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ITALIA: what else?

Quest’anno ho voluto sperimentare il Sol Levante: ero troppo attirato da manga, videogiochi, samurai e conseguentemente arti marziali. Fortunatamente ci sono riuscito.
Il mio viaggio è iniziato con una sorvolata dell’intera Asia, dove ho potuto vedere nascere il sole, poi tramontare e poi sorgere ancora !!!.
Quando io e altri ragazzi, figli di lions, siamo arrivato all’aeroporto di Osaka ( il quale si trova su una specie di atollo sul mare),prima di ammetterci in Giappone, ci hanno fatto una foto e su di un monitor che registrava la temperatura dell’individuo, hanno controllato che non avessimo addosso nulla di sospetto.
Una volta ammessi, ognuno è stato ricevuto dalla rispettiva famiglia ospitante, le quali ci hanno accolto molto calorosamente e con molto affetto.
Superate le presentazioni e i vari convenevoli, io sono salito su di un autobus che mi ha portato a Nara e da lì ho preso un treno che mi avrebbe portato a Kawanishi, un piccolo paese di non più di 8000 abitanti.

Essendo abbastanza stanco, il primo giorno mi sono riposato e mi sono risvegliato a mezzanotte circa, accorgendomi che i miei host parents erano ancora svegli!( da quel giorno avrei sempre fatto non meno delle due del mattino).
Il giorno seguente, mi hanno portato in un tempio a Nara che si chiama Todiaji Daibutsu den ( letteralmente “ Grande tempio di Todaiji”), noto anche come “Shika park” che significa il parco dei cervi: questo nome deriva dal fatto che di fronte al tempio vi è un parco dove ci sono dei cervi in libertà e a cui si può anche dar da mangiare a proprio rischio e pericolo…
Questo tempio è veramente grande perché la sua superficie è circa un chilometro quadrato!!
La sera invece mi hanno organizzato una cena di benvenuto alla quale hanno partecipato tutti i membri del distretto in cui ero ospitato ed è stata veramente una gran bella cena.
Nelle due settimane successive mi hanno portato in gita a Hiroshima a visitare il Museo della pace, il castello di Osaka, diverse attrazioni a Kyoto, tra cui come preparare un pasto giapponese,poi sono stato tre giorni a Tokyo presso la casa dei figli della famiglia ospitante: i quei tre giorni ho avuto la possibilità di visitare la Government Tokyo tower, da cui, pur essendo alta circa 350-400 metri, non si riesce a vedere tutta Tokyo ma solo la metà!!!

Ho visitato anche il Meiji Jingu che è il santuario Meiji, dove vi è anche un albero dei desideri…
La cosa che però mi ha interessato di più a Tokyo è stato il quartiere noto come Akihabara conosciuto anche con il nome di “Electric city”, perché ci sono non so quante salegiochi, quanti negozi di elettronica, e tutti gli articoli in vendita non sono di certo a buon mercato!!!
Rientrato a Kawanishi mi hanno fatto partecipare sotto mia richiesta, ad una lezione di Iai, un’arte marziale nella quale vi è anche l’uso di spade vere e non di legno come nel Kendo.
Arrivati all’ ultimo giorno la mia host mum ha voluto portarmi a mangiare il granchio in una linea di ristoranti che in Giappone è molto famosa e costosa. Al termine della cena, Mari ( la mia host mum) mi ha regalato un completo che a me è sempre piaciuto molto sin da quando ero bambino: questo completo è composto da una giacca e da una gonna-pantalone che si chiama “hakamà”.( se qualcuno di voi ha mai visto i cartoni animati di Lupin, avrà presente il completo di Gemon).

E qui finiscono le mie prime due settimane…e nelle successive ve ne sono state altrettante di esperienze come le precedenti…
La seconda famiglia invece mi aveva impegnato meno la giornata dandomi l’opportunità di impiegare diversamente il mio tempo a disposizione: avevo più tempo libero che non sapevo come sfruttare appieno in una giornata, ma altre volte si partiva di casa alle 9 di mattina e si tornava a casa alle 11 di sera, poi si andava a dormire alle 4 di mattina dopo essere andati ai “ bagni pubblici “( dove bagno sta per vasche nelle quali loro si rilassano) e essere andati a mangiare al McDonald dopo un’ora almeno di salagiochi.
Se con la prima famiglia ho conosciuto la cultura giapponese, con la seconda ho scoperto i divertimenti dei giovani giapponesi, i cibi caratteristici, i LIQUORI nazionali e più in generale i costumi e le usanze del Giappone, tra cui devo assolutamente inserire anche non un forte, ma un ENORME senso di generosità e di altruismo.

Come mi hanno detto il primo giorno:
“ Fare amicizia con un giapponese è difficile, ma quando questo avviene è per sempre.”

Sono fiero di aver potuto intraprendere questo viaggio che si è rivelato migliore delle mie aspettative.
Sono fermamente convinto a tornare nel Sol Levante, una terra così distante ma nel contempo così vicina al mio stile di vita.

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