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ITALIA: what else?

Il mio viaggio per il Giappone è iniziato il 13 Luglio 2012,quando,sola,per la prima volta,lasciavo la mia soleggiata Cagliari alla volta del Giappone.
Salvo un piccolo inconveniente iniziale,ho dovuto aspettare che qualcuno mi venisse a prendere all'aeroporto di Osaka per ben 8 ore in solitudine,la gente Giappone si è dimostrata subito affidabile e cortese.
Ho trascorso le prime due settimane del mio viaggio nella prefettura Shimane, ritenuta,dagli stessi Giapponesi,una terra fortemente tradizionalista.
In entrambe le mie prime due famiglie ho potuto assaporare la vera cultura giapponese,ho partecipato alla cerimonia del tè,ho visitato numerosi templi,ho suonato il koto,tradizionale arpa giapponese,ho assistito a una lezione di tyko,strumento a percussione,ho incontrato il sindaco della mia città e tenuto discorsi in diverse scuole per far conoscere ai ragazzi il mio paese. La mia casa era una piccola cittadina,Unnan,che mi ha accolto a braccia aperte,essendo io una giovane ragazza europea,certamente diversa dalle mie coetanee Giapponesi.

Il mio viaggio ha incrociato,poi,quello di altri quattro exchange students,tre proveniente da Taiwan e una dalla Slovacchia. Con loro ho trascorso tre giorni particolarmente intensi e piacevoli durante il nostro mini camp,tenutosi a Masuda,una cittadina sul mare.
Il mio percorso mi ha portata poi a conoscere la mia terza e ultima famiglia,che risiedeva in una piccola isola,Oshima,nella prefettura Yamaguchi,dove ho speso la maggior parte del tempo.
La mia famiglia ha poi assecondato la mia curiosità per l'altro fondamentale aspetto del Giappone,che,ancora,in quattro settimane di permanenza,a causa della collocazione delle mie famiglie,non avevo ancora sperimentato. Volevo conoscere il lato moderno,ultra-tecnologico e sfavillante delle città giapponesi,dunque,approfittando della mia imminente partenza per l'Italia da Osaka,la mia famiglia mi ha portata in città due giorni prima e con lei ho visitato Kyoto,Osaka e gli Universal Studios of Japan.
Viaggio conclusosi,vorrei tirare le somme di quest'esperienza,sicuramente non facile.
Prima di partire mai avrei immaginato niente di simile,sono stata letteralmente catapultata in un mondo parallelo,abitato da gente completamente diversa da me,per questo ogni giorno nuovo e interessante. Sono entrata in contatto con persone che mai avrei immaginato di conoscere,mi sono sentita speciale,proprio per la mia diversità,per tutta la durata del viaggio e da “persona speciale” sono stata trattata.
Mi sento però di dire che quest'esperienza ha avuto le sue difficoltà e,sebbene la lingua non sia stata un problema,ero infatti sempre accompagnata da un interprete che comunicava con me in inglese,la loro cultura,così ricca e affascinante,ha davvero pochissimo in comune con le culture europee,bisogna dunque essere pronti ad adattarsi e a mettersi in gioco,nel caso si scelga una meta come il Giappone.
Nonostante le difficoltà,ripeterei tutto con entusiasmo,perché questo viaggio mi ha aperto la mente e aiutata a crescere e a comprendere cosa significhi cavarsela da soli.
Fortunatamente ho avuto a che fare con persone gentilissime che sono state pronte ad aiutarmi e comprendermi nel miglior modo possibile.
Una cosa vorrei dire a chiunque si accinga a partire per il Giappone:
“Non preoccuparti,in cinque settimane mai ho conosciuto una persona scortese”.
Per finire ma, non per ultimo, un grazie sincero all’amico Fabrizio Carmenati, responsabile degli Scambi Lions, all’amica Anna Giulia Solinas, sua assistente in Sardegna ed al lions Franco Gruden che mi ha accompagnato per mano.

Grazie LIONSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Francesca

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