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ITALIA: what else?

Dopo un viaggio che mi è parso interminabile sono finalmente arrivata a Morelia (stato del Michoacan), dove avrei conosciuto la mia prima famiglia ospitante. Nonostante questa sia stata per me le terza esperienza all’estero (la seconda con i Lions) al momento dell’atterraggio mi ha colto subito la sensazione di straordinaria emozione e curiosità verso la nuova avventura che mi aspettava… e stavolta era un’avventura molto calorosa, che mi stava accogliendo con un cartellone che recitava il famoso “motto” messicano, <>.
Se, come me al momento della partenza, collegate la parola “Messico” a “caldo”, “cactus”, “deserto”.. ebbene si, vi sbagliate! Arrivata con pantaloncini e maglietta leggera ho rimpianto la felpa stipata sotto chili di altri vestiti leggeri nella valigia; il clima a Morelia (perché essendo il Messico una nazione enorme, il clima varia da regione a regione) è particolarmente variabile: caldo umido e afoso alternato ad acquazzoni brevi ma fortissimi, che lasciano sulle strade fiumi di fango degni di questo nome.
La mia prima host-family, i Mendoza, era composta da Arisel e Aseret (10 e 13 anni), il padre Sergio e la madre Julieta; con loro ho passato giornate splendide e ho imparato molto della cultura e delle tradizioni locali. Nonostante la famiglia non parlasse inglese ci siamo sempre capiti e ho avuto la fortuna di imparare una nuova lingua grazie alla full-immersion messicana.

La seconda settimana iniziava il “camp”. Sfortunatamente il viaggio non è stato tutto rose e fiori a causa dell’enorme disorganizzazione di questo camp:

  • L’organizzazione prevedeva il pernottamento presso la prima famiglia ospitante, mentre le attività diurne, tranne 3 giorni in cui siamo stati tutti insieme in bungalow, erano in gruppo, questo non ha concesso a tutti noi campers di conoscerci al meglio,
  • I programmi erano fatti giorno per giorno, non ci venivano comunicati se non all’ultimo momento,

  • Gli orari erano assolutamente inadeguati: la giornata-tipo era sveglia alle 5.30 (alcune famiglie abitavano anche a 40 min dal punto di ritrovo) e rientro ore 24.00. La conseguenza era che molti ragazzi rimanevano con la famiglia il giorno seguente e non partecipavano alle attività perché troppo stanchi,

  • La responsabile messicana ha creato non pochi problemi perché scortese e indisponente verso alcuni ragazzi in particolare, senza motivi fondati.

  • Durante i tre giorni trascorsi insieme agli altri campers abbiamo alloggiato in condizioni ai limiti della sicurezza igienica (camere sporche e troppo piene, nel bungalow delle ragazze (16 persone) c’erano due bagni: uno intasato e con acqua solo fredda, l’altro altrettanto intasato senza doccia). Le conseguenze di tutto ciò sono stati numerosi raffreddori e problemi intestinali.

Le ultime due settimane mi sono spostata a Jerez (stato di Zacatecas), a circa 9 ore di pullman da Morelia; durante il tragitto non era presente alcun responsabile Lions ma solo 4-5 ragazze del camp che andavano nella stessa città. Niente di particolarmente sgradevole è accaduto nel viaggio, premetto però che non mi è sembrato ‘responsabile’ da parte dei Lions messicani lasciare un gruppo di ragazze, sole, minorenni, per 9 ore su un pullman in Messico.
Anche nella seconda famiglia, i Perez, mi sono trovata molto bene, ringrazio soprattutto il gruppo Lions locale che ha organizzato incontri e una visita alla città molto interessante e dettagliata. Qui il clima era molto diverso, caldo e secco (finalmente un po’ di abbronzatura!  ) .
Nonostante gli spiacevoli inconvenienti sopra descritti, durante la settimana di camp, CONSIGLIO VIVAMENTE QUESTA ESPERIENZA, con la speranza che venga migliorata l’organizzazione da parte del Lions club messicano.

Il Messico è un Paese bellissimo, ricco di posti da scoprire; rimarranno per sempre con me ricordi di persone fantastiche, solari e ospitali, paesaggi mozzafiato, mercati coloratissimi, musica, profumi speziati e soprattutto … lo scoprirete !!

 

“El mercado de Morelia”

   

Mi primera familia mexicana”

   

“Zacatecas”

“el nopal”