È difficile da descrivere in cosa consiste lo scambio giovanile in Islanda e in particolare il camp “Ice and fire 2010” cercando di far capire ciò che veramente ho vissuto e il perchè questo viaggio rappresenta per me ora una delle esperienze più significative della mia vita.
Dopo questo viaggio l'Islanda è per me diventata un luogo indimenticabile per ciò che ho visto, visitato e imparato sulla cultura locale, ma in primis perchè è il luogo dove ho conosciuto ragazzi provenienti da tutta Europa con i quali ho trascorso e condiviso giorni fantastici! Non solo ho conosciuto persone islandesi con una cultura e una visione del mondo decisamente differente dalla nostra, ma anche ho avuto la possibilità di confrontarmi con ragazzi provenienti da altre otto nazioni europee(Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, Olanda, Belgio, Ungheria, Slovacchia), scoprire cosa pensavano dell'Italia e degli italiani prima di conoscermi e se ciò che pensiamo noi sulle loro abitudini, tradizioni e modi di pensare è vero oppure sono solo credenze.
La mia avventura è iniziata non proprio nel migliore dei modi in quanto una volta atterrata all'aeroporto di Keflvik non c'era nessuno ad aspettarmi perchè Gudrun,la mia “host mother” aveva sbagliato nell'appuntarsi l'ora del mio atterraggio. Sono riuscita a contattare il responsabile islandese dello scambio e Gudrun è arrivata dopo poco con MayTone, la ragazza norvegese con cui avrei diviso la stanza durante la mia permanenza nella famiglia. La mia host family era composta da Gudrun e suo marito Billy, mentre tutti e quattro i figli abitano ormai da soli o hanno messo su famiglia. Bisogna ammettere che, pur essendo tutti molto cordiali e interessati alle nostre abitudini e a ciò che avevamo da raccontare, e entusiasti nel presentarci il loro modo di vivere, il tempo in famiglia è passato molto più lentamente e è stato meno entusiasmante di quello trascorso poi con tutti gli altri ragazzi nelle due settimane successive. Con la famiglia siamo andate a visitare musei, abbiamo fatto un giro in barca, una gita per vedere delle meravigliose cascate, per non dimenticare che tutti i giorni ci siamo recate con Gudrun in piscina, abitudine molto popolare in Islanda e ciò è intuibile anche solo notando il numero di piscine che puoi incontrare in un'area ridotta. Uno dei momenti che ricordo maggiormente di quella settimana è la cena di famiglia, quando in casa sono venuti per la sera tre dei quattro figli di Gudrun e Billy con le loro famiglie. Il problema maggiore riscontrato nella prima settimana è stata la difficoltà ad abituarsi a dormire con la luce che filtra dalle persiane visto che il mio periodo di permanenza in Islanda era quello in cui le ore di buio sono molto poche.
Prima di andar a Kopavogur per il campo c'è stato lo scambio dei pin, delle bandiere e dei regali che spero siano stati apprezzati!
Una volta arrivata a Salaskoli, la scuola che ci avrebbe ospitato, abbiamo scoperto che la nostra sistemazione era costituita da alcuni letti posti in tre aule della scuola(una per le otto ragazze, una per i 3 ragazzi e una per le persone dei vari Lions club locali a cui fare riferimento e che si sono prese cura di noi) e che il numero di bagni a nostra disposizione era un po' ridotto. Inoltre di fianco alla scuola era presente una piscina nella quale ci saremmo recati ogni giorno anche perchè era l'unico luogo a nostra disposizione in cui avessimo la possibilità di fare la doccia.
Il secondo giorno di Camp abbiamo visitato la cittadina in cui è situata la scuola con tanto di tempo libero al centro commerciale. Dopo cena noi ragazzi abbiamo iniziato subito a prendere confidenza facendo giochi conosciuti in tutti i nostri paesi (come nascondino) o conosciuti solo in alcuni. E hanno iniziato subito a instaurarsi le premesse per stringere un forte legame di amicizia.
La mattina seguente si è tenuta l'introduzione al camp, in cui abbiamo descritto noi stessi e raccontato qualcosa sulle nostre nazioni. Indimenticabile la zuppa che ci avrebbero poi servito per pranzo in quanto era al cioccolato! Il pomeriggio è stato all'insegna del rilassamento alla Blue lagoon, una delle mete turistiche islandesi più famose, grazie alla particolare acqua calda, le maschere di bellezza e trattamenti termali di cui si può usufruire. La cena si è svolta a casa di Jorunne, il membro Lions che ci ha seguito per i primi tre giorni di Camp. Il piatto principale della tipica cena locale era ovviamente l'agnello, che lì cucinano veramente spesso e in mille modi diversi. Con qualche altra ragazza sono andata a vedere un film al cinema, che per fortuna propone film in lingua originale con solo i sottotitoli in islandese.
La domenica abbiamo dovuto preparare le valigie per i tre giorni successivi durante i quali saremmo stati ospitati da una famiglia in un'altra cittadina più vicina alle mete da noi predestinate. In programma avevamo horse riding ,un “pony show”,gayser e cascate.
I giorni successivi saremmo stati in compagnia di Arni e Siggi, i quali ci avrebbero portato a fare whale watching, a visitare una centrale geotermica e a Reykjavik.
Per il week-end era stato deciso di lasciarci un po' di tempo libero dal nuovo Lions club ospitante e visto l'entusiasmo di 5 di noi per horse riding la prima volta, essendo già tutte capaci ad andare a cavallo, abbiamo prenotato per sabato una gita a cavallo di 3 ore in montagna! Eravamo immerse nella natura e sicuramente questa é stata l'attività più elettrizzante di tutte! Il giorno dopo i piani erano leggermente diversi dal previsto e la giornata libera è stata sostituita da una camminata sul monte Esja. Era una giornata caldissima e questo non ha facilitato il percorso, che dopo metà abbiamo deciso di proseguire solo in sei perché si faceva complicato..ma ne è valsa la pena arrivare fino in cima perché la vista era mozzafiato: si riusciva a vedere tutta Reykjavik e la costa circostante dall'alto. Il lunedì, dopo un viaggio di tre ore verso il sud del paese, purtroppo non avevamo tutto il tempo che avremmo voluto per goderci i paesaggi costieri della zona, anche se siamo riusciti a trovare un po' di tempo per mettere i piedi nel mare freddissimo.
Il martedì, in seguito a problemi di organizzazione tra due Club ospitanti, ci è stato concesso un pomeriggio libero in cui fare shopping a Reykjavik. La sera dopo, l'ultima sera, si è tenuta la cena (ovviamente a base di agnello) con tutti i membri Lions che avevano collaborato durante queste due settimane. La notte non siamo riusciti a dormire perché non volevamo sprecare tempo e restare ancora insieme prima della partenza. Ci è stata data la possibilità di allestire una specie di discoteca e si sono tenuti una partita a poker, gioco ormai diventato un must del camp, e un “kitchen party”, come abbiamo denominato gli abituali ritrovi in cucina in cui ci abbuffavamo di dolci, merendine, e , ultimo ma non meno importante, di skyr, lo yogurt tipico islandese. Non smettevamo più di parlare delle due settimane, di come fare a rivederci il prima possibile e continuavamo a prometterci di rimanere il più possibile in contatto attraverso i social network. La partenza è stato un momento tristissimo, ma se potessi tornare indietro rifarei subito tutto senza esitazioni!