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ITALIA: what else?

Il mio viaggio per la misteriosa Islanda è iniziato il 4 luglio 2013. 
Ormai giunta in territorio islandese durante l’atterraggio ho potuto constatare con immediata evidenza che vi erano solo delle grande distese di lava (almeno per quanto riguarda la parte ovest dell’isola). 
Il mio aereo è atterrato nell’unico aeroporto islandese che fa voli internazionali, Keflavik. All’aeroporto mi sono venuti a prendere i miei host-genitori più il responsabile dei Lions.
La mia famiglia abitava ad Akranes, un paese sul mare a mezzora dalla capitale, Reykjavik.

La mia famiglia era formata da mamma, papà, e i tre figli: la sorella di 16 anni, il fratello di 22 anni più la primogenita di 23 anni che viveva con il moroso in un altro paese li “vicino”. “VICINO”, proprio perché in Islanda a differenza soprattutto dall’Italia ci sono abitazioni a molti chilometri di distanza.

Vi sono montagne, distese di rocce, distese di lava, praterie e alcune volte dal nulla sbucano case, molte fattorie e rifugi per i villeggianti, scalatori e avventurieri di trekking. Inizialmente durante la mia permanenza in famiglia ho avuto un po’ di difficoltà a comunicare, ma nonostante ciò essa si è sempre mostrata cordiale, apprensiva e paziente. 
Essi i primi giorni si preoccupavano per me dato che le notti erano illuminate dal perenne sole del nord dell’emisfero, difattisolo dalla mezzanotte fino alle 4 la luce si affievoliva ma ciò era dovuto più che altro alla nebbia che si abbassava e creava un'atmosfera da brutto tempo.

Nonostante ciò riuscivo a dormire benissimo, forse anche perché ho il sonno pesante! 
In Islanda ho notato che le case non sono attrezzate di scuri, le finestre sono accompagnate da sottili tende.

 
Con la famiglia ho avuto modo di girare per l’Islanda dell’ovest. 
Un intera giornata l’ho trascorsa appunto dedicandoci ad un viaggio apposta per i turisti, chiamato GOLDEN CIRCLE, un percorso con tappe ad alcune cascate, come la cascata d’oro (Gullfoss)chiamata così perché quando c’è bel tempo appaiono tanti arcobaleni. 
Ho potuto vedere i famosi geyser, e altri tipi di luoghi incantevoli.
La mia famiglia mi ha fatto assaggiare i piatti più tipici islandesi; si mangia molto agnello e pesce. Mangiano anche la pasta ma mai come primo piatto, solo come contorno. In tavola ho inotre trovato carne di balena e collo di pecora, che mi sono gentilmente rifiutata di mangiare.

Con i miei host genitori ho instaurato un rapporto molto speciale, il padre mi deliziava le serate suonando il pianoforte e la madre si comportava come tale nei miei confronti. Ho avuto l’immensa fortuna di alloggiare in una famiglia stupenda che mi ha trasmesso tanto affetto. 
Ogni giorno passavamo delle ‘gite di famiglia’, siamo andati a fare trekking, siamo andati a diversi festival del posto, abbiamo riso e scherzato. 
Ormai passata una settimana il mio viaggio doveva continuare da tutt’altra parte dell’isola, il camp era a est dell’Islanda vicino a Egilsstaoir. 
Preso l’aereo con una valigia piena di lacrime ho salutato la mia host family e continuavo ad essere terrorizzata dal prossimo incontro con i ragazzi che avrei incontrato al campus. 
Se all’inizio ero titubante e quant’altro… ebbene tutte le mie paure perché non sapevo bene l’inglese si sono dissolte come il miele in una bella tazza calda di latte. 

Ho passato le 2 settimane più belle della mia vita. Ho conosciuto ragazzi di quasi tutta l’Europa: eravamo in18 da 16 paesi differenti. 
Abbiamo avuto modo di scambiarci informazioni culturali, di vivere emozioni forti, di divertirci insieme. 
Durante il camp il programma era già stato stabilito e statoci comunicato prima di arrivare in Islanda. Già da prima avevo notato che tale era alquanto sostanzioso e allettante ma quando ho vissuto ogni singola esperienza condita da amore per le persone che avevo intorno e sorprese riservatoci dal fato, ebbene sembrava di vivere un sogno! 
Abbiamo fatto diverse escursioni di due giorni in posti uno più affascinante dell’altro, alloggiavamo in rifugi dispersi, siamo andati alle terme, abbiamo visitato molte cascate, musei di pietre, fattorie, varie centrali idroelettriche, grotte, spiagge e cittadine.

Le nostre guide riponevano in noi molta fiducia, ci lasciavano relativamente parlando molta libertà. Alcuni giorni io e i miei compagni andavamo a fare diverse gite in barca e andavamo a pescare. Una sera invece ci avevano mandati ad un festival dell’arte, molto affascinante e molto adatto per noi ragazzi. I nostri tutori erano sempre così tremendamente disponibili, per ogni esigenza! Quel giorno del LUNGA FESTIVAL, chi voleva, se era stanco di stare alla festa, poteva andare a riposare a casa dei Lions componenti per aspettare poi tutti insieme l'arrivo del pullman

 

Alcuni giorni ci facevano scegliere tra andare in piscina oppure visitare la città, così ci dividevamo in 2 gruppi. Altre volte siamo andati a cavallo o a fare escursioni su “ghiacciai”.
Il nostro campus era una scuola materna, e le stanze era aule sgombrate dai banchi. Dormivamo in materassi e con i nostri sacchi a pelo… “effettivamente non è un hotel a 5 stelle”, pensammo, ma dalla scuola ne traemmo il maggior profitto!
Innanzitutto fuori e dentro c’erano delle palestre, quando era bel tempo uscivamo ma la maggior parte dei casi, ovviamente, facevamo le nostre partite di pallavolo, calcio, hokei su pista e altri sport all’interno.
Questa parte delle giornate io la definirei: MASOCHISMO!
Intere mattine e pomeriggi a camminare e nonostante ciò ogni sera eravamo carichi per giocare insieme!

L’ apice del masochismo è stato raggiunto da alcuni di noi quando si sono immersi nelle acque gelate di laghi, fiumi e mare islandesi. Oltre a pazzi, abbiamo scoperto nuovi talenti naturali: cuochi, spacca rocce, ricercatori di rocce, sportivi, calciatori, artisti!
Una volta abbiamo occupato la cucina, le cuoche islandesi ci diedero libero arbitro, così decidemmo di preparare la cena a base di pollo al curry con riso al vapore, più dolce si fundo un dessert: il Keisershmann!
Poi per quanto riguarda ai cercatori e spaccatori di roccia, la straordinaria scoperta di tali qualità sono dovute alle nostre innumerevoli escursioni per le montagne che hanno appunto sollecitato e ispirato alcuni miei amici!
Ah poi che dire, il giorno prediletto per la mia partenza (dato che sia io che la tedesca siamo andate via un giorno prima rispetto a tutti gli altri) è stato il giorno più triste della storia, della mia storia.
Ormai in aeroporto pensavano che l’impianto idraulico si fosse guastato da quanta acqua perdeva il rubinetto made in Italy!
In aereo ho letto le lettere che ci siamo scambiati tutti quanti tra di noi, e tutt’ora quando penso a loro le leggo. Esse racchiudono pezzi della loro anima scritti in parole così gentili e piene d’amore. Ritengo di essere stata davvero e straordinariamente fortunata ad avere incontrato i miei attuali amici al camp, mi hanno trasmesso così tanta energia positiva e ogni giorno ho cercato di ripagarli con altro affetto e sorrisi! Ho imparato molto….per esempio che in Islanda le pecore seguono i propri padroni…..e chi non vorrebbe una pecora al posto di un normalissimo cagnolino?!
Ebbene l’Islanda mi ha trasmesso tantissime emozioni, così tanto, più di quanto potessi immaginare.
Sono cresciuta grazie ad essa e posso affermare che il mio inglese è notevolmente migliorato dal primo giorno!
However, i understood that exist a language beyond the word: the love.

Grazie Lions per avermi dato l’opportunità di fare questa meravigliosa esperienza.
E per chi è ghiotto di novità e avventura ma è anche afflitto da normali paure non esiti troppo, ma si affretti a fare una esperienza del genere!
PERCHE SE CI CREDI FUNZIONA, io ci ho creduto ed ora non vedo l’ora di rincontrare i miei nuovi amici around the world!!!!!!!!!!