Il nostro sito fa uso di cookies per migliorare la tua esperienza di navigazione. Continuando a navigare accetti l'uso di questi file.

ITALIA: what else?

E così eccomi qui, di nuovo a casa, con le mie abitudini, i miei confort, la vista del solito alberello dal comune dalla finestra. 
Tutto sembra così monotono qui a Monfalcone, a migliaia e migliaia di chilometri da quella cittadina messicana dove posso dire di aver trovato una seconda famiglia, una famiglia forse che parlava una lingua diversa e inizialmente a me sconosciuta, ma alla quale mi sono affezionata come a dei veri genitori e a delle vere sorelle. 
Alla domanda più ricorrente : “Com’è il Messico allora? Ma è davvero è come viene mostrato alla televisione?” risponderò “in parte forse”. Il Messico infatti non è una sola faccia della medaglia. 
Se lo si potesse paragonare ad un personaggio sicuramente non sarebbe definito come un carattere statico bensì a tutto tondo. Il Messico non è solo bancarelle di frutta tropicale in riva al mare, ninnoli etnici venduti da piccole bambine dai lunghi capelli neri, musicisti ai bordi delle strade, non è solo spiagge meravigliose e selvagge, non turistiche, frequentate dai locali, non è solo sombreri e uomini ancora in groppa all’asino, ma è ANCHE questo. 

Il Messico non è solo macchinoni che sfrecciano nelle strade extraurbane circondate da una selva sterminata, non è solo centri commerciali, non è solo gente indaffarata in giacca e cravatta che si dirige a passo deciso al lavoro, non è solo hotel per turisti ma è ANCHE questo. 
In Messico convivono e si scontrano ogni giorno realtà opposte.  È  il paese dei contrasti, in cui pochi hanno molto e troppi hanno poco. Per notare quanto detto in fondo non serve neanche troppa attenzione, salta all’occhio, ti colpisce e ti impressiona al tuo arrivo nella terra del sole. 
Mi piace chiamarla così in quanto non si è vista né una goccia di pioggia né una sola nuvola durante la mia permanenza in questo meraviglioso stato in cui effettivamente la siesta non diventa un fatto di pigrizia, bensì una necessità dati i 40 gradi con l’86% di umidità nelle ore più calde e… parafrasando una vecchia canzone di Jannacci “Messico e nuvole”…ti viene da chiederti:  “ma le nuvole allora dove sono? “ 
Sono nella povera gente che cammina ancora su un asino mentre giovani dorati sfrecciamo in Mercedes, stanno in diseredati che per guadagnarsi il pane quotidiano allestiscono un vecchio e ..sporco garage  per creare un bar vendendo prodotti cucinati nelle loro case…le nuvole sono in quei visi sorridenti ma segnati dalla stanchezza della miseria e dalla vita senza prospettive di miglioramento.

E IL MESSICO ?  Il Messico gioioso, non “la faccia triste dell’America” ma quella allegra di una umanità vibrante e davvero antica sta in una accoglienza entusiasta da parte di ognuna delle persone incontrate. 
Le persone sono calde quanto il clima, sono estroverse e ti rendono subito partecipe della loro vita, ti rendono subito parte integrante della loro famiglia e della loro realtà. 
Il cibo è inoltre gradevole,composto per lo più da molta molta carne con l’aggiunta di spezie piccanti su ognuna delle loro vivande (e bevande!!) tradizionali. La puntualità? è diversissima dal nostro concetto di puntualità…per loro tutti i  tempi sono scanditi da “HORITA” ovvero un adesso che ha una durata variabile da 1 a 3 ore fino a talvolta indicare addirittura il giorno dopo! Con questo cosa ho imparato? Ho appreso che il mondo non è solo quello occidentale a cui siamo abituati, che le persone non vivono necessariamente nello stesso modo in cui viviamo noi, che non hanno necessariamente i nostri stessi comfort. 
Sono maturata con questo viaggio e ancora una volta devo ringraziare Mario NICOLOSO, Guido ANDERLONI  e tutta l’organizzazione Lions che mi ha permesso di ampliare il mio mondo, le mie conoscenze, la mia cultura ma soprattutto i miei amici che rappresentano per me dei veri e propri punti luce della mia vita e che sono certa mi renderanno il cammino più gioioso e motivato.