Milano, 28 Giugno – La partenza a poche ore, mi stavo per catapultare in una situazione completamente nuova, distante migliaia di chilometri.. Non ero spaventato della lontananza dalla mia routine italiana, ma piuttosto dall’incontro con un mondo che solo a nominarlo riempie il cuore con sentimenti contrastanti, la Nuova Zelanda. Questo nome ha suscitato in me inizialmente una sorta di miraggio, la meta irraggiungibile.. 30 ore di viaggio non sono poche, ma la fiducia non mancava
Eravamo una decina, i ragazzi degli scambi giovanili Lions partiti da Milano quel giorno in direzione Oceania, pronti a sopportare anche ore ed ore di volo a costo di arrivare là; scalo tutti insieme a Dubai e poi ognuno ha preso il suo aereo diretto alla destinazione assegnatagli. Il mio programma prevedeva di affrontare ancora un altro paio di voli che mi avrebbero condotto insieme ad un altro ragazzo degli scambi giovanili, Bruno, a Christchurch, dove avremmo iniziato la nostra avventura neozelandese.
La nostra prima host family viveva in un paese di circa 2.000 abitanti chiamato Oxford, cittadina molto tranquilla dove abbiamo trascorso la prima settimana visitando le principali attrazioni della zona come le fantastiche coste incontaminate nelle quali, se la stagione lo avesse permesso, avrei fatto volentieri una nuotata. Inoltre siamo stati inseriti nella comunità Lions del luogo ed abbiamo passato diverso tempo insieme ad i vari membri che a loro volta ci hanno mostrato alcune delle attività particolari che svolgevano; mi ha colpito particolarmente il giro in un piccolo aeroplano che mi ha dato una vera sensazione di libertà e permesso di ammirare dall’alto la pianura sconfinata.
Per la seconda settimana abbiamo risalito l’Isola del Sud fino alla sua estremità settentrionale dove per i primi giorni ci siamo fermati in una fattoria vicino Havelock; qua io e Bruno siamo entrati in contatto con lo stile di vita della maggior parte della popolazione neozelandese. La fattoria era situata all’interno di una Valle compresa tra due collinette, luogo di pace dove la notte non si sentiva il minimo rumore. Anche qui una nuotata lungo le coste delle innumerevoli isolette è stata impossibile a causa dalle temperature, ma non per questo è stato meno suggestivo: infatti abbiamo trascorso un’intera giornata nella Mail Boat che ha recapitato lettere a tutte quelle isole che sono abitate da pochissimi abitanti e quindi ancora incontaminate.
Dopo qualche giorno in questa fattoria siamo tornati in paese, precisamente a Blenheim, dove abbiamo trascorso tre giorni in compagnia di vari membri del Lions Club locale. La cordialità e la gentilezza di questi ultimi è stati secondo me i principali motivi del felicissimo ricordo che ho di quella zona, insieme alla giornata passata per creare un breve videoclip, attività che mi ha coinvolto particolarmente.
A questo punto io ed il mio compagno di viaggio Bruno, con cui ho passato ogni settimana del mio soggiorno, ci siamo spostati nell’Isola de Nord, beffeggiata amichevolmente dagli abitanti dell’altra isola, ma non per questo meno interessante. Il volo di circa mezzora all’interno di un aereo per 20 persone è stata un’altra avventura che non scorderò facilmente, con la vista direttamente sulla pista di atterraggio che terminava nel mare, un bello spavento per chi non ci è abituato!
Prima tappa della nuova isola è stata Opunake, piccola cittadina celebre per le onde della sua spiaggia, molto gradite ai surfisti; ancora una volta il tempo non ci ha giovato e i temporali ci hanno accompagnato per buona parte del nostro soggiorno. Comunque Rowan e Sue, i nostri host parents, sono riusciti a farci venire a contatto con i loro usi, mostrandoci prima il loro lavoro di allevatori svolto con molta cura, ed anche con le loro tradizioni, facendoci assistere ad una esibizione musicale di una popolazione Maori nativa del luogo. I successivi giorni passati a Rotorua, nota zona turistica, ci hanno permesso di conoscere meglio la nostra famiglia ospitante al di fuori della quotidianità giornaliera, e di instaurare uno splendido rapporto. Non scorderò mai il pomeriggio passato alle Hot Pools, create con il calore proveniente dal suolo stesso, un posto paradisiaco!
Arrivati all’ultima settimana eravamo convinti di aver visto tutto, ma non sapevamo cosa ci stava aspettando.. Una vera e propria avventura, nel pieno degli usi neozelandesi, senza minime contaminazioni occidentali.. Infatti abbiamo passato la settimana in una fattoria distante ben 20 chilometri dal primo centro abitato, completamente immersa nel verde, trascorrendo le nostre giornate come veri Kiwi; sveglia presto al mattino per aiutare la famiglia nelle occupazioni quotidiane riguardanti il bestiame. Devo ammettere che all’inizio è stata dura a contatto con questa nuova situazione così diversa da tutte le altre, ma alla fine ho apprezzato anche questa, che forse mi ha dato maggiormente l’idea dello stile di vita della popolazione locale.
Ringrazio quindi l’organizzazione degli Scambi Giovanili Lions per questa bellissima opportunità che ci ha offerto grazie all’impegno ed al lavoro profuso da tanti soci.
Qualche foto
Dalla prima settimana
Dalla seconda settimana
Dalla terza settimana