Sono Federico Franceschinis, ho 19 anni, Ålesund è stato per me il primo campo Lions a cui ho partecipato.
Sono partito il 22 luglio 2006, il 5 agosto è terminato il campo e dopo una settimana di famiglia sono tornato a casa il 12 agosto.
Per me è stata una bellissima esperienza in quanto ho avuto modo di visitare posti stupendi e di conoscere molte persone simpatiche ed interessanti; spero di mantenere questi rapporti per mezzo di Internet, per il momento sembra andare bene.Il mio inglese è migliorato molto, mi esprimo con molta più scioltezza, e ho avuto l’opportunità di conoscere parte delle altre culture come, ad esempio, islamismo ed ebraismo.
Il campo però era situato in mezzo al bosco, bellissimo dal punto di vista naturalistico, c’era anche un lago in cui siamo andati a fare il bagno. Però c’erano momenti di noia ogni tanto, di solito la sera. Durante il giorno, invece, eravamo spesso in giro tra rafting, Summer House, pesca, go-kart, piscina, città, musei, attività sportive di gruppo e partite di calcio locali. Siamo anche andati in una fattoria e abbiamo passato lì la notte, molto bella e caratteristica, il paesaggio poi era stupendo, si vedeva il mare e il fiordo. Meno male però che siamo stati lì una notte sola, perché altrimenti suppongo che la gente sarebbe andata fuori di testa: senza corrente elettrica, acqua calda, bagno con sciacquone e con odore di pulito.Quindi le attività non mancavano e anche i camp-manager erano molto cordiali e gentili, solo un giorno è venuto uno un po’ troppo severo, secondo i nostri gusti.I ragazzi erano per la maggior parte molto simpatici e cordiali, anche se ce n’erano due “un po’ troppo vivaci” che in alcune occasioni si sono tirati addosso l’ira di tutti, ma questo ovviamente non dipende dagli organizzatori e del resto non è stata una cosa poi così grave.
Per quanto riguarda la famiglia invece, è stata anche questa una bella esperienza. I genitori erano persone veramente simpatiche e molto, molto disponibili. Amavano chiacchierare ed era questo uno dei motivi per cui sono rimasto molto soddisfatto e mi sento fortunato ad avere avuto una famiglia di questo tipo. Ho quindi potuto conoscere molte curiosità sulla Norvegia e sulla città di Kristiansund dove vivono. L’unica pecca è che hanno figli già adulti, fuori di casa. Io speravo che ne avessero di più giovani in modo da poter instaurare un rapporto di amicizia e magari invitare il/i ragazzo/i in Italia il prossimo anno.
Però comunque ogni famiglia ospitava due persone del campo e quindi ero con un ragazzo che avevo già conosciuto prima. Poi la casa era a dieci minuti dal centro e avevamo a cinque minuti un’altra host-family con altri due ragazzi, così uscivamo in quattro, qualche volta in sei, con altri due ragazzi di un’altra famiglia un po’ più lontana dalla nostra. Abbiamo anche conosciuto alcuni ragazzi del luogo e anche questa è stata una cosa veramente positiva per me.
L’ultimo giorno è stato un po’ una delusione invece… Noi speravamo tutti di essere uniti e fare qualcosa insieme, invece ci hanno diviso in gruppi e abbiamo fatto delle attività separati. Inoltre alcune persone erano già partite il giorno prima e gli organizzatori non hanno, purtroppo, tenuto conto di questo ed eravamo in meno.
Comunque non saprei dire se era meglio il campo o la famiglia proprio perché per me sono state entrambe delle bellissime esperienze.