Era quasi l'una di notte quando l'aereo del volo Francoforte Oslo atterrava sulla pista della capitale norvegese.
Il mio primo volo da solo!
Ad attendermi c’era Tage, il padre della della mia famiglia ospitante, nonché sindaco della città dove avrei passato la mia prima settimana un uomo alto, biondo, dall'espressione intelligente e vivace.
La moglie Anny e il figlio di 15 anni Trym mi aspettavano a casa, nella città di Moss. Dopo un' ora e mezza di auto arriviamo a destinazione: una cittadina di 30 000 abitanti sulla costa sud del paese, affacciata sul golfo di Oslo.
Il panorama appare molto diverso da quello a cui ero abituato. Case in legno, scritte in Norvegese, foreste e laghi ovunque.
Così è iniziata la mia prima partecipazione agli scambi giovanili Lions, partendo da Bologna il 13 luglio 2014. Ero diretto in Norvegia, un paese di cui sapevo poco o nulla, ma che ho saputo apprezzare e conoscere grazie a questa esperienza.
I primi 3 giorni li passo in compagnia di Tage e, visitando la città di Moss, il primo giorno vediamo una mostra che ricordava l'anniversario dei 200 anni del trattato di pace tra Norvegia e Svezia e la stesura della costituzione, chiamata Costituzione di Moss, che ne celebrava l'unione. Centinaia di mappe del periodo della stesura del trattato si disponevano con ordine in un ambiente espositivo tipicamente nordico, luminoso e spazioso in cui il tema cartografico diventava spunto di interpretazione per opere di diversi artisti contemporanei. Grazie ai lavori di questi ultimi ho percepito l'importanza di questo avvenimento, anche se provenivo da duemila chilometri di distanza duecento anni dopo l'accaduto. Concludiamo la giornata con la visita al Municipio della città, luogo di lavoro del mio host father, sindaco della cittadina. Il giorno seguente lo passiamo a Fredrikstad, città molto più grande, con quasi novantasettemila abitanti, costruita nel fiordo di Oslo, sulla foce del fiume Genna. Per un attimo mi sono ritrovato in un ambiente di marina settecentesco, Decine e decine di navi del settecento stavano sfilando lungo l'ampio canale della città davanti ai miei occhi e, nella riva opposta, numerosi fucilieri stavano sparando a salve con il loro fucile d'epoca e, dal cappello a tricorno e dall'abito a livrea, ricreavano un'atmosfera d'epoca di altri tempi ai numerosissimi turisti marittimi. Nel tardo pomeriggio partecipiamo a un aperitivo sul ponte di una di queste navi ed infine la sera assistiamo a un concerto. In realtà ho ancora viva la perplessità che derivava da un elemento insolito: la luce. Era già tardi, ma il cielo non aveva ancora il nero della notte e l'atmosfera è rimasta crepuscolare per tutta la durata dello spettacolo.
I giorni successivi li ho passati insieme col resto della famiglia con Anny una signora alta, bionda, con occhi azzurri ed espressione gentile e sorridente ed il figlio Trym, un ragazzino sportivo, vivace, molto impegnato nelle sue attività. Con loro ho passato una giornata ad un lago raggiunto con la barca dopo aver risalito un fiume. Qui ho fatto una vera esperienza norvegese. Tage mi ha invitato a salire su uno scoglio alto circa sette-otto metri e poi, via, prima lui, poi Trym ed infine io giù, un tuffo nel lago circondato da fitti alberi. Una prova di coraggio. Le ultime giornate sono passate con un pomeriggio in un famoso parco divertimenti, una cena al ristorante italiano di Moss a mangiare spaghetti, una cena con amici di famiglia e tante altre bellissime cose. Era infine arrivato il momento dei saluti. Portavo con me un'impressione di grande accoglienza e cordialità. Sapevo che li avrei rivisti al termine di tutta l'esperienza.
Ora mi aspettavano due intere settimane presso il campo Lions "Imagine Peace”. Il campo è stato per me la parte più bella e interessante di tutta l'esperienza. Eravamo a Vestby, trenta chilometri a nord di Moss presso un college svuotato dalle vacanze estive, con un gruppo di circa 27 ragazzi, della mia età o di poco differente, provenienti da India, Belgio, Spagna, Turchia, Georgia, Israele, Malesia, e tanti altri paesi del mondo, circa metà ragazzi e metà ragazze. La giornata tipo iniziava con la colazione alle 8, alle 9 ritrovo e si partiva per la meta del giorno, indicata da Helle, una signora bionda e robusta, Lion, responsabile di questo campo internazionale norvegese. Ci accompagnava la figlia Michelle, una ragazza poco più grande di noi. Alle 16 si rientrava e alle 17 si cenava, molto presto per le mie abitudini e dopo c’era molto tempo libero che impiegavamo per parlare tra di noi, giocare a carte, ascoltare musica e non ci si annoiava mai. Tra le tante uscite che abbiam fatto con il gruppo ricordo la gita presso un museo di scienze naturali dove abbiam potuto vedere un grande planetario dove uno scienziato ci ha parlato di astronomia e un documentario; la visita a Oslo del Museo del Premio Nobel per la Pace. Nella città dove viene assegnato questo premio, ora eravamo nel luogo dove davanto ai nostri occhi sfilavano le immagini degli uomini e delle donne che hanno il contributo perchè la parola pace potesse diventare sempre più reale in regioni del mondo difficili. Madre Teresa di Calcutta, M.L. King, Nelson Mandela, Barack Obama e tanti altri..; la visita di una vecchia miniera che abbiam visitato in compagnia di una guida che ci ha raccontato la storia; la visita a un'enorme diga che produceva energia idroelettrica. Era impressionante per le dimensioni! Un’avventura in canoa particolarmente divertente. Il clima fortunatamente è stato sempre dalla nostra parte. Infatti c’era il sole tutti i giorni, le giornate erano lunghe e il sole tramontava verso le 23 di sera. Durante le giornate al campo dedicavamo qualche ora al giorno per preparare lo spettacolo finale al quale hanno assistito l’ultima sera le nostre famiglie ospitanti.
E’ stata per me una bellissima esperienza che non dimenticherò mai, nella quale ho conosciuto tante persone provenienti da ogni angolo della terra che, da questo momento, mi sembra un po' più accogliente, perchè so che ho un amico che mi potrà accogliere anche in un paese molto lontano dal mio. Promuovere lo spirito di comprensione tra i popoli: così recita un passaggio dell'etica lionistica. Così è stato. Sono molto grato ai Lions di questa esperienza e nel cuore porto il desiderio di un mondo in cui questo spirito di comprensione sia sempre maggiore.