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ITALIA: what else?

Lo scambio che è durato complessivamente 4 settimane comprendeva un periodo di homestay e 10 giorni di camp. Durante l’homestay sono stata ospite presso 3 famiglie diverse. Penso che sia stato un bene poter cambiare perché ogni famiglia mi ha fatto conoscere aspetti diversi del Giappone.

Il volo (solo il tratto Parigi-Nagoya) è durato dodici ore, ma chiacchierando un po’ con gli altri italiani, guardandosi un film e tentando di imparare “piacere di conoscerla” e qualche altra parola in giapponese il tempo è trascorso velocemente e improvvisamente ci siamo trovati nella fantastica terra del sol levante.

Arrivata alla stazione di Fujinomiya, la città delle mie hostfamilies, ad accogliermi c’erano: il presidente del lions club locale (il quale sarebbe stato il mio terzo hostfather), una traduttrice, un fotografo, altri lions officers e il mio primo hostfather. Inoltre la stessa sera era stata organizzata in mio onore una festa di benvenuto.


Welcome Party

Nei giorni seguenti sono stata ospite del sindaco e ho preso parte a varie cene lions in cui quasi ogni volta mi veniva chiesto di presentarmi in giapponese o di fare un breve discorso in inglese.

Vedere Tokyo e visitare una scuola giapponese sono state le uniche richieste che ho fatto anche se ogni famiglia mi ha chiesto se c’era qualcosa in particolare che volevo vedere o provare in Giappone. Sia la prima che la terza famiglia mi hanno perciò portato per un giorno a Tokyo. Nella capitale ho potuto vedere Asakusa, il quartiere più antico della città, Shibuya uno dei quartieri commerciali più alla moda e affollati, la Tokio Tower, i giardini del palazzo imperiale ed Akihabara, il famoso quartiere super tecnologico. È stato incredibile trovarsi a passeggiare davvero per le affollatissime strade costellate di megaschermi a tutti gli incroci e di grattacieli enormi della città che è stata definita come la più dinamica del mondo.

La prima famiglia inoltre mi ha comprato uno yukata (kimono estivo) e l’ultima sera prima di andare al camp mi ha portato al Karaoke…quante risate!! L’indomani la mia hostmother e la mia hostsister più piccola mi hanno accompagnato a Nagoya, punto di incontro per tutti i ragazzi che avrebbero partecipato al camp ed è stata davvero dura staccarsi, avevamo tutti le lacrime agli occhi.

Il camp era itinerante e in questo modo abbiamo potuto visitare molti posti: le alpi giapponesi e la città di Takayama, Kioto, il castello Himeji, Hiroshima, Miyajima e il lago Biwa. I partecipanti al camp erano 50 provenienti da ben 24 paesi diversi. Forse eravamo troppi infatti è stato difficile conoscere tutti e instaurare dei rapporti più stretti.

Oltre alle visite sono state organizzate anche diverse attività, per esempio abbiamo provato le 3 arti tradizionali: quella della calligrafia, quella della cerimonia del tè e quella della composizione floreale. Nei giorni che abbiamo trascorso nelle alpi giapponesi stavamo al Norikura Youth Hostel, questo aveva delle regole precise per cui ad esempio ogni mattina era prevista la pulizia delle camere. Inoltre anche negli altri ostelli e alberghi presso cui siamo stati vi erano sempre le docce comuni.

Barbecue al lago Biwa

Tornata a Fujinomiya sono andata presso la seconda hostfamily. Questa mi ha portato in piscina, al parco divertimenti e a visitare un tempio raggiungibile salendo 3oo ripidissimi gradini, ma ne è valsa la pena infatti il tempio era davvero stupendo. Inoltre dato che l’hostfather aveva un supermercato un giorno mi ha portato con lui a visitare i reparti di produzione.

Infine sono passata alla terza famiglia. Con la terza hostsister oltre ad andare nuovamente a Tokyo ho potuto prendere parte ad una cerimonia del tè in yukata, partecipare al corso di yoga e andare in un Onsen (terme tradizionali). Inoltre con la hostmother siamo andati a visitare la sua città natale che anticamente faceva parte della Tokaido line, strada che collegava Tokyo a Kyoto. Dopo aver visitato il museo d’arte e aver degustato un tè in una casa tradizionale con giardino zen e laghetto con carpe siamo andati con alcuni parenti al cimitero in quanto quel giorno cadeva la festa dei morti.  

Cerimonia del tè

In tutte le famiglie mi sono offerta di preparare gli spaghetti al pomodoro e tutte le volte sono stati un successo!

Una delle esperienze più belle è stata sicuramente quella del festival di Fujinomiya. Vi erano più carri ciascuno trasportato a spalla da una ventina di uomini in costume. Su ogni carro vi era un falò e ai lati della strada la gente lanciava bacinelle d’acqua. Terminato il giro per la strada principale della città si tornava al tempio e si percorreva un tratto nel Fujikawa (fiume che nasce dal Mt. Fuji). È stato fantastico mi sembrava essere entrata in un film.

Improvvisamente poi è arrivato il giorno della partenza e non vi dico quanto ho pianto! Tornerei là subito!!

In conclusione devo dire che tutti a partire dalle hostfamilies, i lions che ho conosciuto e tutte le persone che ho incontrato sono state davvero ospitali e gentilissime. Ovunque sono andata mi hanno trattato come una principessa o una vip e mi hanno fatto dei gran regali. Prima di partire ho dovuto spedire un pacco di 14kg in Italia perché in valigia non ci stava tutto.

Ci sarebbero ancora mille cose da raccontare ma sarei ancora qui domani a scrivere quindi lascio a voi il piacere di scoprire il Giappone con i vostri occhi.

 
Festival (Matsuri)

Voglio ringraziare il Lions Club per avermi dato la possibilità di vivere questa esperienza incredibile che farà sempre parte di me e che mi ha fatto crescere e conoscere una cultura così diversa dalla nostra…
ARIGATOO!!!

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