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ITALIA: what else?

Questo è stato il mio secondo viaggio in Giappone.
La prima volta mi recai lì due anni fa per una questione puramente turistica che mi aveva già dato modo di apprezzare questo paese.
Devo dire che il Giappone è un paese pieno di sorprese che continua a sorprendere i visitatori, con la sua storia, il suo fascino e le sue contraddizioni.
La prima volta che sono andata devo ammettere che le mie nozioni del Giappone erano veramente scarse, a parte quanto studiato a scuola sapevo poco di più e sono rimasta letteralmente affascinata da questo mondo così frenetico e immobile al tempo stesso. Frenetico perché le città sembrano degli enormi formicai pieni di formiche operaie che non si fermano mai ma sono sempre in movimento, e immobile perché basta entrare in uno dei loro meravigliosi giardini che si ha la sensazione che il tempo si sia fermato al periodo dei samurai e ti senti protetto dal silenzio e dalla tranquillità di questi luoghi.
La cosa sorprendente è che queste due realtà così lontane tra loro riescono a convivere pacificamente, all’interno delle immense città infatti ci sono molti spazi verdi dove le persone amano passeggiare e che sono utilissimi per staccare la spina dalla frenesia che li attanaglia.

Di una bellezza sconvolgente sono poi i numerosi templi e santuari disseminati ovunque ma che nella città di Kyoto trovano la loro essenza.
Già Kyoto, ex capitale dell’impero, questa è un’isola felice all’interno del Giappone. Unica nel suo genere, è la dimora delle famose, favolose e purtroppo in via di estinzione, geishe, maestre di bon- ton e di finezza.
Ma non solo, viene definita la città dalle migliaia di templi e non è solo un modo di dire ma effettivamente al suo interno si possono contare migliaia fra templi e santuari sia buddisti che scintoisti tutti coloratissimi e profumatissimi che mettono allegria e incutono rispetto solo a guardarli.
Questo è quanto ho potuto apprendere nella mia prima visita, una splendida impressione da visitatore ma un contatto vero e proprio con i giapponesi non c’è stato perché l’ottica era sempre quella del turista che visita i luoghi e non che si mette a chiacchierare con le persone.
Fortunatamente ho avuto la possibilità, grazie al Lions Club, di fare una seconda esperienza del tutto differente dalla prima.
In questo viaggio, infatti, sono stata a contatto con delle famiglie giapponesi che mi hanno accolto nelle loro case e mi hanno fatto partecipare alla loro vita quotidiana.
Un’esperienza formidabile! Non ci sono altri aggettivi per descriverla.
Queste splendide persone mi hanno accolto a braccia aperte e mi hanno fatto sentire parte delle loro famiglie.

Da parte mia ho cercato il più possibile di amalgamarmi con le persone, cosa per certi versi non facile visti i problemi con la lingua e le mie sembianze non proprio orientali…. Ma per quanto concesso ho fatto del mio meglio e credo di esserci riuscita a giudicare dagli abbracci, i saluti e le lacrime al momento della mia partenza. Devo ammettere che sono rimasta sorpresa dal calore di queste persone che mi hanno accolto proprio come una figlia e una sorella, non credevo che le persone giapponesi fossero molto espansive ma questo è uno di quei lati delle persone che puoi conoscere solo standoci a stretto contatto cosa che ho fatto moto volentieri cercando di assimilare come una spugna il più possibile di questo popolo così lontano da noi, anche se devo ammettere che ogni tanto il mio essere italiana scalpitava per venire fuori e non sempre è stato facile trattenerlo.

Occasioni a parte non posso che ricordare questa mia esperienza umana come una tra le più belle se non la più bella che io abbia mai fatto e sono veramente grata a chi mi ha dato la possibilità di fare questo viaggio veramente unico.

Quello che mi auguro adesso è di poter mantenere i rapporti con tutte le persone che ho conosciuto che sono veramente splendide. E se in futuro capiterà un’altra occasione per un viaggio del genere la coglierò al volo.

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