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ITALIA: what else?

Durante questa estate, più precisamente dal 27 Luglio al 17 Agosto, ho trascorso un periodo in Norvegia che oserei definire indimenticabile.
Generalmente, la prima settimana si trascorre in famiglia, per poi finire il soggiorno nel campo estivo vero e proprio, con tutti gli altri ragazzi. 
Per me è stato il contrario: sono stata accolta all’aeroporto e portata direttamente nel bellissimo edificio che mi avrebbe ospitata per la settimana successiva, e ho fatto subito la conoscenza di tutte quelle persone, meravigliose e molto diverse fra loro, che nel giro di pochi giorni sarebbero diventati miei amici.


I giorni a Vangen (questo il nome del rifugio in cui abbiamo trascorso la prima settimana) sono stati sempre pieni di attività e occasioni di confronto, come, ad esempio, le presentazioni del vari paesi che ogni partecipante esponeva agli altri subito dopo cena. Numerose sono state le gite in Oslo - sempre accompagnate da ottime guide - e, anche nei giorni di pausa, sia i ragazzi che gli organizzatori sapevano trovare qualcosa da fare, che si trattasse di giocare a carte, organizzare una camminata o fare un tuffo nel lago poco distante. Ci siamo poi spostati a Hafjell, dove abbiamo passato diversi giorni in quello che fu costruito come villaggio olimpico. Abbiamo avuto modo di immergerci nel folklore norvegese visitando il parco tematico di Hunderfossen e, più letteralmente, nel fiume Sjoa. L’ultima notte è stata trascorsa in un altro hotel, dopo essere tornati da una camminata in montagna che mirava a raggiungere la vetta più alta della Norvegia.
L’ultima settimana ci siamo trasferiti tutti nelle rispettive famiglie ospitanti. E, per quanto riguarda la mia, non avrei potuto sperare di meglio: entrambi i miei hostparents erano gentili, disponibili ed estremamente simpatici, così come il mio super-attivo hostbrother. Io e un’altra ragazza olandese abbiamo trascorso con loro momenti davvero interessanti e divertenti sin dal primissimo giorno. Ho anche conosciuto parte della famiglia, e tutti hanno cercato di coinvolgerci fin da subito nella loro vita quotidiana, sfoggiando un inglese invidiabile e chiedendoci del nostro paese, della nostra famiglia e di quello che ci piaceva fare.
E, ovviamente, del cibo!
Avendo già trascorso due settimane insieme, io e gli altri ragazzi sentivamo il bisogno di vederci di nuovo, e così è stato: quasi tutte le sere, infatti, abbiamo organizzato incontri in centro a Oslo, sul tetto dell’Opera o lungo la banchina, visitando la città e le numerosissime mostre che essa ospita. Abbiamo inoltre avuto modo di incontrarci grazie alle varie attività organizzate dalle nostre famiglie ospitanti, come una gita in barca nel fiordo di Oslo o una giornata al parco divertimenti di Tusenfryd.
Dire addio a tutte queste meravigliose persone è stato incredibilmente difficile, ma mi ha fatto capire quanto siano stati importanti per me questi giorni trascorsi nel campo Lions. Tutti noi siamo cambiati molto in queste tre settimane, merito di un’esperienza meravigliosa che non posso che consigliare a quante più persone possibili, e spero io stessa di ripetere.

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