28/06/13 Ha inizio la mia avventura che mi porterà nella terra dei mitici Kiwi. La partenza è da Venezia assieme a parte degli altri ragazzi degli scambi Lions diretti in Australia e in Nuova Zelanda. Il primo scalo è a Dubai, il secondo a Melburne per poi arrivare ad Auckland, dove non mi è rimasto che prendere l’ultimo aereo, stavolta interno alla Nuova Zelanda per raggiungere l’isola del Sud. Con me, durante tutto il periodo, è rimasto Gianmaria, un altro ragazzo italiano che ha partecipato agli scambi.
PRIMA SETTIMANA
L’aereo interno arriva a Dunedin, una tra le ultime città a Sud del paese, usciti dall’aereoporto rimaniamo un po’ in stato di shock non solo per i quasi due giorni di viaggio ma anche per la temperatura che non si azzardava a superare i 3 – 4 gradi. La prima sera siamo ospitati da una famiglia per la cena, successivamente ci rechiamo a casa del presidente per la notte. In questa città passiamo tre giorni, durante i quali abbiamo modo di visitare il centro e i dintorni, in particolare veniamo portati tra le montagne fino a Queenstown, dove abbiamo modo di ammirare lo supendo lago di Wanaka e di provare il Luge.
Dopo questo breve periodo nel profondo Sud, veniamo portati in un paese a circa 30km più a Nord, Oamaru. Come quasi tutti quelli della terra dei kiwi non supera i 14mila abitanti, ma non c’è stato nulla di cui preoccuparci, anche qui abbiamo avuto molte cose da provare e da vedere, come ad esempio andare a caccia di anatre (armati di fucile a pompa) o visitare immensi stabilimenti per l’allevamento del bestiame.
SECONDA SETTIMANA
Per la seconda settimana della nostra avventura cambiamo famiglia e ci spostiamo a Rakaia, un villaggio a circa 20km da Cristchurch. Qui il clima è lievemente più mite, ma muoversi in inverno nell’isola del sud significa sempre girare armati di qualcosa per coprirsi, in quanto nel giro di 15 minuti si possono avere pioggia grandine e neve talvolta anche allo stesso tempo. Nonostante ciò abbiamo comunque modo di passare delle splendide giornate, abbiamo infatti avuto occasione di andare a sciare, giocare a golf, visitare Cristchurch, un museo su trote e salmoni (di cui vanno molto fieri), e di fare un giro con le Jib boat, le barche per fare le gare su fiume. Siamo giunti a già a metà del nostro viaggio, ed è ora di dirigersi verso l’isola del nord ma… l’aereo viene cancellato causa maltempo in uno degli scali in cui avremmo dovuto fermarci, così dobbiamo attendere il giorno seguente e la notte la passiamo nella stessa famiglia, che non si è tirata indietro un secondo per ospitarci una notte in più.
TERZA SETTIMANA
Il giorno seguente riusciamo a prendere il volo, il primo aereo è abbastanza normale, dopo lo scalo saliamo su a aereo con 10 posti per lato… ad ogni vuoto d’aria sembrava di saltare sul trampolino! Atterriamo sani e salvi a Tauranga, una città con 100mila abitanti sulla costa nord. Qui malgrado l’inverno si riesce tranquillamente a vivere in felpa e mal che vada in maglioncino. Anche qui le famiglie non ci permettono di annoiarci, e oltre che a portarci in vari posti mozzafiato (difficile non trovarli), visitare un villaggio maori e vedere dei geiser impressionanti, veniamo portati a provare i blowkarting e lo zorbing, due sport “made in New Zeland”. Riusciamo anche ad andare a pescare nell’oceano, per “procurarci” la cena.
QUARTA SETTIMANA
L’ultima tappa della nostra avventura è Cambridge, non quella inglese, una cittadina molto tranquilla sempre nella parte nord dell’isola. La nostra ultima host family si dimostra non meno gentile e socevole delle altre. In questa ultima parte del viaggio abbiamo modo di tirare le somme del nostro viaggio e di renderci conto di quanto sia stata una meravigliosa esperienza… ma per non annoiarci troppo un bel tuffo nel vuoto ce lo hanno fatto fare.
Un po’ di immagini…
Oamaru
Un terreno per l’allevamento
Le montagne del’isola del sud
Altre valli incontaminate
I geiser
E alcune sequoie molto cresciute
Alcuni sport made in New Zeland
Lo zorbing: scendere la montagna dall’interno di una palla
Il blowkarting
e il più famoso bunjee jumping
E’ stata un esperienza a dir poco fantastica! non sottovalutate questo paese in inverno perché non c’è il camp. Gli scenari che vedrete e le esperienze che vivrete vi resteranno sempre e comunque nel cuore.
Kia Ora!