il vecchio e classico Giappone si fondono in maniera omogenea con le più moderne realtà che ha da offrire questa terra.
Anche se lo lascio per ultimo, ma non perché meno importante, ringrazio il Lions Club e tutti gli organizzatori per gli scambi giovanili, che hanno reso possibile il realizzarsi di questo mio sogno. Perché, non solo mi hanno messo in condizione di fare un viaggio a dir poco stupendo,ma mi hanno permesso di conoscere delle persone stupende, con cui, ancora oggi, conservo un rapporto speciale di amicizia e di affetto.
Concludo con una frase che mi è stata insegnata li e che per me ha davvero un valore speciale, che può riassumere tutta quest’esperienza: “One time, one meeting”, e cioè “Un tempo, un incontro”. Questo ci deve far apprezzare il fatto che ogni momento è buono ed utile per fare nuove amicizie e vivere nuove esperienze, quindi non bisogna mai limitarsi a ciò che abbiamo davanti, ma dobbiamo andare sempre oltre, perché ora siamo cittadini del mondo!
Ringrazio i miei genitori che mi hanno dato la possibilità di visitare una delle terre più belle del mondo, ringrazio il Lions club (italiano e giapponese) per la disponibilità e la pazienza che hanno avuto nei miei confronti e ringrazio di gran cuore la famiglia Karasaki e Mithani per la loro immensa disponibilità e un grazie speciale va a tutti coloro che hanno reso fantastica e magica la mia esperienza, in una terra totalmente estranea a noi, ma che amo con tutto il mio cuore.

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