Il viaggio in Mongolia è stato un’esperienza unica e indimenticabile, sia per i luoghi e i paesaggi meravigliosi che ho visto, che per le persone che ho potuto conoscere in questo straordinario paese.
Questa è stata la mia terza esperienza con gli scambi del Lions Club e, come immaginavo, anche questa volta le mie aspettative non sono state deluse, anche se in questo caso si trattava di un paese diversissimo dagli altri in cui ero stato in precedenza (Germania e Australia).
Appena arrivati all’aeroporto di Ulaan Bataar, la capitale della Mongolia, io e gli altri ragazzi italiani con i quali avevo fatto il viaggio siamo stati accolti da alcuni membri del Lions che, dopo averci dato il benvenuto, ci hanno accompagnato alla stazione. Da lì siamo arrivati al campo, dove abbiamo trascorso i primi dieci giorni del nostro viaggio. Ben presto ci siamo resi conto che la vita in Mongolia è piuttosto spartana, specie quando ci si allontana dalla città, e che bisogna avere un notevole spirito di adattamento! Il campo (dove, oltre a noi, erano presenti anche molti bambini mongoli) era costituito da casette di legno con funzione di dormitorio, mentre il bagno e i lavandini erano all’esterno.
Durante questi dieci giorni abbiamo avuto i primi contatti con la vita e la cultura mongola: oltre ad alcune escursioni nella foresta e sulle colline vicine, abbiamo avuto modo di provare lo yoghurt prodotto dai nomadi e il terribile airag (latte di cavalla fermentato), che è la loro bevanda tipica. Inoltre, abbiamo fatto una breve passeggiata a cavallo e abbiamo anche potuto per la prima volta dormire in una gher, la tenda tradizionale mongola.
Dopo il campo, è cominciata l’esperienza in famiglia, che è stata sicuramente la parte più bella dello scambio. Insieme a me c’era anche un’altra ragazza italiana. I primi giorni li abbiamo trascorsi nella capitale, dove spesso incontravamo anche gli altri ragazzi dello scambio con i quali, guidati da Tergel, un membro del Lions, abbiamo visitato la città. Ulaan Bataar è una tipica città sovietica, con pochi edifici moderni e molti caseggiati o condomini risalenti alla dominazione russa. Nel complesso non è una meraviglia, anche se al suo interno si possono trovare anche luoghi molto belli, come per esempio il monastero buddista Gandan, il più antico della città, che ha al suo interno una enorme statua di Buddah ricoperta d’oro alta più di venti metri, oppure piazza Sukhbataar, con il Parlamento mongolo e una enorme statua di Chinggis Kahn.
Dopo i primi giorni in città, siamo andati con la nostra hostfamily in campagna dove, per una decina di giorni, abbiamo potuto sperimentare la vita nomade! A parte le difficoltà iniziali dovute alla mancanza di acqua corrente e al bagno (una buca circondata con due tavole di legno sopra...), è stata un’esperienza davvero unica. La giornata cominciava con la mungitura delle mucche, cui seguiva la preparazione della colazione e la mungitura delle cavalle. Dal latte di mucca veniva poi estratto il burro, mentre quello di cavalla veniva fatto fermentare per preparare l’airag. A questo seguivano le attività più diverse: dalle passeggiate a cavallo alla tosatura delle pecore (rigorosamente a mano), dal bagno nel lago alla preparazione del latte secco (un prodotto tipico della cucina mongola, ottenuto facendo essiccare al sole il latte cagliato), fino anche alla costruzione di una nuova gher!
La Mongolia è un paese unico: nonostante la disorganizzazione dei Mongoli e il notevole spirito di adattamento che inevitabilmente un viaggio in questo paese richiede, è impossibile dimenticare questo popolo così affascinante ed orgoglioso della propria storia, l’immensità della steppa e la natura incontaminata!