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ITALIA: what else?

Risulta difficile esprimere con una relazione la meravigliosa esperienza che ho vissuto durante la mia permanenza in Giappone. Se penso a tutte le esperienze che ho fatto ed a tutto ciò che ho potuto vedere mi rendo di quanto io sia stato fortunato a poter fare un’esperienza simile ed allo stesso tempo vorrei esprimere la mia gratitudine al Lions Club ed a tutti coloro che hanno fatto in modo che quello che per molti è un sogno diventasse per me realtà. In questo momento non posso che esprimere la mia gratitudine con le parole, ma l’esperienza degli scambi ha lasciato in me un segno che sarà difficile cancellare. Se non avessi potuto fare queste esperienze, come lo scambio in Olanda, in Finlandia e l’impegno come staff al Campo Italia, probabilmente ora sarei una persona diversa. Non posso dimenticare ciò che è stato fatto per me, e spero di poter continuare anche in futuro a dare il mio piccolo contributo come parte attiva nei campi o in attività collegate al programma di scambi giovanili.

 Durante la mia permanenza in Giappone sono stato ospitato complessivamente in quattro famiglie diverse ed in due paesi situati entrambi nella parte centrale del Giappone: Nakatzugawa (58.000 abitanti) inserito in un contesto rurale ,ed Ogaki (150.000 abitanti), vera e propria cittadina. In due delle quattro famiglie ospitanti, di cui non sapevo prima del mio arrivo in Giappone, ho trascorso solo una o due notti. Sono stato sempre trattato benissimo e con la massima ospitalità e simpatia.
Dal 23 Luglio al 1 Agosto ho fatto parte del Campo con sede principale Norikura che però ha fatto tappe anche a Nagoya, Takayama e Tokyo (Disneyland). 
Nella prima famiglia ospitante ho potuto osservare da vicino lo stile di vita del Giappone “rurale”.La madre della famiglia ospitante è stata la persona con cui ho passato più tempo e purtroppo non parlava inglese, tuttavia spesso ero accompagnato da ragazze ed amiche di famiglia che lo parlavano e che mi aiutavano a comunicare quindi non ho avuto particolari problemi.
Ho sempre dormito sul tatami (ovvero per terra), per mangiare l’unico strumento erano i chopsticks, e la colazione era in stile giapponese ( pesce grigliato o minestra di cipolle e tofu, riso e pomodori), e sono contento di ciò. La cucina giapponese è andata oltre le mie aspettative ed ho sempre mangiato bene ed in abbondanza, in particolare sushi, soba (spaghetti di grano saraceno), tempura (fritture), udon (anguilla) e altre deliziose specialità. Non basterebbero dieci pagine per elencare tutte le attività che ho svolto. Sapendo del mio campo di studi mi hanno portato a visitare molte fabbriche ed aziende di metalmeccanica. Sono stato cinque o sei volte al Karaoke, ho visitato molti templi, Buddisti e Scintoisti. Mi hanno portato ai bagni pubblici che sono molto simili a vere e proprie terme. Ho giocato a minigolf e visitato castelli. Mi hanno anche portato dal sindaco. Il programma era preparato al minuto e tutto doveva essere svolto senza il minimo ritardo: anche il programma era in stile giapponese.

Anche il campo è stato molto divertente, anche se è emersa un po’ la disciplina giapponese. La sveglia era alle 6.30, seguita dalle pulizie giornaliere della struttura prima di fare colazione, ed il coprifuoco rigorosamente alle 10.30. Le attività sono state numerose: dalla mountain-bike alla cerimonia del tè, dalla scuola di scrittura alla visita alla Toyota. Abbiamo anche provato la meditazione zen e visitato Takayama, famosa per i festival tradizionali. Ho molto apprezzato la visita alla Toyota e le visite ai templi. Forse il fatto che il campo era composto da 50 persone mi ha impedito di conoscere tutti, ma ho conosciuto molti ragazzi simpaticissimi. In particolare ho fatto amicizia con i ragazzi e le ragazze dello staff che sono stati molto gentili con noi. Spero che qualcuno di loro venga a trovarmi in Italia. Come sempre, ciò che per me conta di più è la possibilità di conoscere nuove culture e scambiare idee con persone che vivono in modo diverso da noi, ed in questo senso nel campo c’erano persone un po’ di tutte le nazionalità.

Ritornato dal campo ho passato due notti in una famiglia ospitante molto gentile, che mi ha portato a giocare a minigolf e a visitare un centro anziani dove spero di aver portato un po’ di felicità a dei nonni che si aspettavano di vedere tutto fuorché un ragazzo italiano. Penso mi abbiano portato in questo posto dopo che ho raccontato che con il Leo Club ogni anno andiamo a far giocare a tombola gli anziani del centro di Majano. Ho potuto infine assistere ad uno spettacolo notturno dove fuochi artificiali e tamburi scandivano i ritmi tradizionali giapponesi.
La terza famiglia ospitante abitava in città e questo mi ha permesso di vedere anche l’aspetto “metropolitano” della vita giapponese. In famiglia ho potuto passare molto tempo con due ragazzi ( Saori e Koichiro ) quasi miei coetanei e questo mi ha fatto molto piacere. Inoltre il padre di famiglia, che parlava un po’ d’inglese, non solo mi ha permesso di incontrare i ragazzi e le ragazze giapponesi che avevo conosciuto in passato nei campi, ma mi ha anche aiutato attivamente e di questo sarò sempre grato, perché ci tenevo molto. Ho così potuto ad esempio  incontrare Emi, ragazza conosciuta nel 2003 in Olanda ed altri ragazzi conosciuti al Campo Italia come Shiho, Manami ed Erika.
Anche qui ho passato una notte in una quarta famiglia che mi ha accompagnato che si è presa cura di me accompagnandomi a fare shopping e a visitare antichi templi. Chiaramente è stato riferito loro che apprezzavo la cucina giapponese e quindi anche in questa occasione ho “dovuto” mangiare quantità industriali di sushi. Nella cultura giapponese dire di no è una cosa negativa… per fortuna!

Ho passato gli ultimi due giorni a Kyoto con Saori e Koichiro pernottando nell’appartamento di quest’ultimo. Kyoto è una grande e caotica città, in cui sono però presenti bellissimi templi e parchi in stile Giapponese.
L’ultimo giorno sono tornato ad Ogaki con lo Shinkansen, treno che viaggia a 360 km/h per l’ultimo addio a questa terra lontana e bellissima. Penso che il Giappone abbia molte cose in comune con l’Italia ma forse la più importante è che come l’Italia, lo si può amare od odiare ma non lo si può mai dimenticare.

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