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ITALIA: what else?

Grazie Lions, non potete immaginare quanto vi sia stato grato per avermi permesso di vivere un’esperienza che più che un viaggio potrei definire un sogno realizzato: Il Giappone. 
Descrivere questo paese è impossibile quasi quanto tentare di raccontare la mia esperienza nipponica in modo esauriente in poche righe.
Quattro famiglie splendide, desiderose di farmi scoprire quanto di meglio il loro paese potesse offrirmi in un tempo così limitato (anche se definire limitato un mese di vacanza suona come un paradosso..). La sacralità di Kyoto, la frenesia di Osaka, la struggente bellezza di Hiroshima, il rigore di Kobe per finire con quella che considero la vera gemma del viaggio..due giorni nell’umido fragore di Tokio. Da ogni luogo ho carpito qualcosa ma, ancora più importante, ho carpito qualcosa da chiunque incontrassi (e le assicuro che sono stati tantissimi..) .

Personaggi estremi come solo i giapponesi possono essere mi ritornano in mente ogni volta che parlo di viaggi..dal cuoco che sogna di aprire un ristorante italiano in Italia alla famigliola che non la smette di ripetermi quanto sia fiera di possedere una FIAT PANDA al contadino che tiene in salotto un’armatura da Samurai al mio interprete Lions perennemente ubriaco.
Pur sforzandomi non riesco a trovare in questa vacanza un aspetto negativo,  un contrattempo, un ricordo che non valga la pena di essere raccontato.
Sono stato trattato con un concetto di “sacralità dell’ospite” che purtroppo da noi sta andando scomparendo per frenesia o per diversa cultura.
Qualche volta sentirsi perennemente al centro dell’attenzione poteva anche sembrare opprimente ma  ora capisco che per un popolo tradizionalmente isolazionista come quello del sol levante sia stata grande la curiosità di scoprire cosa uno straniero possa pensare di loro,del loro paese,delle loro tradizioni ecc..
Il Lions Club, che mi aveva completamente abbandonato durante il mio soggiorno a Hong Kong è stato qui sempre presente con escursioni, cene faraoniche (prendere 2 kg in Giappone non è facile, ma ci sono riuscito) ,fiumi di birra e regali, il tutto in un clima che si presentava come quello di un gruppo di amici  che si incontrano al bar.Non so se , per limiti di età o motivi di studio o quantaltro,riuscirò di nuovo a vivere esperienze Lions come quella appena conclusa ma le assicuro di essermi sentito uno stupido per aver fatto passare tanto tempo fra i miei due viaggi asiatici.

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